EDITORIALE. L’ORA PIU’ BUIA
(18 Gennaio 2021)
ROMA. Nei giorni scorsi, ho scritto che aprire una crisi di governo in un’epoca di pandemia era da irresponsabili: continuo a pensarla alla stessa maniera, ma Qualcuno, per giustificare i fatti avvenuti in questi giorni in Italia, ha tirato in ballo la vicenda della crisi politica che si aprì in Gran Bretagna nel maggio 1940, nel pieno dell’invasione tedesca di Belgio, Paesi Bassi e Francia.
Vediamo allora succintamente come si svolsero gli avvenimenti:
Aprile-maggio 1940: la Germania che nel settembre ’39 ha invaso la Polonia, aggredisce Norvegia, Danimarca, Belgio e Paesi Bassi. L’obiettivo strategico è evidente: prepararsi un trampolino di lancio verso il Regno Unito.
Per completare l’opera le truppe tedesche aggirano la linea Maginot ed entrano in Francia passando pe’l Belgio, come in precedenza è accaduto nel 1914.
Ormai non è più questione d’aprire negoziati con Hitler, come nel ’38 a Monaco, perché se la Francia cade il prossimo obiettivo dell’alto comando tedesco saranno le isole britanniche.
Tuttavia, a Londra alcuni uomini politici sperano in un’intesa con Berlino, tra questi il Premier Neville Chamberlain e il Segretario al Foreign Office Lord Halifax: fra l’8 e il 10 Maggio la Camera dei comuni, mentre giungono notizie sempre più drammatiche, è coinvolta in un dibattito di fuoco in cui emerge il conflitto insanabile tra i pacifisti a tutti i costi e quanti credono che ci si debba preparare ad un’aggressione ormai prossima.
Ad un certo punto, un deputato, stanco dell’attendismo del Primo Ministro sbotta: «Oh, basta, dimettiti!». Così, Westminster sfiducia Chamberlain che alle 19,30 di venerdì 10 Maggio lascia la carica.
Re Giorgio VI, dopo che Lord Halifax ha declinato l’invito, alle 22,30 riceve Winston Churchill e lo nomina al Numero 10 di Downing Street.
Questi si mette immediatamente all’opera: in pochi giorni, è in piedi un Ministero composto da Tories, laburisti e liberali.
Lunedì 13 maggio, presentandosi ai Comuni per la prima volta come Capo d’un governo d’unità nazionale, pronuncia uno dei suoi più celebri discorsi:
«Invito questa Camera ad approvare la formazione di un governo che rappresenti l’unità e l’inflessibile determinazione della nazione a proseguire la guerra con la Germania fino a una conclusione vittoriosa.
[…] non dobbiamo dimenticare che siamo nella fase preliminare di una delle più grandi battaglie della storia, che siamo già in campo in Norvegia e in Olanda e che dobbiamo tenerci pronti nel Mediterraneo, che la battaglia aerea non dà tregua e che sono molti i preparativi da attuare qui in patria, […] Voglio dire alla Camera, come ho già detto a chi è entrato a far parte di questo governo: “Non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore”.
Abbiamo davanti a noi la più terribile delle ordalìe. Abbiamo davanti a noi molti, molti mesi di lotta e sofferenza. Vi domandate qual è la nostra politica? La mia risposta è fare la guerra, per mare, terra, aria, con tutto il nostro potere e con tutta la forza che Dio ci può dare; fare la guerra contro una mostruosa tirannìa, che non ha eguali nell’oscuro e doloroso catalogo del crimine umano. Questa è la nostra politica. Vi domandate qual è il nostro obiettivo? Posso rispondere con una parola: vittoria. Vittoria a ogni costo, vittoria a dispetto del terrore, vittoria, per quanto lungo e arduo possa essere il cammino, perché senza vittoria non c’è sopravvivenza.
Che sia chiaro: non c’è sopravvivenza […] per la spinta che da sempre sprona l’umanità verso il suo traguardo. […] Sono sicuro che il fallimento della nostra causa non verrà tollerato. In questo momento, mi sento autorizzato a invocare l’aiuto di tutti e vi dico: “Avanti dunque, procediamo insieme nell’unità delle nostre forze.»[1]
Purtroppo, qui in Italia stiamo attraversando una delle nostre “ore più buie”: da marzo 2020 abbiamo avuto oltre 80mila morti per covid, i nostri ospedali son in grave affanno, gli studenti di superiori ed università non hanno le lezioni in presenza e devono seguirle a distanza, molte attività sono paralizzate e molta gente ha perso il lavoro o riceve un salario minuscolo perché fa poche ore.
turismo, cultura, spettacoli, cinema sono in crisi. Secondo la Caritas sono aumentati enormemente i poveri, mentre molte famiglie vanno in pezzi.
Tutto questo avrebbe richiesto un atteggiamento diverso dei partiti, ad esempio d’Italia Viva: invece d’aprire una crisi al buio fatta per soddisfare il narcisismo d’un uomo solo innamorato della sua immagine, ci si sarebbe dovuti stringere intorno al governo per vincere, come disse Churchill la minaccia più seria che il nostro paese stia afrontando.
Un esempio di ciò che avrebbe dovuto accadere ce lo fornisce il leader dell’opposizione portoghese Rui Rio che nell’aprile 2020 dichiara al parlamento di Lisbona:
«La minaccia che dobbiamo combattere esige unità, solidarietà, senso di responsabilità-. Per me, in questo momento, il governo non è l’espressione di un partito avversario, ma la guida dell’intera nazione che tutti abbiamo il dovere di aiutare. Non parliamo più di opposizione, ma di collaborazione. Signor primo ministro Antonio Costa, conti sul nostro aiuto. Le auguriamo coraggio, nervi d’acciaio e buona fortuna perché la sua fortuna è la nostra fortuna».[2]
Ecco, «unità», «solidarietà», «senso di responsabilità», «dovere», «collaborazione» sono parole che vorrei sentire pronunciare nei prossimi giorni nei dibattiti in programma in Parlamento e vorrei che invece di speculare sulle disgrazie che al presente ci colpiscono si dimostrasse lo stesso spirito di collaborazione che misero in campo i partiti britannici nell'”ora più buia” nel 1940.
vorrei, in sostanza, che si mettessero da parte i personalismi e i narcisismi per giungere all’obiettivo che dovrebbe interessare a tutti: uscire dalla pandemia e risalire la china della crisi il più rapidamente possibile.
La Gran Bretagna unita riuscì a bloccare Hitler al di là della Manica e gli inflisse la prima grave sconfitta sul campo di battaglia;
l’Italia ha saputo venir fuori dagli anni di piombo mediante l’unità delle forze dell’arco costituzionale;
ora dobbiamo darci una mano l’un l’altro per uscire più forti e coesi dopo questo disastro: solo a queste condizioni potremo veramente dirci l’un l’altro: «Andrà tutto bene».
Verrà anche il momento delle elezioni: qualcuno vincerà, qualcun altro perderà: se però non sapremo vincere il nemico invisibile che sta mettendo a soqquadro il nostro sistema socioeconomico, perderemo tutti.
PIER LUIGI GIACOMONI
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NOTE:
[1]. Ho trovato il testo del discorso di winston churchill alla Camera dei Comuni del 13 maggio 1940 in Anthony McCarten: L’ora più buia Maggio 1940: come Churchill ha salvato il mondo dal baratro, Mondadori Libri, Milano 2018, P. 174.
[2] Si veda Famiglia Cristiana n. 3 del 17 Gennaio 2021 “CRISI? IMPARIAMO DA LISBONA”.