UNA RAGAZZA, LA LEUCEMIA E LA SFIDUCIA NELLA SCIENZA MEDICA
(21 Giugno 2019)
PADOVA. Una ragazza, Eleonora Bottaro, malata di leucemia, muore il 29 agosto 2016, perché i suoi genitori la
convincono a non fare la chemioterapia: secondo loro, seguaci dei metodi alternativi propugnati dall’ex-medico
tedesco Ryke Geerd Hamer – radiato dall’albo professionale, proprio per aver elaborato e utilizzato coi propri
pazienti una terapia non scientifica da lui battezzata “nuova medicina germanica” – deve curarsi con la vitamina C
ed il cortisone.
La morte della giovane, appena 18 anni, avviene dopo otto mesi dall’insorgere della malattia: ora la giustizia
umana ha detto la sua: il 20 Giugno, il giudice monocratico di padova, ha condannato padre e madre a due anni di
reclusione, sospesi con la condizionale, per omicidio colposo aggravato.
Il magistrato ha accolto la tesi dell’accusa, secondo cui i genitori avevano condizionato la volontà della loro
figlia, impedendole un confronto e un dialogo sereno con i medici.
«Non ho sbagliato nulla, rifarei tutto quello che ho fatto. Credo nella giustizia divina – ha dichiarato la madre –
solo Dio sa quanto ha sofferto mia figlia.»
Il comportamento dei Bottaro era stato segnalato dal comitato etico dell’Azienda ospedaliera di Padova al Tribunale
dei Minori, che si era pronunciato con la sospensione della potestà genitoriale. Un provvedimento che però non ha
cambiato il corso delle cose, sempre a causa della convinzione della coppia di contrastare la chemio. Solo due anni
fa, nel 2017, il GUP patavino aveva prosciolto i due, ma ora è giunta una parola forse definitiva nel merito.
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CRESCENTE SFIDUCIA NELLA SCIENZA.
Perché ai nostri giorni c’è tanta sfiducia nella scienza? Perché si preferisce dar retta a terapie “alternative”
che non hanno alcuna base scientifica? Perché ciarlatani finiscono per avere maggior ascolto d’uno scienziato che
ci dimostra, al di là d’ogni ragionevole dubbio, che una certa terapia od un certo farmaco ci fanno bene, mentre
altre forme di cura non risolvono il problema che ci affligge?
Più in generale, perché ai nostri tempi, così tecnologici, così avanzati, dove è possibile accedere ad un gran
numero di fonti per informarsi, documentarsi, approfondire, alcuni di noi fanno scelte di netto rifiuto di ciò che
la ricerca scientifica ha acquisito per affidarsi a percorsi incerti, fino ad arrivare al sacrificio estremo della
vita?
La sfiducia nella scienza, in particolare nella medicina, c’è sempre stata: nel “Così fan tutte” di Mozart-da Ponte
(1790) la cameriera Despina si traveste da medico per curare i due nobili albanesi che han bevuto l’arsenico perché
rifiutati da Fiordiligi e Dorabella. Il finto medico si presenta così:
«Salvete, amabiles
Bonae puellae![…]
So il greco e l’arabo,
So il turco e il vandalo;
Lo svevo e il tartaro
So ancor parlar.»
Come antidoto al veleno ingerito, offre un pezzo di calamita, con cui tocca la testa ed il corpo ai due sfortunati
innamorati:
«Questo è quel pezzo
Di calamita,
Pietra mesmerica,
Ch’ebbe l’origine
Nell’Alemagna,
Che poi sì celebre
Là in Francia fu.»
Chiaramente Mozart e da Ponte vogliono prender in giro la classe medica in attività a quei tempi che ancora curava
con mezzi non propriamente scientifici, anche se la scienza medica aveva fatto passi in avanti importanti già da
alcuni secoli.
Nell’Ottocento sarebbero state fatte scoperte importanti, come quelle dei microbi e dei vaccini che permisero la
cura di malattie come la TBC e la rabbia o salvarono la vita a diverse partorienti.
Il Novecento è stato il secolo delle grandissime scoperte che hanno allungato la vita umana ed hanno permesso a
miliardi di persone di vivere a lungo e bene, ma non sono mancati passi falsi.
Tuttavia, oggi presso una parte dell’opinione pubblica le verità scientifiche valgono meno delle non-verità
proposte da persone che magari non hanno nemmeno i titoli per metter bocca su questioni complesse come le terapie
per curare patologie importanti come i tumori. Perché? Forse perché non sempre gli scienziati sono in grado di
comunicare con semplicità e chiarezza ciò che sanno; forse perché i mezzi di comunicazione di massa danno troppo
spazio alle voci alternative, obbedendo più alle esigenze degli ascolti che a quelle della corretta informazione
scientifica; forse perché, come il naufrago che di fronte al pericolo d’annegare, s’attacca a qualunque prospettiva
di salvezza, quando soffriamo davvero e qualcuno ci offre l’opportunità di guarire e d’allungare la nostra vita,
finiamo per dar ascolto anche a chi non dovremmo.
nel suo libro “balle mortali”[1] Roberto Burioni, bravo scienziato ed altrettanto bravo divulgatore, racconta tanti
casi di notizie false diffusesi in rete, divenute virali, che alla fine hanno portato alla morte prematura di
persone gravemente malate, solo perché han seguito terapie non scientifiche. Egli scrive, citando Cesare: «di
solito gli uomini credono volentieri in ciò che desiderano. Non in ciò che è vero. […]
L’uomo è pronto a dare tutto quello che possiede per salvarsi la vita, ed è disposto a credere a qualunque bugia in
quei momenti. Ho visto persone intelligentissime, scienziati brillanti, medici di grande esperienza perdere di
colpo tutta la loro sapienza e la loro lucidità di fronte al dolore e affidarsi a ciarlatani che raccontavano
tranquillizzanti menzogne. Praticoni senza scrupoli che sanno bene che un paziente gravemente malato è disposto a
dare tutto per salvarsi la vita; e sono ben felici di portargli via con false promesse tutto quel che è disposto a
dare. Le bugie raccontate a chi è malato, o anche a chi solo crede di esserlo, sono terribili. Prima di tutto
perché vengono propinate a persone estremamente vulnerabili. Quando la medicina dice “Ti aspetta una cura dolorosa
e difficile, e non sono sicuro che guarirai”, chi dice “Non hai nulla e starai benissimo semplicemente cambiando la
tua dieta” ha gioco facile: sta dicendo al paziente quello che lui desidera sentirsi dire e quello che vuole
credere. Ma l’altro motivo per cui le menzogne nel campo della salute sono particolarmente gravi è che le loro
conseguenze possono essere catastrofiche.
Le bugie, si dice, hanno le gambe corte. Ma quando riguardano la salute corrono abbastanza velocemente da
raggiungere chi le crede e ucciderlo», come, appunto, è accaduto a Padova alla giovane Eleonora.
PIER LUIGI GIACOMONI
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NOTA:
[1] R. Burioni: Balle mortali. Meglio vivere con la scienza che morire coi ciarlatani. Ed. Mondadori, Milano, 2018.