FRANCIA. MACRON E LE PEN SPALLA A SPALLA
(11 APRILE 2022)
PARIGI. Il primo turno delle elezioni presidenziali francesi tenutosi il 10 aprile dà l’indicazione chiara d’unsostanziale pareggio tra emmanuel Macron, Presidente della Repubblica uscente e Marine Le Pen, eterna candidata dell’ultradestra.
Dalle urne, Macron esce con un lieve vantaggio, ma Le Pen l’incalza e al secondo turno, il 24 aprile potrebbe anche sorpassarlo.
***
I RISULTATI.
Nel dettaglio, al Presidente è andato il 27,6% delle preferenze, mentre alla leader del Rassemblement National (ex Front National) il 23,41%.
al terzo posto, con un sonante 21,95% arriva Jean-Luc Mélenchon de La France Ensoummise, estrema sinistra che realizza il suo miglior risultato da quando nel 2012 presentò per la prima volta la candidatura all’Eliseo.
Il resto sono macerie: Valérie Pécresse (les Répubblicains, neogollisti), 4,79%, anne Hidalgo, (Partito Socialista), 1,74%, Fabian roussel, (Partito Comunista), 2,31%, Yanick Jadot (Verdi), 4,58%.
La destra, complessivamente, può contare su un terzo delle preferenze, assommando ai voti di Le Pen quelli di Eric Zemmour (Réconquete), 7,05% e Nicholas Dupont-Aignan (DLF), 2,07%.
Macron, dal canto suo, dovrebbe poter ricevere i consensi d’una parte della sinistra e del centro, ma qui si va nell’incertezza: secondo i sondaggisti una parte dell’elettorato di Mélenchon, pur di non votare per il capo dell’Eliseo, potrebbe astenersi o addirittura votare per la sua avversaria.
Anche fra i repubblicani vi è chi come Eric Ciotti, esponente della destra interna, si schiera per Le Pen, mentre Pécresse si è pronunciata per Macron.
Insomma, un ballottaggio estremamente incerto e pieno d’insidie, come titola Le Monde per almeno due motivi:
1. Perché sembra complessivamente venuto meno quel “cordone sanitario” che in passato conduceva tutte le forze democratiche a coalizzarsi pur d’impedire all’RN di assumere incarichi di governo a qualunque livello: già oggi il partito di Le Pen ha eletti in parlamento e nelle istituzioni locali.
2. Perché Macron, con la sua politica centrista, ha scontentato tanto una parte della destra neogollista, quanto molta sinistra che gli rimprovera una scarsa attenzione per le questioni sociali.
La politica francese degli ultimi 60 anni, inoltre, è stata caratterizzata da un sostanziale bipolarismo tra destra e sinistra che il Presidente ha mandato in frantumi, costruendo La République en Marche, il suo partito, con transfughi dei neogollisti e dei socialisti.
L’ulteriore incognita è rappresentata dall’astensionismo: già in occasione del primo turno si è recato alle urne solo il 74% degli elettori, una percentuale tra le più basse da quando nel 1965 si tengono in Francia le elezioni del Presidente della Repubblica. E’ facile prevedere che il 24 aprile i non votanti saranno più numerosi, soprattutto nelle grandi città.
A meno che, gli ultimi quindici giorni di campagna non siano caratterizzati da uno scontro all’arma bianca tra i due contendenti rimasti in pista facendo salire la temperatura d’una corsa presidenziale fin a questo punto piuttosto fredda.
PIER LUIGI GIACOMONI
Rispetto al 1°turnodel 2017 Macron ha un risultato incoraggiante.Le sorprese sono Melenchon che quasi appaia la Le Pen e la partecipazione a Parigi poco sopra il 50%, con la sinistra radicale al 30%.I presupposti pre elettorali raccontavano altro: Macron in difficoltà, Le Pen in forte recupero.Le due novità indicano a Macron i temi e la strada da percorrere nei 15 gg.restanti di campagna elettorale ove normalmente,escludendo chi ha già deciso e considerato di non votare al ll°turno, il 10/15% cambia o decide come votare tra chi si è astenuto.Vincera’Macron..quanto bene è l’incognita.
come osservano Le Monde e el País, Macron finora si è tenuto sostanzialmente lontano dalla campagna elettorale, interessandosi molto di politica internazionale e concedendo pochissimo spazio alle diatribe interne. Ora dovrà far qualcosa per conquistare quell’elettorato che non lo ama, lo ritiene arrogante e supponente, ma si rende conto che l’elezione di Le Pen sarebbe un salto nel buio. ciò che a me sembra più rilevante è che rispetto al passato, anche recente, sia saltata la discriminante anti estrema destra che in passato, ad esempio nel 2002, ma anche in occasione delle regionali del 2021, ha fatto sì che tutti i partiti democratici si coalizzassero insieme pur d’impedire all’RN d’arrivare al potere. I sondaggisti sostengono che almeno un terzo degli elettori LFI potrebbero votare Le Pen il 24 aprile e le stesse dichiarazioni di Jean-Luc Mélenchon di iersera “nemmeno uun voto per Le Pen” son ambigue. Il fatto che il secondo turno sia incerto probabilmente indurrà Macron a scender un po’ dal pero.