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MOZAMBICO

DOPO LE URNE, PARLAN LE ARMI
(26 OTTOBRE 2024)

MAPUTO. Dopo le urne, parlan le armi: due esponenti dell’opposizione, l’avvocato Elvino Dias e Paulo Guambe, cadon vittima di sconosciuti, mentre viaggian sulla loro automobile nell’Avenida Joaquim Chissano, nel pieno centro di Maputo.

Secondo testimoni oculari, sonn le 3AM del 19 ottobre, quando la BMW di Dias cade in un’imboscata tesale da due auto blu che le bloccan la marcia.

Due killer, a volto scoperto, apron il fuoco: il legale muore subito, Guambe, seduto al suo fianco, vive ancora, quando giunge la polizia che impedisce ad un’ambulanza di soccorrerlo.

Sul sedile posteriore, una ragazza rimane ferita in modo non grave: trasportata ad un vicino ospedale, ora rischia seriamente la vita perché potrebbe aver visto in faccia gli assassini.

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LE VITTIME

Elvino Dias, Braccio destro di Venáncio Mondlane, candidato alla presidenza di PODeMos: quando perde la vita, sta per impugnar dinanzi alle istanze giudiziarie il risultato delle elezioni, sostenendo che il regime ha compiuto gravissimi brogli.

Sui social da mesi scrive che è costantemente seguito da individui appartenenti alle forze dell’ordine, che han l’incarico d’eliminarlo: insieme a Mondlane, tuttavia decide di non rifugiarsi all’estero per continuar la lotta in patria.

Paulo Guambe è Dirigente di PODeMos, partito sorto da una scissione con la ReNaMO, Resistença Nacional de Moçambique, la vera rivelazione di questa stagione elettorale.

E’ un acronimo che significa “Partido Optimista para o Desenvolvimento de Moçambique”.

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CHI SON GLI ASSASSINI?

Le modalità del duplice omicidio fan pensar che a compierlo sian stati gli squadroni della morte, creati nell’ambito delle forze dell’ordine e dei servizi segreti con l’incarico di far fuori personaggi invisi all”élite.

In passato, altri cadon vittima di questi killer:

• nel 2000, muore Carlos Cardoso, che aveva condotto inchieste sulla corruzione al vertice dello Stato;

• nel 2015, tocca a Gilles Cistac, docente universitario franco-mozambicano, che più volte si è pronunciato per una profonda riforma del sistema politico nazionale.

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FERMA CONDANNA

Le parole di condanna del duplice delitto più toccanti le pronuncia Graça Machel: «Così abbiamo altre due famiglie che hanno avuto una perdita. Non possiamo far finta che non sia accaduto niente. Quanto è successo tocca tutti.»

Ricordando che il 19 Ottobre 1986 fu abbattuto l’aereo con a bordo il marito Samora, primo presidente del Mozambico indipendente, aggiunge: «Posso dire, in nome delle altre 35 famiglie che hanno avuto la dolorosa perdita, che possiamo piangere insieme».

Dura condanna del fatto di sangue vien anche dal candidato del FreLiMO Daniel Chapo: «È un attacco a persone dedite al proprio Paese. Ma anche un affronto alla democrazia e ai principi dello Stato democratico e di diritto, che tutti dobbiamo proteggere». Sollecita poi una rapida indagine che faccia luce sui responsabili dell’inquietante avvenimento.

Altre voci di condanna si levan dalla società civile: l’ordine degli avvocati, di cui Dias era membro, seguito dall’associazione dei giudici manifestan timori per le prospettive della democrazia nel paese.

In una dichiarazione congiunta, poi, , le missioni diplomatiche di Stati Uniti, Canada, Norvegia, Svizzera e Gran Bretagna esprimon allarme per gli omicidi:
«Condanniamo fermamente qualsiasi atto di violenza politica e chiediamo un’indagine rapida e approfondita – si legge nella dichiarazione – esortando i mozambicani “a risolvere le controversie elettorali in modo pacifico e legale, rifiutando la violenza e la retorica provocatoria.»

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ELEZIONI, BROGLI, PROTESTE

I RISULTATI

Intanto, la commissione elettorale il 24 Ottobre rende noti i risultati definitivi di presidenziali e legislative.

Per la massima carica, il più votato, Daniel Chapo, 47 anni, del FreLiMO, raccoglie il 70,7% mentre Venáncio Mondlane DI PODeMos, il 20,3.

Nelle legislative, il Frente de Liberação de Moçambique consegue 195 seggi su 250, PODeMos, 31 e ReNaMO, 20.

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BROGLI

Da diverse parti vengon denunciati brogli: urne piene di schede già compilate, elettori che votan due volte, numero di schede che eccede i votanti, attivisti dello ZANU-PF zimbabwese che si presentan ai seggi per dare una mano ai fratelli del FreLiMO.

Alla fine, perfino la missione dell’Unione Europea inviata per seguir lo scrutinio è costretta a dichiarar con parole felpate per bocca del suo numero uno, Laura Ballarin: «C’è stata una notevole mancanza di fiducia nell’affidabilità del registro elettorale e nell’indipendenza degli organi elettorali».

Mentre il CIP, Centro per l’Integrità Pubblica, che rende noto un rapporto sullo svolgimento delle elezioni, proclama che il FreLiMO, controllando i principali organi dello Stato, è in grado di vincer qualunque elezione: il suo direttore, Edson Cortez, alla Reuters dice: «Ancora una volta, come Paese, abbiamo tenuto elezioni che non riflettono la volontà degli elettori.»

Le frodi elettorali han spinto la Chiesa cattolica a definirle «sistematiche», mentre Venáncio Mondlane, nel frattempo riparato all’estero, pubblicando risultati alternativi a quelli diffusi dallo Stato, si proclama vero vincitore del voto.

Si profila quindi uno scenario simile a quello venezuelano: due candidati dicon d’aver vinto e si proclaman presidente.

A Caracas per ora la partita l’ha vinta il Chavismo: a Maputo cosa accadrà?

PIER LUIGI GIACOMONI

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