L’ENERGIA E’ LA RISORSA PIU’ IMPORTANTE
(13 Agosto 2018)
BOLOGNA. «L’Energia è la risorsa più importante», partendo da quest’affermazione,un gruppo di sacerdoti cattolici chiede alla «politica» d’ascoltare di più la «scienza».
Un tempo, da esponenti della Chiesa non sarebbe mai giunta una richiesta del genere: per secoli mondo scientifico e mondi religiosi sono stati su sponde opposte: tutti abbiamo studiato sui banchi di scuola che Galileo Galilei fu processato nel Seicento ed alla fine costretto all’abiura dal Sant’Uffizio perché sosteneva delle tesi sulla rotazione dei pianeti che non piacevano alla Chiesa romana. tutti noi abbiamo trascorso i nostri anni giovanili leggendo sui testi scolastici che da una parte c’era l’oscurantismo rappresentato dalle religioni che interpretavano la Sacra Scrittura in modo letterale e dall’altra vi era la “luce” rappresentata dagl’intellettuali che si battevano contro i dogmi e dimostravano che la Scrittura non andava presa alla lettera. tutti noi abbiamo studiato che per far pubblicare le proprie opere gli studiosi dovevano mandare i manoscritti in luoghi come l’Olanda perché solo lì non si correvano rischi.
Passano i secoli e s’arriva al XXI, cioè al secolo più tecnologicamente avanzato nella storia umana. Uno penserebbe che in questo tempo certi paradigmi della storia del pensiero scientifico non vengano messi in discussione ed invece no: gruppi sempre più rumorosi accusano la scienza d’esser al servizio di grandi potentati economici e quindi proclamano di voler voltar le spalle a tutto ciò che pareva universalmente accettato fin dai banchi di scuola.
In relazione ad un incidente come quello occorso nei giorni passati sulla tangenziale di Bologna, forse qualcuno si è lasciato sfuggire la dichiarazione che se invece d’usare gas e petrolio vivessimo come nei secoli passati, ossia prima che in Occidente si sviluppasse la società industriale con tutte le sue comodità, ma ance i suoi rischi, non si sarebbe mai verificata l’esplosione d’un TIR carico di fertilizzanti seguito dallo scoppio d’una cisterna piena di GPL.
Ecco, allora, che tocca a dei sacerdoti cattolici pubblicare un documento nel quale tutti noi veniamo richiamati alle nostre responsabilità con l’affermazione che, appunto, «L’energia è la risorsa più importante.»
Già, l’energia: senza di essa non si muove nulla: in antichità si sfruttavano soprattutto quelle umane, animali e derivanti dalla combustione del legname.
Solo nel Settecento qualcuno scoprì che mediante il carbone, prima ricavato dalla legna, poi d’origine fossile, si poteva produrre movimento che metteva in funzione delle macchine che permettevano di produrre più oggetti a minor costo.
Esauritasi in parte l’era del carbon fossile, si passò nel XIX secolo al petrolio e successivamente, in tempi molto più recenti, all’atomo ed al gas.
Grazie a tutte queste materie prime l’uomo ha potuto sfruttare e produrre energia elettrica a costi sempre più contenuti.
Tutto bello e positivo, ma l’uso dei combustibili fossili da parte di masse sempre più imponenti d’esseri umani ha provocato un repentino aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera terrestre con conseguenti modificazioni nel clima.
di questa realtà ha parlato di recente anche il Papa che ha messo in guardia contro gli sconvolgimenti operati dagli uomini per produrre energia.
Non si tratta di negare i vantaggi arrecati alla vita di tutti dagli avanzamenti della tecnologia, si tratta per il mondo politico d’ascoltare gli appelli sempre più angoscianti ed angosciati che vengono dal mondo scientifico sui cambiamenti in atto.
Oggi, la politica pare sorda a questi richiami forse perché influenzata da potenti lobby che dicono, sapendo di portare acqua soprattutto al proprio mulino, che il clima non sta cambiando, che possiamo permetterci di bruciare sempre più petrolio e che il progresso deve proseguire così come è accaduto finora.
Ma gli effetti d’una politica di questo tipo si stanno già facendo sentire con estati sempre più lunghe, più calde e più siccitose, con eventi meteorologici sempre più estremi e catastrofici, con carenze d’acqua che danneggiano la produzione agricola e spingono masse di popolazione ad emigrare in cerca dell'”oro blu”.
E’ questo lo scenario che si sta profilando davanti ai nostri occhi e che i sacerdoti vogliono in qualche modo scongiurare col loro appello che qui pubblichiamo integralmente.
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L’energia è la risorsa più importante.
L’ambiente, la Terra, la nostra “casa comune” è il luogo dove dobbiamo vivere.
Energia e ambiente sono quindi strettamente connessi.
Oggi al mondo, ogni secondo, consumiamo 250 tonnellate di carbone, 1.000 barili di petrolio e 105.000 metri cubi di gas.
Sappiamo da tempo che i combustibili fossili sono una risorsa non rinnovabile e che il loro uso danneggia la salute dell’uomo.
Sappiamo anche che si tratta di sostanze con alto contenuto di energia, pericolose da trattare e da trasportare: il grave incidente in autostrada non è che l’ultimo di una serie di disastri che hanno coinvolto petroliere, oleodotti, gasdotti, raffinerie, depositi.
La scienza negli ultimi decenni ha scoperto che l’anidride carbonica prodotta dall’uso di questa sterminata quantità di combustibili fossili e immessa nell’atmosfera (36 miliardi di tonnellate all’anno) provoca il cambiamento climatico.
Nella Conferenza di Parigi, le delegazioni di 197 nazioni hanno concordemente riconosciuto che il cambiamento climatico è la minaccia più grave per l’umanità.
L’unica soluzione per uscire dalla crisi energetico-climatica è smettere di usare i combustibili fossili.
Purtroppo, come scrive il Papa nell’enciclica Laudato sì, La politica e l’industria rispondono con lentezza, lontane dall’essere all’altezza delle sfide .
La transizione energetica è ineluttabile, è già iniziata, ma è fortemente ostacolata dai giganteschi interessi economici della lobby del petrolio, che insiste nel definire immature e non affidabili le energie rinnovabili del sole, del vento e della pioggia, che producono energia elettrica.
La scienza dimostra invece che la transizione dai combustibili fossili alla elettricità prodotta dalle rinnovabili è tecnicamente possibile e economicamente conveniente.
Alla nostra Scuola della Pace di Sovere, proprio nel giorno dell’incidente, stavamo discutendo di questo problema.
In particolare, abbiamo approfondito il piano Wws (water, wind, sun) proposto da scienziati delle Università di Berkeley, Stanford e Berlino.
Il piano esamina in dettaglio la situazione di 139 stati del mondo.
Per ciascun paese analizza i consumi energetici e la disponibilità di risorse rinnovabili per generare elettricità e propone per ogni paese un piano specifico.
Per l’Italia, l’analisi dettagliata dello studio si può riassumere con i seguenti dati.
Se decideremo di accelerare la transizione, nel 2050 useremo principalmente energia elettrica generata da fotovoltaico (56,7%) ed eolico (26,3%).
Dal punto di vista economico, si avrà un risparmio documentato sui costi della sanità e si eviterà la morte prematura per inquinamento, in media, di circa 20.000 persone all’anno.
Verranno perduti posti di lavoro nei settori dei combustibili fossili, ma se ne creeranno in numero molto maggiore nelle attività collegate alle energie rinnovabili con un saldo positivo di circa 500mila posti.
Un altro vantaggio è che l’energia viaggerà su fili e non sulle autostrade.
Lo studio conclude dicendo che la transizione energetica, pur essendo tecnicamente possibile ed economicamente conveniente, troverà ostacoli di tipo sociale e politico.
Si tratta infatti, come dice il Papa, di una “rivoluzione culturale” per la quale non siamo ancora preparati.
Ecco: chiediamo che l’incidente di Bologna sia almeno occasione per diffondere conoscenza e consapevolezza, sia a livello politico che fra i cittadini, sulla necessità di promuovere la transizione energetica.
Questa, fra tante di cui si parla in questi giorni, è veramente la “Grande Opera” di cui il Paese ha più bisogno.