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L’ISLAMOFOBIA DI NADINE MORANO
(20 settembre 2015)

PARIGI. Ogni Paese ha le sue ossessioni: la Francia è ossessionata dalla possibilità che in un futuro più o meno prossimo possa trasformarsi da nazione laica e tollerante in un Paese governato da un regime teocratico musulmano.

Il tema è già stato trattato nel romanzo “sottomissione” di Michel Houellebecq uscito a gennaio, mi pare da Garzanti, negli stessi giorni in cui si compiva la tragedia di Charlie Hebdo.

Nel romanzo, Houellebecq ipotizza che nel 2022 in occasione delle elezioni presidenziali un candidato musulmano Mohamed Benabbess diventi presidente della repubblica ed imponga la legge coranica senza incontrare nessun tipo di opposizione. (cosa francamente incredibile, date le tradizioni illuministe e razionaliste dell’intellighenzia francese, ma non si sa mai!…).

La questione è tornata a galla in questi giorni, dopo che la deputata dei Repubblicani nadine Morano, in passato una fedelissima di Nicholas Sarkozy, ha dichiarato alla televisione che la Francia è un Paese abitato da gente di «razza bianca».

Sarkozy ha reagito comunicando che la Morano non farà parte della lista dei Repubblicani per le elezioni regionali del prossimo dicembre, mentre il primo ministro Valls ha detto all’Assemblea Nazionale che le parole della Morano non coincidono con la realtà, giacché la Francia è abitata da genti provenienti da tutto il mondo.

Dichiarazioni sagge quelle di Valls che non riescono, secondo me, a risolvere un problema di fondo: vi è qualcuno nella destra europea che vuole seminare il germe dell’intolleranza tra genti di diversa provenienza al fine di guadagnare voti tra coloro che più si sentono minacciati dal profondo mutamento dell’assetto demografico in corso in Europa, generato da un lato dalla scarsa natalità e dall’altro dal considerevole flusso migratorio.

La Francia, come tutti i principali Paesi europei, è una nazione multietnica, multilinguistica, multiculturale: lo è da sempre, perché ha scelto d’essere terra d’emigrazione e d’accoglienza degli esuli. Lo è anche per effetto del suo passato coloniale, per cui genti provenienti dall’Asia o dall’Africa si sono stabilite nel Paese e si sono più o meno integrate.

Ciò ha permesso al Paese di compensare il calo della natalità e le ha consentito anche d’innovarsi profondamente.

E’ molto probabile, perciò, che le previsioni di Houellebecq ed i timori di Nadin Morano non si realizzeranno.

PIER LUIGI GIACOMONI

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