OLIMPIADI. FASCINO DEI CINQUE CERCHI
(29 Luglio 2021)
TOKYO. Si sono aperti il 23 luglio i giochi della 32a Olimpiade, che avrebbero dovuto tenersi nel 2020, ma che son stati rinviati d’un anno a causa della diffusione del Coronavirus.
La pandemia non è esaurita, anzi è tuttora attiva in tutto il mondo, ma le gare, come in precedenza importanti competizioni calcistiche in Europa e sud America, hanno preso il via, seppure senza pubblico: già, perché le autorità giapponesi hanno disposto che le competizioni si tengano a porte chiuse.
Così, all’appassionato di sport non rimane altro che guardare la TV, combattendo anche col fuso orario in virtù del quale molte gare si disputano, per noi europei, di notte o di prima mattina.
Il Giappone ha fortemente voluto queste Olimpiadi al fine di rilanciare l’immagine del Paese ed anche la sua economia, ma si è trattato soprattutto d’una decisione del Governo di Shinzo Abe, il Primo Ministro nazionalista in carica dal 2012 al 2020.
L’opinione pubblica, dal canto suo, era contraria ai giochi ed avrebbe preferito che fossero annullati definitivamente: secondo un sondaggio ben l’80% dei giapponesi temeva che la presenza di migliaia di atleti e delle delegazioni di quasi 200 Paesi facesse esplodere la pandemia.
Le autorità, però, non hanno voluto sentir ragioni.
***
LE OLIMPIADI.
Come si sa, le Olimpiadi furono create nell’antica Grecia: ogni quattro anni rappresentanti delle diverse Poleis dell’ellade s’incontravano per una settimana ad Olimpia, nel Peloponneso per dar luogo ai giochi. Essi erano in onore del dio Zeus e comprendevano la corsa delle bighe, il pugilato, la corsa allo stadio e il lancio del giavellotto. Al vincitore veniva consegnata una corona d’alloro. Per la città di provenienza era un grandissimo onore avere un olimpionico, mentre gli atleti sconfitti erano coperti di ingiurie.
I giochi olimpici avrebbero dovuto sospendere le guerre, ma in realtà, spesso i combattimenti tra una Polis e l’altra continuavano indisturbati.
Le Olimpiadi servivano anche per contare gli anni: a partire dalla prima (776 a.C.) si calcolava il numero delle Olimpiadi e si contava l’anno dal primo al quarto.
I Greci avevano per lo sport una grande passione: ogni occasione era buona per organizzare delle gare ed i pedagoghi incitavano i giovani a fare dell’esercizio fisico che, secondo loro, era altamente formativo per la mente, oltre che fortificare il corpo: Omero racconta nell’odissea che, alla fine della guerra di Troia, si svolsero dei giochi tra gli eroi Achei che avevano partecipato al conflitto per decidere a chi dovessero andare le armi di Ettore.
Nelle scuole elleniche, l’educazione fisica aveva una grande importanza: i giovani venivano incitati a combattersi l’un l’altro, completamente nudi, col corpo ricoperto d’olio: sia Platone che Aristotele consideravano la ginnastica o il pugilato molto importanti per la crescita morale e fisica dei ragazzi.
Tramontata l’antichità greco-romana, per secoli, nessuno pensò di riesumare i giochi, anche se nel Medio Evo si svolgevano tornei di cavalieri che si combattevano con la spada e nel Quattrocento a Firenze si giocava una specie di calcio in piazza.
Si dovette aspettare il Marchese Pierre de Coubertin che nel 1894 fondò il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) che indisse la prima edizione dei giochi ad Atene, (1896).
Da allora, ogni quattro anni, si tengono i giochi in una località diversa nella doppia versione estiva ed invernale: in origine, avrebbero dovuto parteciparvi solo atleti dilettanti, poi però il CIO ha aperto le porte anche ai professionisti, anche perché molti paesi, come quelli dell’Europa orientale, alleati dell’Unione Sovietica, ai tempi della “guerra fredda”, si presentavano con delegazioni formate da falsi dilettanti che inevitabilmente facevano manbassa di medaglie.
Il CIO, per decenni, ha chiuso volontariamente gli occhi di fronte al gravissimo fenomeno del doping di Stato: sempre negli anni in cui c’era in atto il confronto tra Est comunista ed Ovest capitalista, diverse nazioni dopavano i propri atleti in modo che ottenessero risultati di prestigio da utilizzare propagandisticamente.
Il problema, purtroppo, non è scomparso.
Com’è noto, al vincitore d’ogni gara è assegnata una medaglia d’oro, al secondo, una d’argento ed al terzo, di bronzo: è ovvio che ogni nazione, anche la più piccola, è estremamente orgogliosa di potersi metter in luce grazie alle prodezze d’un suo eroe, esattamente come accadeva nell’antica Grecia.
Simboli tipici dell’Olimpiade: la torcia che viene conservata ad Olimpia e spostata di volta in volta dove si svolgono i giochi e la bandiera coi cinque cerchi di diverso colore su sfondo bianco: i cerchi che rappresentano i continenti, s’intersecano l’un l’altro per significare che i popoli, malgrado tutte le loro differenze, sono in realtà uniti in un unico genere, quello umano.
***
I GIOCHI INVERNALI.
I Giochi olimpici invernali sono la versione dei ben più famosi giochi estivi.
Durante essi, si disputano gare sulla neve o sul ghiaccio: la prima edizione ebbe luogo nel 1924 a Chamonix (Francia), la prossima è prevista per il febbraio 2022 a Pechino (Cina).
Fino al 1992 venivano organizzati nello stesso anno in cui erano previsti i giochi estivi, ma poi si decise d’indirli negli anni pari in cui però non erano fissate le Olimpiadi maggiori.
Ovviamente, le edizioni previste per il 1940 ed il ’44 a causa degli eventi bellici furono cancellate: Oltre a Chamonix, hanno ospitato i giochi invernali
Sankt Moritz, Svizzera (1928);
Lake Placid, Stati Uniti d’America (1932);
Garmisch-Partenkirchen, Germania (1936);
Sankt Moritz, Svizzera (1948);
Oslo, Norvegia (1952);
Cortina d’Ampezzo, Italia (1956);
Squaw Valley, Stati Uniti d’America (1960);
Innsbruck, Austria (1964);
Grenoble, Francia (1968);
Sapporo, Giappone (1972);
Innsbruck, Austria (1976);
Lake Placid, Stati Uniti d’America (1980);
Sarajevo, Jugoslavia (1984);
Calgary, Canada (1988);
Albertville, Francia (1992);
Lillehammer, Norvegia (1994);
Nagano, Giappone (1998);
Salt Lake City, Stati Uniti d’America (2002);
Torino, Italia (2006);
Vancouver, Canada (2010);
Soči, Russia (2014);
Pyeongchang, Corea del Sud (2018);
Pechino, Cina (2022);
Milano e Cortina d’Ampezzo, Italia (2026).
Come si vede, l’Europa e il Nord America fanno fin dall’inizio la parte del leone nell’ospitare i giochi della neve: solo negli ultimi cinquant’anni si sono proposti alcuni Paesi asiatici come Giappone, Corea del Sud e Cina.
Tra gli episodi che meritano d’esser segnalati vi è la partecipazione d’una squadra di bob della Giamaica, paese dei Caraibi a vocazione turistica che però non conosce la neve, ai giochi di Calgary del 1988.
La vicenda fu così curiosa che la Disney realizzò un film intitolato Cool Runnings (Quattro sottozero) nella traduzione italiana).
Nelle edizioni successive dei giochi invernali si presentarono Altre nazioni tropicali: Brasile, Messico, Isole Vergini, Samoa Americane, Porto Rico, Trinidad e Tobago e Antille Olandesi.
Sulla creazione della squadra giamaicana, Devon Harris, uno dei membri originari del quartetto, disse:
«L’idea di creare la squadra fu di due statunitensi, George Fitch e William Maloney, che avevano affari e legami familiari con la Giamaica. Videro una gara di “carretti” e pensarono che somigliasse al bob, eccetto per il ghiaccio. Poiché la partenza è una parte molto importante della gara e la Giamaica ha così tanti velocisti, pensarono di poter reclutare qualcuno degli atleti delle olimpiadi estive, ma questi non stravedevano per l’idea. Si rivolsero all’esercito e fecero la proposta al Colonnello Ken Barnes.»
Questi evidentemente accettò perché fu varato il primo quartetto che comprendeva:
• Devon Harris (ex tenente nel secondo battaglione dell’esercito giamaicano);
• Dudley Stokes (già capitano dell’aeronautica di Kingston);
• Michael White (ex soldato della Riserva Nazionale);
• Samuel Clayton (ingegnere ferroviario).
La squadra che si allenava a Evanston (Wyoming, Stati Uniti), si presenta così a Calgary: il debutto però è funestato da un incidente.
Il bob, infatti, si cappotta e i quattro giamaicani vengono trascinati nel ghiaccio per diversi metri: fortunatamente nessuno di loro si fa male.
Nelle successive edizioni, la Giamaica non arriva a conquistare medaglie, ma ottiene dei piazzamenti lusinghieri:
ad Albertville (1992), riesce a concludere la gara, lasciandosi alle spalle altri quattro team ben più quotati;
a Lillehammer (1994), finisce al 14o posto, davanti a Stati Uniti, Francia, Russia, e Italia 2.
In quegli stessi Giochi, l’equipaggio di bob a due ottiene un buon piazzamento, classificandosi 10o, davanti alla Svezia, ma poi è squalificato.
In un’edizione dei giochi si presentò anche un equipaggio di bob femminile.
***
I GIOCHI ESTIVI.
Ben più famosi e sicuramente più universali sono i giochi olimpici estivi che si disputano, come già detto, dal 1896: i continenti che li hanno ospitati sono:
– Europa, 16 edizioni, due delle quali non disputate;
– Americhe, 7 edizioni, tutte disputate;
– Asia, 4, di cui una non disputata;
– Oceania, 3 edizioni, di cui una in programma per il 2032.
Le città che hanno organizzato i giochi estivi sono:
Atene, Grecia (1896);
Parigi, Francia (1900);
Saint Louis, Stati Uniti d’America (1904);
Londra, Regno Unito (1908);
Stoccolma, Svezia (1912);
Anversa, Belgio (1920);
Parigi, Francia (1924);
Amsterdam, Paesi Bassi (1928);
Los Angeles, Stati Uniti d’America (1932);
Berlino, Germania (1936);
Londra, Regno Unito (1948);
Helsinki, Finlandia (1952);
Melbourne, Australia (1956);
Roma, Italia (1960);
Tokyo, Giappone (1964);
Città del Messico, Messico (1968);
Monaco di Baviera, Germania Occidentale (1972);
Montréal, Canada (1976);
Mosca, Unione Sovietica (1980);
Los Angeles, Stati Uniti d’America (1984);
Seul, Corea del Sud (1988);
Barcellona, Spagna (1992);
Atlanta, Stati Uniti d’America (1996);
Sydney, Australia (2000);
Atene, Grecia (2004);
Pechino, Cina (2008);
Londra, Regno Unito (2012);
Rio de Janeiro, Brasile (2016);
Tokyo, Giappone (2021);
Parigi, Francia (2024);
Los Angeles, Stati Uniti d’America (2028);
Brisbane, Australia (2032).
Le edizioni previste per il 1916, ’40 e ’44 furono cancellate a causa degli eventi bellici della prima e seconda guerra mondiale: tuttavia esse sono conteggiate ugualmente come se avessero avuto luogo regolarmente.
***
SANGUE E PRIMATI.
SANGUE SUI GIOCHI.
Ogni Olimpiade nasconde in sé il racconto di diversi avvenimenti, alcuni tragici, altri curiosi.
Tra le tragedie si deve segnalare il rapimento e l’uccisione degli atleti israeliani partecipanti alle Olimpiadi di Monaco di Baviera nel 1972.
Si trattava dei primi giochi ospitati dalla Germania Federale dopo il disastro bellico: a un certo punto terroristi palestinesi di Settembre Nero occuparono la palazzina dove abitavano gli israeliani e li sequestrarono.
Nei giorni seguenti gli atleti furono uccisi.
Israele, per vendetta, per anni ricercò coloro che avevano rapito gli sportivi e li eliminò uno dopo l’altro.
A Città del Messico, quattro anni prima, nei giorni precedenti l’inaugurazione della 19a olimpiade, scorse il sangue: il 2 ottobre gli studenti delle università scesero in piazza in protesta contro i giochi e la politica del Governo messicano.
Il Presidente Gustavo Díaz Ordaz ordinò all’esercito di reprimere la rivolta: a Tlatelolco, i militari aprirono indiscriminatamente il fuoco sui dimostranti che si erano accampati nella Plaza de las tres Culturas: persero la vita tra 300 e 400 persone.
Il governo non ha mai fornito un bilancio ufficiale delle vittime, limitandosi a dichiarare che negli scontri erano periti tra 34 e 50 individui,.
I fatti di Tlatelolco sono narrati da oriana Fallaci nel libro Niente e così sia: la giornalista, che si trovava in un grattacielo sovrastante la piazza per seguire quanto accadeva da una posizione sopraelevata fu colpita da un elicottero in volo. Creduta morta, fu portata all’obitorio, dove un prete si rese conto che era ancora viva. La giornalista riportò tre ferite d’arma da fuoco.
***
PRIMATI E CURIOSITA’.
Tra gli eventi curiosi, Nel 1936, a Berlino lo statunitense Jesse Owens vinse tre medaglie d’oro nell’atletica leggera facendo infuriare il regime nazista che considerava le persone di colore, come Owens, esseri inferiori.
Nel 1960, a Roma, fece sensazione l’atleta etiope Abebe Bikila che corse la maratona a piedi nudi, ripetendosi poi a tokyo nel 1964.
A Città del Messico, due atleti statunitensi di colore alzarono il pugno durante la premiazione della gara dei 100 metri piani di atletica leggera per protestare sia contro la guerra in Vietnam, sia contro la discriminazione razziale in atto nel loro Paese: furono allontanati dal villaggio olimpico.
Sul piano sportivo, durante i giochi messicani, soprattutto nell’atletica leggera, furono stabiliti primati mondiali che sarebbero durati decenni: nei 100 metri si scese sotto i 10 secondi, nei 200 sotto i 20 secondi. Nel salto in lungo Bob Beamon arrivò alla misura di 8 metri e 90 centimetri.
Perché questi record? Città del Messico si trova ad un’altitudine di 2.000 metri sul livello del mare: lì l’aria è più rarefatta ed oppone meno resistenza.
***
BOICOTTAGGI.
Nel ’76, ’80 e ’84 i giochi furono boicottati da gruppi di paesi per diverse ragioni: a Montréal non c’erano gli africani che protestavano contro l’apartheid in Sud Africa, a Mosca non c’erano gli Occidentali che ce l’avevano contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan ed a Los angeles non c’erano i Paesi dell’Est europeo per rappresaglia e per manifestare contro la politica antisovietica del Presidente Reagan.
***
GIOCHI E GEOPOLITICA.
Le Olimpiadi sono un importante avvenimento non solo in campo sportivo, ma hanno anche risvolti importanti nell’ambito economico e geopolitico:
Durante la “guerra fredda”, ad esempio, i giochi erano terreno di confronto tra gli Stati Uniti e l’Unione sovietica: le due superpotenze facevano a gara a chi vinceva più medaglie per dimostrare la superiorità d’un sistema rispetto all’altro.
La Cina Popolare, potenza emergente del 21o secolo, si comporta allo stesso modo.
Molti Paesi hanno fatto a gara, anche con mezzi non del tutto leciti, per ospitare le manifestazioni: gli enormi investimenti che si devono fare per organizzare le diverse gare sono considerate un importante volano per economie in difficoltà o bisoognose di rilancio.
E’ stato il caso del Giappone che ha speso, si dice, 15,6 miliardi di dollari, per adattare strutture o crearne di nuove.
alcuni Stati hanno tratto notevoli benefici dallo svolgimento delle Olimpiadi: grazie ai fondi ricevuti, Barcellona, ad esempio, fu riqualificata e rammodernata, mentre per la Grecia organizzare le gare nel 2004 fu un disastro economico che gettò le basi per la crisi che investì il Paese nei successivi anni Dieci.
A Rio de Janeiro, che ha ospitato la 31a Olimpiade nel 2016, tutte le strutture realizzate, che avrebbero dovuto riqualificare la città, sono andate in rovina e non sono più utilizzabili.
***
FASCINO DEI CINQUE CERCHI
Le Olimpiadi, sotto molti aspetti, sono una manifestazione sportiva affascinante sia perché pongono sotto i riflettori discipline atletiche di cui normalmente i media non si occupano, sia perché vi prendono parte atleti di nazioni che in generale hanno poche opportunità per esser ricordate dalla grande stampa.
Il fatto poi che si svolgano ogni quattro anni, o cinque come in questo caso, implica che per molti atleti siano un’occasione da non perdere: molti di loro dedicano alla preparazione della gara olimpionica un intero quadriennio di allenamenti e sacrifici.
Riusciremo a seguire quest’evento sportivo? Molto dipenderà dagli orari in cui si svolgeranno le gare, ma certamente cercheremo di ricavarne qualche storia che possa esser raccontata anche qui.
PIER LUIGI GIACOMONI