RD CONGO
L’M23 OCCUPA GOMA
(29 Gennaio 2025)
GOMA. Alla fine, dopo un’offensiva in atto da giorni, Goma, capoluogo della provincia congolese del Nord Kivu, cade nelle mani del Mouvement 23 du mars (M23) che da anni combatte nell’Est del paese.
Il 27 Gennaio, i miliziani entran in città, che conta circa 1 milione d’abitanti, cui si devon aggiunger 700.000 sfollati, occupan l’aeroporto, il porto sul Kivu ed altri punti strategici: le forze armate congolesi FARDC e i loro alleati non riescon a contener l’assalto dei miliziani che si valgon d’armi leggere e pesanti.
Peraltro, diversi soldati ed ufficiali congolesi attraversan la frontiera col vicino e si lascian disarmar dai colleghi ruandesi.
Che l’obiettivo di quest’offensiva sia Goma lo si capisce da giorni, visto che non sembra che l’M23 incontri sul proprio cammino vera resistenza: cade così nelle mani dei Tutsi congolesi l’intero forziere dell’RDC, costituito da minerali preziosi come coltan, cobalto, manganese, oro, diamanti e molto altro.
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CONGO VS RUANDA
La rivalità tra Congo e Ruanda ha una lunga storia: nel settembre 1996 Laurent D. Kabila è appoggiato da militari ruandesi nella sua avanzata verso Kinshasa alla conquista del potere.
Quando poi (maggio 1997) si proclama Presidente del Congo, allora ancora chiamato Zaire, i ruandesi diventan il suo braccio armato, mal sopportati dagli autoctoni.
L’anno dopo, improvviso voltafaccia: Kabila caccia i ruandesi e si mette nelle mani dell’esercito nazionale: Kigali è costretta a ritirarsi, ma nell’est scoppian combattimenti.
E’ la guerra che per cinque anni sconvolge il Congo: nel 2001, Kabila cade vittima d’un complotto. Lo sostituisce alla presidenza il figlio Joseph che continua la guerra, forte dell’appoggio di diversi Stati africani
in quella che è passata alla storia come “la prima guerra mondiale d’Africa”.
In palio c’è il controllo delle enormi risorse minerarie e naturali del Paese disastrato da oltre trent’anni di dittatura Mobutu e dal perdurare dei conflitti. Il Ruanda è appoggiato dall’Uganda, poi però i due diventan nemici e si combatton.
Solo nel 2003, con gli accordi di Lusaka, si mette fine alla guerra generalizzata, ma l’est rimane turbolento: più di 100 milizie si affrontan a colpi d’arma da fuoco e di machete. Nel 2009 sorge tra i vari movimenti quello che poi assumerà il nome di M23 che vuol difender gl’interessi dei Tutsi congolesi che si ritengon discriminati dalle autorità di Kinshasa e soffron gli attacchi degli Hutu che han ricostituito milizie pronte a rientrar in Ruanda.
2012: l’M23 occupa per una settimana Goma: gli Stati Uniti, molto vicini a Kigali, persuadon Kagame a ritirarli dalla città.
2021: nuova insurrezione dei Tutsi congolesi e progressiva espansione della loro influenza nel Nord Kivu.
Metà gennaio 2025: offensiva contro le FARDC. Cadono Masisi, Minova, Sud Kivu, Sake e poi Goma.
L’Esercito congolese e i suoi alleati, i patrioti Wazalondo, non riescon a contener l’avanzata dei miliziani in cui operan, secondo le Nazioni Unite militari ruandesi.
Kigali respinge l’accusa e lamenta distruzioni e morti a Rubavu.
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EMERGENZA UMANITARIA
Mentre la diplomazia sembra girar a vuoto, a Goma esplode l’emergenza umanitaria: dal 24 Gennaio mancan acqua e corrente elettrica, gli ospedali son pieni di feriti e i medici non riescon ad intervenire.
I prezzi dei prodotti di largo consumo si moltiplican per due o per tre e c’è un forte rischio fame, mentre non mancan saccheggi e violenze.
La città, che normalmente ha fra 1 e 2 milioni d’abitanti, ora è invasa di sfollati provenienti dalle aree vicine.
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RISCHIO ESCALATION?
A Kinshasa e in tutto il Congo cresce la protesta contro quella che vien definita l’invasione ruandese: nella capitale, il 28 Gennaio son assaltate le ambasciate di diversi Paesi, Stati Uniti, Francia, Belgio, Kenya, Uganda, e Ruanda, inoltre si registran saccheggi ed incendi.
Altrove son promosse manifestazioni popolari, come a Bukavu, Sud Kivu, ed in altre province.
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PERCHE’ ADESSO?
Questa guerra assomiglia a tanti altri conflitti in atto tra paesi rivali: la Russia invade l’Ucraina, Israele, Gaza e il Libano, mentre Trump entrato alla Casa Bianca da pochi giorni sogna d’inglobare la Groenlandia, il Canada e il canale di Panamá.
Se all’origine delle Nazioni Unite vi era il sogno di creare un clima per cui le controversie tra Stati devon risolversi diplomaticamente, questi paesi stan dimostrando che posson far da soli.
Il Ruanda vuol controllar l’est del Congo per impadronirsi delle riserve minerarie, funzionali alla propria dirompente crescita economica ed allontanar il rischio d’un’invasione degli Interhamwe che nel frattempo han creato un fronte di liberazione per riconquistar il potere a Kigali appena se ne presenti l’occasione?
Perfetto: Approfitta della nascita d’una milizia di Tutsi congolesi, li arma, li addestra e crea le condizioni affinché il sogno si realizzi, giocando anche sulle debolezze strutturali del Congo che da decenni ha un esercito inefficiente, malpagato e corrotto.
A qualcuno deve esser sembrato questo il momento propizio per metter a segno il proprio progetto:ora vedremo se la diplomazia internazionale riuscirà a bloccare questo nuovo focolaio di guerra.
PIER LUIGI GIACOMONI