ENTUSIASMO
(3 Luglio 2021)
BOLOGNA. In un’intervista concessa al Resto del Carlino del 1° Luglio, la signora Irene Priolo, oggi assessore regionale, ma in passato responsabile della mobilità nella giunta Merola sostiene che ci vorrebbe maggiore entusiasmo nella campagna del candidato Lepore.
Le sue parole esatte sono:
«gli esiti scontati in politica non esistono più […] «Matteo saprà cosa fare, ma se chiedete a me, più coraggio e grande entusiasmo. Fare il sindaco credo che sia un sogno che lo accompagna da diverso tempo, dovrebbe tirare fuori la passione che lo lega all’obiettivo. Infine, è arrivato il momento di far capire alla città qual è il progetto che l’attende». «Si tratta di capire se vogliamo che Bologna sia protagonista o una comparsa. Ritengo che dopo Milano la nostra sia la realtà più interessante per posizionamento geografico, capacità d’impresa e capitale sociale.
Credo che possiamo scomporre il messaggio inviato dall’ex assessore in tre parti:
1. la vittoria non è sicura, perché una piccola parte dell’elettorato è fidelizzata, ma la maggioranza va convinta, altrimenti finisce male;
2. nemmeno lei, che forse sognava di diventare sindaco, ha entusiasmo per questo candidato.
3. Bologna ancora non sa qual è il progetto che l’iperassessore ha in testa per la città: in particolare, non è chiaro se la stravagante coalizione che ha sostenuto il “predestinato”, l’espressione non è mia, vuole che sia una comparsa o una protagonista in una realtà più ampia che comprende Milano e la pianura padana nel suo insieme (il vero polmone produttivo del Paese).
L’entusiasmo, poi, è una categoria dello spirito che talvolta i politici riescono a suscitare: nel 2004 ad esempio la candidatura di Sergio Cofferati suscitò vero entusiasmo popolare spingendo il candidato al 57% dei voti, poi quella spinta si esaurì perché il sindaco ambiva ad altro, non alla poltrona che fu di Francesco Zanardi e Giuseppe Dozza.
Anche Prodi suscitò entusiasmo nel 1996 quando l’Ulivo vinse le elezioni generali, ma poi tutto sfiorì con la dissoluzione dei Comitati per l’Ulivo e il ricomparire dei dissidi all’interno della coalizione (qualcuno si ricorda del convegno di Gargonza o del voto di sfiducia propiziato dall’accordo tra D’Alema, Marini e Bertinotti?).
Ora la signora Priolo chiede «più entusiasmo»: lo chiede a lepore o a ciascuno di noi? Se lo chiede a me le rispondo che di entusiasmo per questo candidato sindaco non ne ho neanche un po’. Non so che uso farò del mio diritto di voto, ma di sicuro mi guarderò intorno e sceglierò nel segreto dell’urna il candidato sindaco che m’ispira più entusiasmo o meno disamore. Tra le possibili scelte c’è anche il non-voto, naturalmente.
PIER LUIGI GIACOMONI