FRANCIA
2024, L’ANNO DEI QUATTRO PREMIER
(24 Dicembre 2024)
PARIGI. In meno d’un anno in Francia si son succeduti quattro premier: élisabeth Borne, Gabriel Attal, Michel Barnier ed ora François Bayrou.
Un ritmo d’avvicendamenti che sembra ricordare Terza e Quarta Repubblica, non la quinta dove un uomo come Georges Pompidou ha potuto guidar il governo per sei anni e Raymond Barr per cinque.
Il paese sembra precipitato in un vortice d’instabilità che non si ricordava da tempo.
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CUMULO D’ERRORI
1. éLISABETH BORNE
Dopo le consultazioni del 2022, che avevan confermato Macron all’Eliseo e prodotto un’Assemblea Nazionale senza una chiara maggioranza, la guida dell’esecutivo è affidata ad élisabeth Borne che per far passare molti progetti di legge, cui tiene molto, s’avvale del terzo comma dell’art. 49 della Costituzione: che dà al Premier la facoltà di chieder alla camera d’approvare un ddl senza dibattito, salvo la possibilità per le minoranze di proporre una mozione di censura che per passare deve ottenere la maggioranza assoluta.
Così, vien approvata la legge che allunga l’età pensionabile da 62 a 64 anni entro il 2030: il governo vince la prova di forza, malgrado scioperi e manifestazioni, ma il Presidente perde popolarità.
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2. GABRIEL ATTAL
Così, Macron commette il primo grosso errore: licenzia Madame Borne e nomina un giovanotto con poca esperienza politica alla Presidenza del Consiglio: il 34enne Gabriel Attal.
La popolarità di Macron non cresce: il 9 Giugno i francesi van alle urne per sceglier i loro europarlamentari e per la coalizione centrista è una debacle.
Il Presidente commette il suo secondo errore: convoca a tambur battente le legislative: al primo turno, 30 giugno, l’estrema destra è la più votata, al secondo, 7 luglio, grazie ad un accordo tra tutte le forze politiche antidestra s’impedisce a Marine Le Pen e al suo pupillo Jordan Bardella d’assumer la guida del governo.
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3. MICHEL BARNIER
La camera che il 17 Luglio s’inaugura è ancor più frammentata della precedente e la formazione d’un governo diventa un’impresa ardua.
Macron non vuol che governi né la destra, né la sinistra, perciò dopo un’estate di tentennamenti ed incertezze, a settembre vien congedato Gabriel Attal e nominato Michel Barnier, uomo politico di lungo corso che si è fatto un nome durante le trattative che la UE ha condotto per anni con la Gran Bretagna, quando voleva la Brexit.
Barnier forma un ministero di centro-destra, molto debole, che spera di non esser censurato, ma quando chiede d’approvar il bilancio, applicando il terzo comma dell’art. 49, sia la destra che la sinistra gli voltan le spalle.
Con 331 voti il gabinetto è rovesciato ed il presidente deve trovarsi un nuovo premier.
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4. FRANCOIS BAYROU
E’ a questo punto che entra in scena François Bayrou, politico di cenntro che vorrebbe varar un ministero in cui entrino esponenti della destra moderata e della sinistra dialogante.
L’operazione, alla luce delle critiche emerse dopo l’annuncio della composizione del gabinetto, pare non riuscita.
Non è ancora chiaro se al momento dell’esposizione del programma legislativo, 14 Gennaio 2025, davanti all’emiciclo, sarà subito presentata una mozione di censura o se si attenderà l’inoltro d’un nuovo progetto di bilancio per far cader anche quest’esecutivo.
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POLARIZZAZIONE
In altri tempi, il gabinetto Bayrou avrebbe anche potuto navigare per un po’ di tempo, ma questi son anni di forte polarizzazione in cui si confrontan duramente una destra estrema che oggi puyò contare su circa un terzo dei voti ed una sinistra che si è consegnata mani e piedi a Jean-Luc Mélenchon, tribuno intransigente che mette insieme sovranismo e ampliamento della spesa pubblica senza limiti.
La Francia però non ha i conti a posto e secondo l’Unione Europea deve ridurre deficit e debito.
Il paese entra nel 2025 in regime di esercizio provvisorio: il 18 dicembre le camere han approvato una legge urgente che consente di rifinanziare le attività ordinarie dello Stato e evitare il blocco delle amministrazioni.
Il premier dovrà negoziare con le forze politiche una nuova manovra:
• La sinistra pone come condizione il ritiro della riforma delle pensioni approvata nel 2023;
• la destra chiede meno tagli di spesa ed un sostegno al’economia francese, per esempio l’agricoltura.
Inoltre propone una politica di sostegno alle classi medie che han subìto gli effetti degli aumenti di prezzo. dei principali prodotti di consumo.
Nella politica di Parigi poi fa irruzione il ciclone Chido che ha devastato Mayotte: non a caso Bayrou ha chiamato l’ex premier Manuel Vals al ministero per l’Oltremare perché le immagini che giungon dall’isola dell’Oceano Indiano metton a nudo l’abbandono in cui versa questo lontano pezzo di Francia.
PIER LUIGI GIACOMONI