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STATI UNITI

COME VIEN ELETTO IL PRESIDENTE
(16 Ottobre 2024)

WASHINGTON D. C. Tra tre settimane esatte, negli Stati Uniti si elegge il nuovo Presidente: è quindi venuto il momento di spiegare ancora una volta come vien eletto una delle personalità più importanti del nostro pianeta.

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0. CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE

E’ convinzione diffusa in Italia che il Presidente USA sia eletto direttamente dal popolo e che la Repubblica americana sia fondamentalmente presidenziale: è vero che il Presidente dispone d’ampi poteri, ma il Congresso detiene i cordoni della borsa e può condizionarne la politica.

Perché un candidato arrivi effettivamente a correr per la Casa Bianca, se fa parte di uno dei due grandi partiti, deve prima partecipare alle primarie e ai caucus che si tengono nella prima parte dell’anno nei 50 Stati della Confederazione, nonché nei territori dipendenti, come le Samoa, Pacifico, o Porto Rico, Caraibi.

Da queste primarie e caucus, scaturiscon i delegati che poi, riuniti in convenzione nazionale, una specie di congresso di partito, designeranno i candidati alla presidenza e vice.

Il primo Stato a tenere il proprio caucus è dagli anni 50 l’Iowa, seguito dal New Hampshire: quest’anno si è cominciato in febbraio, ma già a marzo era chiaro che in campo democratico aveva la nomination in tasca Joseph R. Biden Jr., il Presidente uscente; per i repubblicani Donald J. Trump ha rapidamente sbaragliato il campo dei suoi concorrenti.

Tra Luglio e agosto poi si son tenute le convention: a Milwaukee, Winsconsin, si è riunita quella repubblicana, un mese dopo, a Chicago, quella democratica.

Se i “rossi”[1] han rapidamente designato loro candidato il Tycoon, fra i democratici è avvenuto un colpo di scena: il 21 Luglio, ne abbiamo già scritto, Joe Biden si è ritirato, lanciando la candidatura della vice Kamala D. Harris.

Così, i delegati dei “blu” han scelto l’ex senatrice della California come avversaria dell’Ex Presidente.

Detto tutto questo, vediamo ora come si elegge negli USA il Presidente.

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1. CHI PUO’ DIVENTAR PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI?

In base alla costituzione del 1787, alla Presidenza può giungere solo chi è nato nel territorio degli Stati Uniti: una persona naturalizzata americana non può ambire a quest’alta carica.

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2. CHI PUO’ VOTARE PER LE ELEZIONI PRESIDENZIALI?

Tutti i cittadini americani maggiorenni che però si sian iscritti nelle liste elettorali. Regole e date limite per l’iscrizione nelle liste elettorali son fissate da singole leggi statali che posson, se voglion, limitar l’accesso al voto.

Chi si iscrive per votare può affiliarsi a uno dei due grandi partiti, democratico o repubblicano: ciò gli dà diritto di partecipare alle primarie; se invece si dichiara indipendente da questo voto è generalmente escluso, tranne in alcune legislazioni statali.

E’ possibile iscriversi per posta e on line, così come è possibile votar per corrispondenza e in anticipo rispetto alla data del primo martedì di novembre.

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3. CHI ELEGGE PRESIDENTE E VICE?

In base alla Costituzione, sia il Presidente che il vice son eletti da un collegio di grandi elettori (oggi 538) scelti a suffragio universale.

Questi son la somma dei rappresentanti e dei senatori che ogni Stato manda al Congresso di Washington.

Il District of Columbia, che non ha rappresentanti al Senato e per la Camera elegge un deputato che non ha diritto di voto ma solo di parola, esprime tre voti elettorali.

Dopo ogni censimento generale della popolazione, si procede ad assegnare a ciascuno Stato il quantitativo di grandi elettori che gli spetta:

Ogni ticket presidenziale deve raccoglier firme in ciascuno Stato per poter concorrer all’assegnazione dei voti in palio: ciò permette ai diversi nominativi di figurare sulla scheda elettorale.

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4. CON QUALE SISTEMA ELETTORALE SON SCELTI I COMPONENTI DEL COLLEGIO?

Generalmente, la lista che ottiene il maggior numero di voti popolari s’aggiudica tutti i posti in palio: nel Maine e in Nebraska l’assegnazione è semiproporzionale perché dipende da chi vince nei diversi distretti parlamentari.

Per conquistare la presidenza un ticket deve ottenere almeno 270 voti elettorali.

Attualmente, si dice che i democratici possan contare su 226 voti sicuri mentre i repubblicani ne hanno già in cassaforte 219: rimangon sette Stati in bilico, per un totale di 93 voti elettorali.

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5. PERCHE’ E’ STATO INTRODOTTO QUESTO SISTEMA DI VOTO?

Qui bisogna rifarsi alle origini degli Stati Uniti: nel 1776 le tredici colonie britanniche della costa orientale proclamaron l’indipendenza da Londra, ma non tutte volevan entrare in un superstato: ci vollero undici anni prima che si definisse una costituzione.

Il testo che uscì dalle discussioni del Congresso costituente assegnava parecchi poteri ai singoli Stati e prevedeva un parlamento bicamerale: alla Camera il numero dei seggi sarebbe stato calcolato sulla base della popolazione, al Senato ogni Stato deteneva due rappresentanti. In questo modo, dicevan i padri fondatori, gli Stati più grandi e popolosi non avrebbero fagocitato i più piccoli.

Oggi quindi al Senato California, Texas e New York, stati molto popolosi, contan come Wyoming, Delaware e New Hampshire, territori di piccole dimensioni e poco abitati.

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6. QUANDO IL COLLEGIO ELETTORALE SCEGLIE EFFETTIVAMENTE IL PRESIDENTE?

Dopo il voto del primo martedì di novembre, scrutinate le schede, anche quelle provenienti dall’estero, i membri del collegio elettorale si riuniscon, nelle capitali dei 50 Stati, il terzo lunedì di dicembre per proceder effettivamente all’elezione del Presidente e del Vice.

Nella maggior parte dei casi, i grandi elettori son tenuti a votare per la lista che han sostenuto durante la campagna elettorale e, quindi, la votazione è una formalità, ma alcuni Stati riconoscono nella propria legislazione la possibilità che i delegati possan cambiar voto.

Entro fine dicembre, poi, i singoli Stati devon comunicar al Congresso l’esito della votazione, in modo che le due camere, che si riuniscon il primo lunedì di gennaio, possan proclamar il risultato.

Generalmente, tutte queste operazioni son delle formalità, ma il 6 Gennaio 2021 ci fu l’assalto al Congresso: Donald J. Trump da mesi andava ripetendo che le elezioni del 3 novembre 2020 eran state rubate dai democratici ed aveva esercitato pressioni sui governatori di diversi Stati, in particolare in Georgia, affinché dessero la vittoria a lui invece che a Joseph R. Biden.

Alla fine, malgrado le violenze e la morte d’alcune persone, il Congresso ratificò l’elezione di Biden e della sua vice Kamala D. Harris.

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7. IL COLLEGIO ELETTORALE HA ALTRE FUNZIONI?

No, eletti i numeri uno e due del Paese si scioglie e fra quattro anni se ne eleggerà un altro.

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8. COSA ACCADE SE NESSUNA LISTA PREVALE?

Poiché il numero dei grandi elettori è 538, può accadere che nessuna lista ottenga i fatidici 270 voti elettorali: in un caso del genere l’elezione del Presidente è affidata al Congresso.

La Camera dei Rappresentanti elegge il Presidente, il Senato il vice.

Il voto alla Camera avviene per Stati: ogni delegazione statale esprime un voto; chi ne ottiene 26 è eletto.

Se in una delegazione statale non si manifesta una maggioranza il suo voto non vien contato.

Per la vice presidenza l’elezione spetta al Senato: ogni senatore vota per il candidato che preferisce, scegliendolo tra i due più votati. Per vincere, un nominativo deve ottenere la maggioranza assoluta (51 schede).

Potrebbe quindi avvenire che il Presidente sia repubblicano e il vice democratico o viceversa.
 
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9. VI SONO STATI DEI CANDIDATI ELETTI CHE AVEVANO AVUTO MENO VOTI POPOLARI DEI LORO RIVALI?

Sì, perché il sistema di elezione che abbiam descritto mette in secondo piano il voto popolare: così, se una lista conquista gli Stati col maggior numero di voti elettorali vince su tutte le altre.

Nel 2016 Hillary Clinton prese più voti popolari di Donald J. Trump, ma perse in Stati chiave come Winsconsin e Michigan, giocandosi l’elezione.

Va anche precisato che oltre ai candidati democratico e repubblicano sono presenti anche altre liste: i Verdi, i socialisti, i libertari…

Questi binomi non han alcuna possibilità di concorrer per la presidenza, ma posson sottrarre voti alle liste maggiori.

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10. A NOVEMBRE SI VOTA SOLO PER LE PRESIDENZIALI?

No, oltre ad eleggere il collegio dei 538, gli americani sceglieranno un terzo dei senatori (34 su 100), tutta la Camera dei Rappresentanti (435 seggi), numerose cariche statali e locali.

In diversi Stati, poi, ci saranno dei referendum su questioni d’interesse locale.

E’ per questo che il primo martedì di novembre è chiamato election day, perché in quel giorno si svolgon sempre molte consultazioni popolari, anche se non mancan apppuntamenti con le urne anche in altri momenti dell’anno.

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11. PUÒ AVVENIRE CHE IL PRESIDENTE SIA D’UN COLORE POLITICO ED IL CONGRESSO D’UN ALTRO?

Sì. Negli ultimi anni il Presidente Obama (D) si è dovuto scontrare con un legislativo a maggioranza repubblicana.
In passato Presidenti repubblicani hanno avuto contro di sé congressi democratici.

Ciò in linea di massima non impedisce al Presidente d’esercitare i suoi vasti poteri, ma lo scontro tra legislativo ed esecutivo è talvolta molto forte.

E’ già capitato ad esempio che le camere non approvassero in tempo il bilancio imponendo la chiusura temporanea degli uffici federali, mentre diversi disegni di legge han fatto più volte la spola tra una camera e l’altra.

Attualmente, la Camera dei Rappresentanti è controllata dai Reps mentre il Senato dai Dems.

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12. QUALI SON I POTERI DEL PRESIDENTE?

Il Presidente, eletto per un mandato di quattro anni, è capo dell’esecutivo e comandante in capo delle Forze Armate.

Nomina i membri della sua amministrazione, i giudici e i procuratori federali e gli ambasciatori all’estero: le nomine per diventar effettive devon esser ratificate dal Senato.

Sceglie anche i membri della Corte Suprema che rimangon in carica a vita.

Può proporre disegni di legge e può opporre il veto ad un testo approvato dal Congresso.

In quanto comandante in capo, può dar ordini all’esercito e dispone della valigietta col pulsante atomico.

In caso di morte o dimissioni lo sostituisce immediatamente il vice.

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13. IL PRESIDENTE PUO’ ESSER RIELETTO?

Sì, può puntare a un secondo mandato: se l’ottiene però non può più ricandidarsi.

Questa norma fu introdotta negli anni 50 del 900, emendando la Costituzione.

Era accaduto infatti che Franklin D. Roosevelt (D), alla Casa Bianca dal 1933 al ’45, si fosse presentato candidato quattro volte consecutivamente, interrompendo la consuetudine, introdotta da George Washington, che si era spontaneamente ritirato dopo due quadrienni.

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14. PERCHE’ LE ELEZIONI IN AMERICA AVVENGON A NOVEMBRE E DI MARTEDI’?

Nel 700, gli USA eran un paese prevalentemente agricolo, perciò si stabilì che novembre era il mese più adatto per votare, perché, essendo terminati i lavori in campagna, la gente poteva recarsi in città per partecipare alle elezioni.

Si è stabilito di convocar gli elettori di martedì perché per alcune confessioni protestanti era peccato svolgere una qualche attività di domenica, giorno dedicato alle pratiche religiose ed al riposo settimanale.

Fin al 1933, poi, il Presidente, eletto a novembre s’insediava il 4 marzo successivo: con un emendamento costituzionale si anticipò il giorno del giuramento al 20 Gennaio, alle 12PM di Washington.

PIER LUIGI GIACOMONI

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NOTA:

[1] I colori dei partiti americani sono Rosso per i repubblicani e Blu per i Democratici.

I Repubblicani han come simbolo l’Elefante, i Democratici l’Asinello.

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