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RICORDO PERSONALE
(3 Aprile 2023)

BOLOGNA. Ho incontrato Ivano Marescotti, l’attore spentosi in questi giorni, due volte nella mia vita.

La prima volta fu “virtuale” la seconda reale.

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IL PRIMO INCONTRO

A fine anni Ottanta leggevo libri su audiocassette. Mi fu offerta la possibilità di leggere “Il pendolo di Foucault” un complesso romanzo scritto da Umberto Eco che molti miei amici d’allora avevano abbandonato dopo poche pagine.

Il testo era recitato magnificamente da Marescotti e, grazie alla sua interpretazione, lo portai a termine con soddisfazione.

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IL SECONDO INCONTRO

Nel 2016 insegnavo in una classe cui era iscritta la figlia dell’attore. La ragazza, in quell’epoca, stava attraversando un momento difficile della sua esistenza.

Una mattina, a fine lezioni, scesi nella hall del mio istituto scolastico ed incontrai la coppia dei Marescotti. Ai ricevimenti normalmente veniva la signora Ifigenia, una donna greca molto gentile ed affabile, ma quel giorno c’era anche lui. Erano stati convocati dal preside ed attendevano d’esser ricevuti. Parlammo un po’: raccontai a Marescotti di quando avevo letto il “Pendolo” da lui interpretato. Prima d’entrare in presidenza mi promise che m’avrebbe regalato la sua interpretazione della Divina Commedia.

Quel regalo non si concretizzò, ma quell’incontro “dal vivo” rappresenta per me uno dei più bei ricordi della mia carriera professionale.

Oggi che non c’è più mi piace ricordarlo come lo conobbi allora: anziano, forse un po’ affaticato, ma ancora pieno d’energie. Certo lui, ultrasettantenne era forse in difficoltà nei confronti d’una figlia, ragazzina di 13 anni che rifiutava la scuola e le sue richieste.

Oso sperare che quel problema sia oggi un ricordo del passato e che la ragazza abbia trovato la sua strada come tanti adolescenti che a un certo punto incontrano la fatica di crescere.

PIER LUIGI GIACOMONI

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