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DITTATURE

IL 70% DELL’UMANITA’ VIVE SOTTO REGIMI OPPRESSIVI
(26 Dicembre 2024)

Il 70% dell’umanità, secondo un rapporto d’un istituto di ricerca che ho intercettato qualche giorno fa, vive sotto regimi oppressivi: in effetti le dittature in giro non mancano, anzi talvolta sembra che il loro numero aumenti così come la popolarità del sistema di governo autoritario.

Il continente che più di tutti soffre dell’oppressione di tiranni più o meno longevi è sicuramente l’Africa, ma anche altrove non si scherza.

Alcuni paesi non han mai conosciuto nemmeno un giorno di democrazia: Corea del Nord, Cina, Iran, Arabia Saudita e molti altri son posti dove le libertà cui siam abituati non esistono.

Son tutte situazioni dove si può rischiar d’esser condannati a decenni di prigione, non solo per aver scritto cose sgradite a chi comanda, ma anche per aver indossato un abito non conveniente.

Vediamo qualche esempio, certi di non esaurire le diverse casistiche.

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NICARAGUA

In nicaragua, dove domina incontrastata la coppia Ortega-Murillo, da alcuni anni per i dissidenti, accanto a prigioni e torture, che non mancano, vi è la pratica dell’espulsione e la privazione della cittadinanza.

Nel 2023, oltre 200 persone non gradite alla coppia dirigente son state caricate su un aereo e deportate negli Stati Uniti: poco dopo, la corte suprema di Managua ha tolto a tutti loro la nazionalità nicaraguense.

Tra coloro che son state colpite da questo provvedimento vi son persone note come il Poeta Sergio Ramírez, la scrittrice Gioconda Belli ed alcuni esponenti del movimento sandinista che nel 1979 parteciparono in prima linea alla lotta contro la dittatura di Somoza.

La loro colpa? Aver criticato Daniel Ortega in diverse occasioni.

Il despota di Managua ha anche allontanato dal Paese quanti si eran candidati alle presidenziali del 2021 e numerosi preti.

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COREA DEL NORD

La Repubblica Popolare Democratica di Corea è uno stato completamente chiuso e se può la gente scappa: ormai sono parecchi i racconti di nordcoreani che narrano le loro peripezie intraprese per sottrarsi agli aguzzini di Kim Jong-Un.

Questi spende denaro soprattutto in vista d’una guerra contro il vicino meridionale, nel frattempo costringe 23 milioni di persone a viver come in una prigione a cielo aperto.

Kim è un fantoccio nelle mani dei cinesi che tengon in vita il suo regime: da anni però si sa che a Pyongyang e dintorni si fa la fame.

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ERITREA

Isaias Afwerki è presidente dell’Eritrea dalla nascita dello stato (1991): di recente si è paragonato a Dio ed ha detto che solo l’Altissimo potrà toglierlo dal potere.

Il paese del Corno D’Africa vive sotto il suo dominio. I ragazzi son costretti a servir nell’esercito per decenni da quando compion 16 anni.

Afwerki ha di recente stipulato degli accordi con la Russia affinché sostenga il suo regime: gli eritrei che voglion sottrarsi alla naja eterna emigran, tentando di raggiunger la folta diaspora che vive in Europa.

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HAITI

Se viver sotto una dittatura è duro, ancor peggio è viver in un posto dove la legge la dettano bande armate che conoscon solo il terrore per far valere la loro supremazia su chiunque: nel 2024 migliaia di persone son morte nelle stragi compiute da queste bande che bruciano, squartano, violentano, devastano.

Conttrollano soprattutto Port-Au Prince, la capitale, ma i loro tentacoli vanno estendendosi.

Non esiste nel paese caraibico un governo in grado di ristabilire l’ordine: c’è l’anarchia, in cui impera l’arbitrio più sfrenato.

Conseguenza: chi può scappa nei paesi vicini o negli Stati Uniti dove vive una folta diaspora haitiana.

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SIRIA

In questi giorni la stampa internazionale ha celebrato la fine dello spaventoso regime degli Assad che dal 1970 imperava in Siria:

Non sappiamo ancora se a Damasco e dintorni è sorta l’alba della democrazia o se presto ad un tiranno, nel frattempo fuggito a Mosca, se ne sostituirà un altro, desideroso magari d’imporre la legge coranica.

Il paese mediorientale vive una fase di transizione indecifrabile.

Intanto i racconti che la stampa fa delle raccapriccianti prigioni di Assad son sufficienti a farci comprendere quali e quante sofferenze han patito i siriani in questi decenni.

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VOGLIA DI DITTATURA

Ogni tanto qualche indagine sociologica c’informa che anche da noi più della metà della popolazione vorrebbe un regime autoritario: se è così, ma non ne sono veramente sicuro, dovremmo guardarci intorno per comprendere che dittatura è spesso sinonimo di oppressione, terrore, carceri, torture, violenze d’ogni tipo, sopraffazione.

In sostanza, niente che possa rendere felice l’esser umano e gli esempi non mancano di certo.

Dittatura poi è anche sinonimo di corruzione e malcostume: tutte le volte che cade un tiranno scopriamo che nei suoi palazzi si accumulavan enormi ricchezze, mentre fuori il popolo faticava ad arrivar a fine mese.

Spesso i leader più potenti posson disporre di conti bancari nei paradisi fiscali: si dice che Vladimir V. Putin ha un patrimonio che va da 100 a 160 miliardi di dollari; Mobutu che governò dispoticamente il Congo-Zaire tra il 1965 e il ’97 possedeva castelli in Francia e Belgio, oltre alla villa di Gbadolite, dove i rubinetti e i WC eran d’oro.

Anche nei regimi democratici, talvolta, i politici son insopportabili e magari s’arricchiscon oltre il limite, ma non è così difficile farli cadere e sceglierne degli altri.

PIER LUIGI GIACOMONI

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