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DOCUMENTO PROGRAMMATICO (PARTE SESTA)
(4 luglio 2016).

Nessuno rimanga indietro.
Ci impegniamo a ribadire la centralità del Quartiere – rispetto ai soggetti prestatori di servizi – ed in concorso
con la Giunta – e del suo ruolo di programmazione, indirizzo, verifica e controllo sulla corrispondenza tra il
servizio alla persona prestato ed il bisogno espresso nel territorio. Vogliamo rafforzare il ruolo del Quartiere
nell’ambito del lavoro di comunità, in particolare nello sviluppo delle reti sociali da integrare con i servizi e
nel sostegno alle forme di cittadinanza attiva per la cura e la gestione dei beni comuni, attivando sempre più
forme di collaborazione con la cittadinanza, con le associazioni e con gli operatori.
La nostra attenzione è rivolta in primo luogo ai più deboli, a chi si trova in condizioni di fragilità o disagio,
ed a chi ha problemi di salute. Ci attende il compito di far fronte ad un sistema di bisogni sempre più esteso e
diversificato all’interno di un contesto di risorse, umane ed economiche, sempre inferiori. Garantire il diritto
delle persone in difficoltà a vivere una vita dignitosa rimarrà la nostra priorità principale.
Occorre investire su progetti ed interventi rivolti alla tutela ed alla promozione della salute, alla tutela dei
minori e delle famiglie fragili, nonché a contrastare l’isolamento, l’insicurezza e la solitudine della popolazione
anziana.
Pur sapendo che andremo a muoversi in un contesto difficile, intendiamo continuare a fornire risposte adeguate ai
bisogni delle componenti più fragili del nostro territorio, coinvolgendo anche le reti di collaborazione che
abbiamo già attivato in questi ultimi anni, il privato sociale e le realtà territoriali in un’ottica di Welfare di
comunità, ed anche aumentando i controlli sulla qualità dei servizi erogati.
Sarà necessario – tenuto conto dell’aumento dei bisogni e delle esigenze di tutela che stanno via via emergendo a
fronte di una progressiva riduzione, in questi ultimi anni, delle risorse disponibili – porre in essere tutte le
possibili azioni politiche ed amministrative per elaborare nuove modalità di interventi sociali e nuove forme di
erogazione dei servizi alla persona, improntate non soltanto ad una maggiore efficacia ed efficienza, ma anche ad
ampliare la platea dei soggetti beneficiari, consolidando la collaborazione con tutti gli altri soggetti che
possano essere utilmente coinvolti.
A questo proposito, occorrerà anche migliorare l’incrocio dei dati in possesso dei vari soggetti che operano
nell’ambito sociale e sanitario per rilevare in anticipo le situazioni di disagio ed intervenire più rapidamente
anche sui fattori che trascinano le persone nella non-autosufficienza.
Lavoreremo per migliorare la capacità dello Sportello Sociale di Via Rimesse di far fronte con sempre crescente
rapidità e professionalità alle necessità delle persone, così come solleciteremo l’Amministrazione comunale a
dotare il nostro territorio di un maggior numero di assistenti sociali. Studieremo soluzioni che consentano di
trovare le modalità per spendere in modo ancora più efficace ed efficiente le risorse messe a disposizione del
Quartiere, continuando a garantire la fruizione dei servizi a al maggior numero possibile di cittadini che ne hanno
diritto.
Sarà necessario, in concreto, continuare l’opera di razionalizzazione dei servizi offerti sia dal punto di vista
qualitativo sia da quello del numero di soggetti interessati, riequilibrando le risorse tra i vari ambiti per dare
risposte al maggior numero possibile di richieste e continuare a collaborare con le strutture sanitarie e con i
medici e gli operatori dell’ASL presenti nel territorio, al fine di rafforzare l’integrazione socio-sanitaria.
Collaboreremo inoltre alla valorizzazione delle Case della Salute e di tutti i Poliambulatori del territorio,
perché siano dotati di servizi e risorse (tecnologiche ed umane) tali da implementare non solo l’integrazione
socio-sanitaria ma anche la qualità delle cure primarie e dell’offerta clinico-disgnostica.
La forte presenza di persone anziane sul nostro territorio, oltre i 65 anni d’età, ci impegnerà a continuare ad
investire sui servizi in loro favore. Continueremo inoltre a finanziare i progetti mirati a creare socialità tra le
persone più anziane, come ad esempio “Non perdiamoci di vista” o “Estate in città”, per creare occasioni di
interazione tra le persone che di solito sono portate o costrette a vivere in solitudine.
Lavoreremo per acquisire ulteriori risorse, da destinare prioritariamente alla qualificazione e al consolidamento
di interventi in favore degli anziani più fragili (inserimento in strutture residenziali, centri diurni ed
assistenza domiciliare), nonché per creare maggiore equità nei percorsi di accesso e contribuzione a questi servizi
da parte delle famiglie.
Lavoreremo per valorizzare il ruolo dei centri sociali come strutture in grado di includere, coinvolgere e
aggregare non solo la popolazione anziana, ma anche le altre fasce della popolazione, perché possano diventare
anche luoghi di incontro tra generazioni con modalità diverse da quelle abituali. Sarà importante creare sinergie
operative tra i centri sociali esistenti, i cittadini delle zone di riferimento e le altre realtà associative
presenti sul territorio.
Proseguirà il nostro impegno nello sviluppo dei servizi anche in favore di categorie diverse, come gli adulti con
problemi socio-economici e psichici, le persone con disabilità, le persone che perdono il lavoro e faticano a
reinserirsi nel mercato, i minori, le famiglie in difficoltà e gli adolescenti che vorrebbero trovare uno spazio
nella società ma che spesso per mancanza di mezzi rischiano di rimanerne emarginati.
Per quanto riguarda i minori, potenzieremo in primo luogo gli interventi di sostegno domiciliare rispetto alla
permanenza in strutture esterne, molto impattante per le famiglie, e ci proponiamo di monitorare la delicata
situazione dell’affido familiare.
Sui percorsi di inclusione è necessario creare le condizioni per un corretto controllo dei flussi migratori con
politiche di accoglienza verso i migranti, sia comunitari sia extracomunitari, nel rispetto delle leggi, nonchè dei
diritti e dei doveri di ciascuno. E’ importante valorizzare la ricchezza della multiculturalità di cui le persone
che provengono da altri paesi sono portatrici. Attiveremo iniziative che facciano crescere in questo campo la
cultura della convivenza, del rispetto reciproco e delle regole dello stare insieme.
Per attuare una politica sociale che entri realmente in profondità nelle situazioni delicate, sarà importante
sviluppare quei progetti di integrazione ed inclusione (come ad esempio l’esperienza della Scuola delle Donne,
attiva al Pilastro dall’anno scorso) che partano sia dai minori con disagio sociale, sia dalle donne di origine
straniera, spesso isolate nella loro cultura di provenienza e vittime di barriere linguistiche, per consentire loro
di svolgere un fondamentale ruolo di ponte tra radici e futuro.
Di fronte alla crescente disoccupazione e precarizzazione del lavoro, soprattutto giovanile, collaboreremo con il
Comune di Bologna sulle misure di sostegno, indirizzo ed orientamento per chi rischia di essere escluso dai diritti
di cittadinanza a causa della propria precarietà esistenziale.
Ci impegneremo a collaborare con le istituzioni ed associazioni attive nei progetti di solidarietà ed accoglienza
delle persone e delle famiglie in cerca di un futuro migliore nel nostro Paese, promuovendo la cultura
dell’inclusione e della salvaguardia della dignità umana, ma nel rispetto delle regole della convivenza e di un
quadro chiaro di diritti e doveri reciproci.

DOCUMENTO PROGRAMMATICO (PARTE QUINTA)
(4 luglio 2016).

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