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L’ISLAM A BOLOGNA: LA CITTA’ DIALOGA
(9 Settembre 2016)

BOLOGNA. Uno degli effetti collaterali della migrazione è la crescita del numero dei fedeli musulmani.
Finora l’esigenza di creare spazi per i credenti in Allah era stata in parte soddisfatta concedendo a diversi gruppi spazi di preghiera in scantinati, garage non utilizzati e stanze messe a disposizione anche da diverse associazioni operanti sul territorio.

Anche diverse parrocchie cattoliche hanno messo a dispposizione delle sale per la preghiera musulmana.

I quotidiani locali oggi segnalano che nel Quartiere San Donato sta per sorgere, in via Ristori,un centro culturale islamico.

«Ieri pomeriggio – si legge sul Resto del Carlino – tre amministratori di condominio, con alcuni
residenti che abitano nel palazzo al civico 10, dove dovrebbe nascere la nuova moschea, e i rappresentanti dell’associazione Hazrat Sultan Bahu Trust Italy, che ha acquistato i locali di via Ristori, si sono incontrati nella sede del San Donato. Simone Borsari, presidente del Quartiere, l’assessore alle Pari
opportunità Susanna Zaccaria e Yassine Lafram, rappresentante della comunità islamica, hanno fatto da ponte tra le due realtà, che per due ore si sono confrontati sull’apertura del nuovo centro culturale.»

Il centro culturale dovrebbe ospitare diverse attività: un doposcuola per i bambini che al pomeriggio non hanno nessuno con cui fare i compiti, una scuola d’italiano per adulti, un luogo dove vestire e preparare le salme per la sepoltura islamica e, naturalmente, anche una sala di preghiera, realizzata secondo i criteri di capienza e di sicurezza ammessi dalle normative italiane.

Il centro di via Ristori dovrebbe rivolgere la sua attività soprattutto verso la comunità pakistana, assai numerosa in San Donato.

«È importante che queste due realtà della nostra comunità convivano in maniera serena tra loro. Organizzeremo altri incontri quando le pratiche saranno
chiuse», spiega soddisfatto Borsari, al termine dell’incontro.

Un peccato originale. «Il dialogo tra le parti – soggiunge il Carlino – è partito subito dalla mancata comunicazione ai residenti di via Ristori, da parte dell’associazione, di voler acquistare il magazzino interrato per realizzare un centro di cultura islamica. Contestazione che i rappresentanti
dell’associazione hanno accolto, ammettendo che questa è stata una cosa che avrebbero potuto fare.»

Di conseguenza, le due parti, si sono accordate che in futuro vi sarà comunicazione tra residenti e responsabili del centro culturale.

La moschea. Sull’apertura della moschea, però, per ora regna l’incertezza. I lavori all’interno dei locali vanno avanti, ma l’associazione dovrà presentare unanuova
domanda al Comune per utilizzare quel magazzino interrato. La prima richiesta, infatti, non è stata considerata idonea. Quindi, bisognerà aspettare che questa venga annullata per presentarne una nuova.

L’associazione, tuttavia, dovrà chiedere il permesso agli organi competenti, come Ausl e vigili del fuoco, per poter aprire i locali, rispettando le norme di sicurezza.

PIER LUIGI GIACOMONI

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