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KENYA

DESAPARECIDOS
(27 Gennaio 2025)

NAIROBI. Il fenomeno dei desaparecidos non è un’esclusiva del Sud America: anche in Kenya vi son almeno 19 ragazzi spariti nel nulla dopo le proteste che tra maggio e giugno 2024 han costretto il governo Ruto a ritirar la legge finanziaria che avrebbe fatto crescere le imposte e il prezzo dei beni di largo consumo.

Furon soprattutto i giovani di Nairobi e di altre città kenyane a scender per strada ed a pagar col sangue la loro ostilità alle misure d’austerity imposte dall’FMI.

Ora, molti di loro han scoperto la brutalità della polizia e dell’Intelligence che ferma, arresta, picchia, violenta, minaccia d’uccider se si parla coi media e talvolta arriva a dar la morte.

«La lista delle “abduction” -scrive avvenire.it – è aggiornata a poche settimane fa, e la rende nota su X un social media activist. «Qualcuno è ricomparso, gli altri non si sa dove siano », conferma Bennon Maina, attivista kenyano della diaspora che vive a Londra e segue da vicino la sorte dei suoi coetanei a Nairobi.»

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BILLY, ASLAM, JAMIL E GLI ALTRI

La BBC, fortunatamente, è riuscita a farsi raccontar alcune storie, sebbene molti di coloro che son finiti nelle grinfie del NIS (National Intelligence Service) una volta usciti dal carcere sian traumatizzati, per cui preferiscon non parlar di ciò che è han subìto.

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BILLY MWANGI

Billy Mwangi è scioccato: suo padre Gerald dice che non è più lui.

Il 21 dicembre 2024, mentre si trova in un negozio di barbiere ad Embu, Kenya centrale, è prelevato da un gruppo d’incappucciati, arrivati a bordo di due veicoli.

Ritrovato settimane dopo a 75 KM da casa, vien condotto in ospedale per accertamenti: Preferisce non raccontar ciò che gli è accaduto, fors’anche per timor di rappresaglie su di sé e i propri cari.

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ASLAM E JAMIL

Aslam e Jamil Longton son fratelli e vivon a Kitengela, vicino a Nairobi.

In Agosto son prelevati da uomini incappucciati che li portan in un luogo sconosciuto, li rinchiudon in piccole celle buie per 32 giorni dove son regolarmente picchiati e brutalmente interrogati.

Aslam: «Avevo molta paura. Quando la porta [della cella] si apriva ed entrava quell’uomo con un cavo in fibra e un’asta di metallo, credevo che mi avrebbe ammazzato di botte».

Jamil narra che i rapitori son armati fin ai denti, localizzan i cellulari e son sicuri dell’impunità, perché agiscon in pieno giorno tranquillamente.

Se questi però han riavuto la libertà, ve ne sono altri di cui non si sa più nulla: tra essi Issa, Nura e Muktar, spariti tutti e tre il 6 luglio scorso, durante una manifestazione anti-governativa, e Steven Mbisi scomparso a dicembre.

Il governo, attraverso i suoi portavoce, smentisce, minimizza, cerca di sviar l’attenzione: in realtà, è noto a tutti in Kenya che opporsi a Ruto e alla sua polizia è molto pericoloso e può costar caro, come dice ad avvenire il fumettista Kibet Bull arrestato e trattenuto per settimane senza processo.

PIER LUIGI GIACOMONI

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