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CAMERUN

BIYA E’ TORNATO
(27 Ottobre 2024)

YAOUNDE’. Paul Biya, l’eterno Presidente del Camerun, è tornato in patria dopo un’assenza di sette settimane: il 22 Ottobre il suo aereo, proveniente da Ginevra è atterrato a Yaoundé, accolto dai principali dignitari del regime.

Nelle immagini, diffuse dalla TV, si vede l’anziano capo di Stato scender dalla scaletta, accompagnato dall’inseparabile moglie Chantal, mentre manifesti affissi nelle principali vie della capitale gli dan il bentornato: «Welcome home, Mr. President of the Republic!».

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SPARIZIONE

Dai primi di settembre Biya era sparito: era a Pechino per il vertice sino-africano, poi il silenzio.

Si sa che periodicamente risiede a Ginevra in un lussuoso hotel, per sottoporsi a cure mediche; si sa anche che in Cina non si è sentito molto bene, ma in patria son circolate voci su un peggioramento della salute, mentre una TV vicina ai separatisti delle province anglofone, ha dato la notizia della sua morte.

Ciò ha spinto il Governo a correr ai ripari: il Ministro per l’amministrazione territoriale ha ordinato ai governatori regionali d’istituire cellule che monitorino quanto vien scritto o trasmesso sul Presidente, minacciando al contempo severe sanzioni contro i diffusori di fake news.

Portavoce governativi poi han smentito le voci: «Il Presidente è in splendida forma», dice un uomo del suo entourage – «e lavora ininterrottamente per il Camerun»; il Ministro delle Comunicazioni aggiunge che presto il leader tornerà in patria.

Nel frattempo, il Parlamento, a luglio, ha prorogato d’un anno il proprio mandato, fissandolo al 31 marzo 2026, rinviando legislative e comunali.

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PRECEDENTI

Biya, al potere ininterrottamente dal 6 novembre 1982, fu dato per morto vent’anni fa: «Ho saputo – disse – che ero morto. Sembra che alcuni siano interessati al mio funerale. Bene, dite loro che li rivedrò tra vent’anni».

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IMPREPARATI ALLA SUCCESSIONE

«Il regime ha sempre fatto di tutto per mantenersi al potere, facendo finta che Biya sia Presidente per sempre, evitando di preparare la successione – dice a lemonde.fr l’oppositore Joshua Osih, leader del Fronte socialdemocratico – I recenti comunicati stampa del governo dimostrano un certo panico nella cerchia ristretta attorno al capo di Stato».

Questa mancanza di preparazione pubblica alla successione getta il paese in una certa eccitazione, come riconosce il politologo Stéphane Akoa: «Non c’è mai stata un’alternanza politica in Camerun. Non sappiamo come farla. Da quindici o vent’anni la regola insegnata a tutti è quella di tacere e sottomettersi al presidente, oggetto d’un culto della personalità.

Al momento, perciò non vi è un erede designato.»

Biya, aggiungiamo noi, ha sempre giocato sulle rivalità all’interno del partito dominante, l’RDPC: La stampa fa nomi di potenziali successori del più anziano capo di Stato ancora in carica, ma questo è proprio il modo per bruciare delle ambizioni presidenziali.

Ora, con questo rientro, lancia chiaramente il messaggio che malgrado l’età, 91 anni e la salute malferma, è ancora lui il mattatore della scena politica camerunese e sarà lui a decidere il futuro di questo paese.

PIER LUIGI GIACOMONI

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