VERE MONARCHIE E PSEUDO REPUBBLICHE
(21 Settembre 2022)
LONDRA. Cosa distingue le monarchie dalle repubbliche? Nelle monarchie il Capo dello Stato sale al potere per diritto ereditario e rimane in carica tutta la vita, salvo rinuncia; nelle repubbliche è eletto per un mandato predeterminato e chi gli succede non è un suo familiare, ma un’altra persona scelta da chi ha titolo per farlo.
Eppure, nel panorama mondiale dei circa 200 Stati o territori semiindipendenti troviamo sia delle monarchie autentiche, sia delle finte repubbliche.
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MONARCHIE VERE
EUROPA
L’istituto monarchico è presente NEL mondo contemporaneo complessivamente in una cinquantina di Stati, tra cui i 14 che riconoscono nel regnante britannico la loro massima autorità.
In Europa, oltre che in Gran Bretagna, le troviamo soprattutto in Scandinavia, (Svezia, Norvegia e Danimarca), nel BeNeLux ed in Spagna.
Vi sono altri piccoli territori, come Liechtenstein e Monaco che sono dei principati.
Andorra, piccolo Stato situato sulle pendici dei Pirenei tra Francia e Spagna, ha come capi di stato congiunti il Presidente francese e un vescovo catalano.
Anche il Vaticano è una monarchia, ma non ereditaria: il Papa, eletto da un collegio di grandi elettori, i Cardinali, rimane in carica a vita, ma non può trasferire il suo potere ad un erede. Cumula in sé diverse cariche: Capo dello Stato della Città del Vaticano, Vescovo di Roma, capo della Chiesa cattolica.
quasi tutte le monarchie europee sono regimi costituzionali: re e regine hanno poteri limitati e svolgono spesso funzioni puramente cerimoniali.
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ASIA
Sul continente asiatico sussistono diverse monarchie: alcune assolute o semifeudali, altre costituzionali e più vicine alla nostra sensibilità democratica.
Vi sono Stati nei quali il re è anche investito d’un ruolo religioso.
Il Re dell’Arabia Saudita, ad esempio, è capo quasi assoluto del suo paese, ma è anche “custode dei luoghi santi dell’Islam” dal momento che nel reame sorge la città santa della Mecca, dove il Profeta Maometto morì nel 632 d.C. Tutti gli anni, in questa città milioni di musulmani vi affluiscono per compiervi il pellegrinaggio prescritto dalla religione islamica.
Nel Golfo persico sorgono altre monarchie in parte assolute, come Qatar e Bahrein, o semicostituzionali, come il Kuwait dove periodicamente vien eletto un parlamento. Una camera esiste anche in Giordania dove il re ha poteri relativamente ampi, ma deve convivere con un governo elettivo.
Sulle pendici dell’Himalaya troviamo il regno del Bhutan, famoso per la sua politica ambientalista, mentre nel Sud-est asiatico sussistono i regni di Thailandia e Cambogia: qui i re han poteri limitati e ruoli cerimoniali.
Nella stessa regione, curioso l’assetto istituzionale della Malaysia: il capo dello stato è un re che rimane in carica circa cinque anni. L’eleggono i Sultani che dirigono nove dei 13 Stati della federazione malese.
Una federazione di piccoli regni è l’Unione degli Emirati Arabi: ognuno di essi, sette in tutto, è governato da un emiro: quello di Abu Dhabi è il Presidente della confederazione.
Altri regni asiatici: Oman, Brunei e Giappone.
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OCEANIA
Proseguendo nel nostro giro del mondo alla ricerca dei Paesi retti da monarchi più o meno assoluti, giungiamo in Oceania: qui le monarchie vere non mancano.
A parte i Paesi che riconoscono come proprio re il sovrano britannico, come Australia, Nuova Zelanda e Papua-Nuova Guinea, per citarne solo alcuni, sono monarchie costituzionali anche le isole Tonga, che hanno un re autoctono.
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AMERICHE
Attraversato l’oceano Pacifico da occidente ad oriente, approdiamo in America: qui le monarchie sono perloppiù Stati che attribuiscono al re britannico il ruolo di primo cittadino.
E’ il caso del Canada, di Giamaica, Bahamas, Belize ed altri piccoli territori dei Caraibi.
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AFRICA
Ufficialmente, in Africa i regni sono appena 3 su 54 Stati indipendenti: Marocco, nella parte nord del continente, Lesotho ed Eswatini all’interno del territorio sudafricano.
A Rabat, vige un regime semicostituzionale: Re Mohammed VI svolge un ruolo rilevante soprattutto in politica estera e come “principe dei credenti” in rapporto alla religione islamica.
Dopo la riforma della costituzione, il governo è però presieduto da un premier che è espressione della maggioranza parlamentare.
Eswatini (ex Swaziland) e Lesotho sono monarchie assolute.
All’interno di diversi Stati africani sussistono dei regni tradizionali che riguardano alcuni gruppi etnici: gli Zulu sudafricani, ad esempio, in Agosto han incoronato il loro nuovo re.
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LE COLONIE
Anche se gl’imperi coloniali sono quasi estinti, in diverse parti del mondo sussistono porzioni di territorio ancora sottomessi a potenze straniere.
Ovviamente, i loro capi di Stato sono quelli della madrepatria.
Il re britannico è anche sovrano dell’isola di Man, nel mar d’Irlanda, e di quelle del Canale della Manica (Jersey e Guernsey), nonché di Gibilterra, nel sud della penisola iberica;
nei Caraibi, tra gli altri, dell’arcipelago delle Cayman, di Anguilla e le isole di Turks and Caicos;
nell’atlantico meridionale troviamo i territori di Sant’Elena, dove fu imprigionato Napoleone Bonaparte dopo la battaglia di Waterloo, e l’arcipelago delle Falklands, oggetto d’un breve ma sanguinoso conflitto tra Gran Bretagna ed Argentina (1982);
nel Pacifico meridionale, dell’isola di Pitcairn dove si rifugiarono gli ammutinati del Bounty.
La regina di Danimarca, Margherita II, è sovrana anche per le isole Fär Hör, tra Scozia e Islanda, e della Groenlandia, enorme isola situata a nord del Canada;
Re Guglielmo Alessandro dei paesi Bassi è capo anche di Aruba, Curaçao e Bonaire, tre possedimenti olandesi nei Caraibi meridionali.
La maggior parte di queste colonie gode d’un’ampia autonomia interna: politica estera e difesa sono assicurate dalla madrepatria: alcune battono moneta propria, altre utilizzano quella del paese dominante.
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PSEUDOREGNI
Detto tutto ciò, Nel mondo delle Repubbliche ci sono degli “pseudoregni”, degli Stati cioè dove il Presidente è in carica quasi a vita e sogna di trasmettere il proprio potere ai figli, come nelle monarchie.
Ecco qualche esempio:
L’Africa sembra essere il “paradiso dei patriarchi”: in diverse nazioni imperano incontrastati dei veri monarchi repubblicani.
Tra i più longevi in carica si segnala Teodoro Mbazogo Nguema (Guinea Equatoriale). E’ alla testa del suo piccolo Stato dal 3 Agosto 1979, quando s’impadronì del potere con un colpo di Stato. Il suo predecessore Francisco M. Nguema, suo parente, era famoso per la sua ferocia. Il successore non è meno spietato quando si deve sbarazzare d’oppositori politici scomodi.
Mbazogo Nguema spera che alla sua morte gli succeda uno dei figli, come nelle monarchie.
I vicini di questo piccolo Stato ricco di petrolio non sono da meno: il Gabon è dominato dal 1967 dalla famiglia Bongo Ondimba: il padre, Omar (già Albert Bernard) è stato al potere dal 1967 al 2009, il figlio Alì l’ha sostituito;
in Camerun, dopo i vent’anni del Presidente Ahmadou Aidjo (1960-82) gli è succeduto Paul Biya che siede sul “trono” di Yaoundé da quarant’anni;
Più a sud, nel Congo (Brazzaville) Denis Sassou Nguesso signoreggia quasi ininterrottamente dal golpe del 5 febbraio 1979, mentre più ad ovest, sempre nel Golfo di Guinea, il Togo è una proprietà privata della dinastia Gnassimbé: prima il padre Eyadema (1967-2005) poi il figlio (in carica da 17 anni.
In Africa orientale, il Ruanda è dominato dal 1994 dall’FPR e dal suo leader Paul Kagame, mentre nel vicino Uganda, padrone del paese è Yoweri Museveni, presidente dal 1986.
In Eritrea, ex colonia italiana, indipendente dal 1991, Isaias Afewerki è padrone assoluto del Paese dalla fondazione.
Anche in altre parti del mondo ci sono i Presidenti-re: in Bielorussia, Aleksandr Lukashenko guida ininterrottamente il paese dal 1994 e Daniel Ortega, insieme alla moglie Rosario Murillo, è capo del Nicaragua dal 2007. Hun Sen, Primo Ministro della Cambogia domina la scena dal 1982, mentre in Corea del Nord i Kim si trasmettono il bastone del comando di padre in figlio dal 1945. Bashar al-Assad guida la Siria dal 2000: prima al suo posto c’era il padre Hafez. Quindi la dinastia Assad signoreggia su quel paese mediorientale dal 1970.
In Iran, dalla rivoluzione islamica del 1979 chi davvero prende le decisioni più importanti è la “guida suprema” del clero sciita: dal ’79 alla morte l’Ayatollah Khomeini, seguito poi dal successore Ali Khamenei.
Molti di questi “uomini forti” si fanno eleggere ogni tanto, altri no, comportandosi proprio come dei veri sovrani: il russo Vladimir V. Putin, il turco Recep T. Erdogan e l’ungherese Viktor Orbán si sottopongono al giudizio delle urne, ma l’esito degli scrutini è scontato in partenza.
Isaias Afewerki, padre padrone dell’Eritrea, non ci pensa nemmeno.
di recente in tunisia il Presidente kais Sayed ha compiuto un autogolpe:il 25 luglio 2021 ha sciolto il parlamento, ha fatto stendere una nuova costituzione a sua immagine e somiglianza e l’ha sottoposta a referendum: in pratica da quattordici mesi sta governando il paese senza alcun controllo né limite giuridico.
a dicembre si terranno le elezioni legislative, ma è ovvio che il potere reale sta nelle mani del Capo dello Stato e del suo entourage.
Formalmente, questi Stati sono delle repubbliche, ma la loro condizione li fa assomigliare molto a monarchie perché chi detiene il comando supremo sono persone che lo fanno per decenni e alla fine sperano, spesso riuscendoci, di trasferire la “corona” a qualche parente, come avvenuto in questi giorni legittimamente a Londra, in seguito alla morte della regina Elisabetta II di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord.
PIER LUIGI GIACOMONI