STATI UNITI
JIMMY CARTER HA CENT’ANNI
(15 Ottobre 2024)
PLAINS (GEORGIA). James Earl Carter jR., più noto come Jimmy, Presidente degli Stati Uniti dal 1977 al 1981 ha compiuto L’1° Ottobre 100 anni.
Colpito da un tumore sembrava non dovesse tagliare questo traguardo, ma c’è riuscito ed ha dichiarato che spera d’arrivare al 5 novembre per votare Kamala harris.
Dopo aver svolto diversi mestieri, tra cui quello di coltivatore d’arachidi,nel 1962 entra nel parlamento della Georgia e nel ’70 è eletto Governatore.
Nel ’74 pone la sua candidatura per la nomination democratica: agli Stati Uniti, dice serve un Presidente che non dica bugie.
Durante la corsa nella primavera del ’76 comincia a profilarsi come un serio concorrente alla nomination che la convenzione dell’Asinello gli conferisce nell’estate di quell’anno.
Suo avversario il 2 novembre è il Presidente uscente Gerald R. Ford che due anni prima aveva preso il posto del dimissionario Richard M. Nixon.
Carter vince con 297 voti elettorali contro 241 e il 20 Gennaio 1977: s’insedia alla Casa Bbianca.
Il suo quadriennio è quanto mai tormentato: il paese è attraversato da una grave crisi economica, conseguente ai due shock petroliferi e alle numerose tensioni internazionali che fan aumentare i prezzi sia dei carburanti sia di tutti gli altri prodotti.
gli avversari gli rimproverano l’inesperienza, dovuta anche al non esser un membro dell’establishment washingtoniano.
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LA POLITICA ESTERA
Carter vorrebbe che la politica internazionale degli Stati Uniti fosse maggiormente rispettosa dei diritti umani: lo dichiara fin dal discorso d’insediamento osservando che un paese libero come gli USA non possono girarsi dall’altra parte quando altrove non vengon rispettati i diritti fondamentali dell’uomo.
Nonostante l’opposizione di diversi membri della sua amministrazione, firma col leader panamense Omar Torrijos il trattato che riconsegna la gestione del Canale a Panamà a partire dal 2000 e riunisce a Camp David, una delle residenze del Presidente i leader di Israele ed Egitto per concluder con loro un trattato di pace che ponga le basi per una composizione del conflitto mediorientale.
Nel 1978 però l’URSS invade l’Afghanistan e l’anno dopo l’Ayatollah Khomeini prende il potere in Iran, rovesciando lo Shah Reza Pahlevi, grande alleato di Washington nella cruciale regione del Golfo Persico.
Qualche tempo dopo, gli studenti islamici prendon d’assalto l’ambasciata americana a Teheran e ne rapiscon i dipendenti, tenendoli in ostaggio fin al gennaio 1981.
Carter le prova tutte per liberar i prigionieri, ma non ci riesce, perdendo le elezioni del 1980 contro il repubblicano Ronald W. Reagan.
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DOPO LA CASA BIANCA
Uscito di scena dalla politica nazionale, Carter si dedica con la fondazione che porta il suo nome al rispetto dei diritti umani: il Carter Center sorveglia l’andamento delle elezioni in diversi Paesi del mondo e si batte per il mantenimento della pace.
Questo impegno gli frutta nel 2002 il premio Nobel per la pace e il rispetto internazionale: si può dire infatti che James Earl Carter Jr. detto Jimmy è stato più fortunato come attivista della pace e della libertà che come Presidente statunitense.
PIER LUIGI GIACOMONI