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SEVIZIATO A SCUOLA DAL BRANCO.
(6 febbraio 2016).

BOLOGNA. Certi fatti, quando ti capitano segnano una vita intera, condizionano le tue relazioni interpersonali, aprono un vaso di Pandora di sofferenze indicibili ed infinite.

Sto parlando dell’atroce storia d’un ragazzo di sedici anni seviziato in una scuola della nostra città da altri suoi compagni.

La vicenda è grosso modo la seguente: un ragazzo sedicenne in ottobre vien minacciato da un compagno con un cutter che gli procura un lieve taglio alla gola; successivamente altri ragazzi, in altri momenti, l’attirano in bagno e l’umiliano, filmando la loro bravata coi cellulari e inviando le immagini ad altri.

Ritenevo, dopo aver letto i resoconti dei quotidiani che l’alunno maltrattato avesse cambiato classe se non addirittura scuola: invece il sito del Resto del Carlino riferisce:

«In classe tutti insieme, due dei tre bulli e la vittima. Come se non fosse successo niente, i tre compagni di classe hanno frequentato le lezioni ieri (venerdì) nella stessa aula.»

Più oltre veniamo informati che:

«Il preside ha già annunciato che sospenderà i tre responsabili delle violenze nel bagno e prevederà per i ragazzi i lavori socialmente utili in una casa di riposo convenzionata con l’istituto superiore.»

Prendo atto, ma mi pare che la risposta dell’istituto sia inadeguata e non rispondente alla situazione.

Qui ci sono dei giovani che fanno del male ad un loro compagno, più debole, lo umiliano, girano dei video e poi se li scambiano l’un l’altro come se fosse uno spettacolo che fa ridere.

Non traspare, da quanto scrivono i quotidiani, nessuna comprensione per il disagio della persona vessata, anzi vi leggiamo le solite scuse, eccole:

«Stavamo soltanto scherzando e non credevamo di andare incontro [a] queste conseguenze»
«Non ci aspettavamo la sospensione – sottolineano –. Crediamo di essere in buona fede quando diciamo di aver soltanto scherzato. Il video del bagno? Non siamo i soli che fanno i filmati e non abbiamo mai fatto del male al nostro compagno».

Per cui, o quello si è inventato tutto o è una ragazzata senza conseguenze: in ogni caso nemmeno una parola di comprensione, dicevamo, per la persona vessata le cui immagini han girato per gli smartphone.

Tiriamo pure avanti così: mettiamo la testa sotto la sabbia come gli struzzi e facciamo finta che non sia successo nulla. Tutto è uno scherzo, tutto una burla.

Del resto, come dice Falstaff, “tutto il mondo è burla”!

PIERLUIGI GIACOMONI

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