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POPOLI DIMENTICATI

CHI SONO I ROHINGYA?
(23 Aprile 2024)

Chi sono i Rohingya? Per la Birmania dei subumani perché non concede loro nemmeno la cittadinanza, per il Bangladesh,dove un milione di loro si son rifugiati per sfuggire ai massacri ordinati dalla giunta militare al potere in Myanmar, degli scomodi ospiti da rimandar indietro il più presto possibile.

L’unico che parla ogni tanto di loro è Papa Francesco: eppure essi perlopiù son musulmani.

Allora, chi sono questi Rohingya?

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I ROHINGYA

Son un popolo che usa una lingua imparentata col bengalese: vivono nella parte settentrionale della Birmania, nello stato di Rakhine (noto anche come Arakan) al confine col Bangladesh.

Per alcuni sono originari dell’Arakan, altri sostengono invece che son migrati in Burma ai tempi della dominazione britannica.

Questo Paese, come già detto, non riconosce loro lo status di cittadini, perché la loro etnia non è compresa nell’elenco delle 135, contenuta nella legge sui gruppi etnici ammessi (1982), emanata ai tempi della dittatura di Newin, padrone assoluto del Paese dal golpe del 4 Marzo 1962.

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MASSACRI

Il mondo ha saputo della loro esistenza quando nel 2012 subiron degli eccidi di massa ad opera dell’esercito birmano: 400mila di loro fuggirono in Bangladesh che li collocò su certe isole del Golfo del Bengala dove son stati allestiti dei campi profughi.

Negli anni successivi il loro numero è salito a quasi un milione, confinati in luoghi inospitali dove non è possibile svolgere alcuna attività, sia perché le condizioni ambientali non lo permettono, sia perché le autorità di Dacca proibiscono loro di lasciare i campi di raccolta per esempio per trovarvi terre coltivabili.

Al momento, i Rohingya sono, secondo le Nazioni Unite, il popolo più perseguitato al mondo e, aggiungiamo noi, più dimenticato.

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XENOFOBIA

I membri di questo popolo che cercan ospitalità in altri paesi, incontrano la xenofobia.

Qualche mese fa, il Guardian segnalava che nell’isola di Aceh, Indonesia, che in passato accoglieva profughi con facilità e senza ostilità, ultimamente, anche a causa di false notizie diffuse sui social, tiktok in particolare, ora li rifiuta a priori.

«All’inizio di dicembre – scrive[1] – centinaia di rifugiati Rohingya hanno camminato lungo la costa, guidati solo dal debole bagliore delle luci di un villaggio vicino, dopo un pericoloso viaggio in barca. Quando il gruppo, che comprendeva bambini piccoli, ha raggiunto la loro destinazione, la reazione è stata mista.

La gente del posto si è riunita per protestare contro gli sbarchi, avvertendo che le risorse sono troppo limitate per ospitare i nuovi arrivati. Alla fine di dicembre, una folla ha fatto irruzione in un edificio che ospitava famiglie di rifugiati, compresi bambini, costringendo 137 persone a salire sui camion. Sono stati portati in un edificio governativo, mentre i manifestanti chiedevan che fossero allontanati.»

La campagna d’odio è iniziata quando stava decollando la corsa presidenziale del 14 Febbraio 2024: i post puntavano a demonizzare i rifugiati descrivendoli come ingrati, sporchi, cattivi musulmani.

Li si definiva una perdita di risorse e un pericolo per la popolazione locale.

Secondo l’UNHCR si è trattato d’un’iniziativa orchestrata da professionisti dellacomunicazione che infatti ha raggiunto l’obiettivo: seminare odio verso i Rohingya e diffonder paura.

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DROGA

Secondo un reportage della BBC, realizzato nel 2019, tra i Rohingya che vivono nei campi profughi allestiti dal Bangladesh, è diffuso il consumo di anfetamine. Il documentario mette in evidenza che questo stupefacente, in un primo momento, riduce il senso di fatica e tiene svegli, successivamente produce depressioni e desiderio di suicidio.

Benché cisian cliniche per la disintossicazione dei narcodipendenti, molto costose, la droga fa strage soprattutto fra i giovani che non vedon prospettive per il loro futuro.

Nel momento in cui l’opinione pubblica è seriamente e giustamente preoccupata per quanto sta accadendo a Gaza, qualcuno dovrebbe interessarsi anche alla terribile sorte dei Rohingya, disprezzati e rifiutati da tutti.

PIER LUIGI GIACOMONI

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NOTA:

[1] https://www.theguardian.com/world/2024/jan/18/the-online-hate-campaign-turning-indonesians-against-rohingya-refugees

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