ZIMBABWE. ECCO LO ZIG
(17 Aprile 2024)
HARARE. Ecco lo ZIG, la nuova moneta dello Zimbabwe che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe sostituire entro fine mese il dollaro nazionale, il cui valore era ormai inferiore alla carta con cui era stampato.
La nuova valuta è ancorata all’oro e dovrebbe esser quotata 13 ZIG per un dollaro statunitense: la banca centrale zimbabwese con l’occasione del varo della nuova divisa ha ridotto i tassi d’interesse dal 180% al 20%, nel tentativo di rivitalizzare un’economia agonizzante, colpita anche da un’ipersiccità che ha indotto le autorità a dichiarar lo stato d’emergenza.
L’annuncio dell’introduzione della nuova moneta è stato dato il 5 aprile e in teoria da lunedì 8 aprile le banche avrebbero dovuto esser in grado d’offrire ai propri clienti le nuove banconote, ma il mattino di quel giorno gl’istituti di credito non ne avevan abbastanza per tutti coloro che li volevano. In breve, file smisurate agli sportelli bancari e persone che sconfitte tornavan a casa senza soldi.
Al mercato poi i prezzi venivan dati in ascesa, mentre i commercianti si rifiutavan d’accettar il nuovo conio, preferendo il dollaro statunitense per timore che da qui alla fine del mese, quando cesserà il corso legale del dollaro nazionale, muti nuovamente il tasso di cambio.
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FREQUENTI RIFORME MONETARIE
Dal 2008, questa è la sesta riforma monetaria introdotta nel paese, per fronteggiar l’iperinflazione che finora ha devastato la vita dei zimbabwesi: d’altra parte, finché era al potere Robert G. Mugabe lo stato aveva stampato denaro senza limiti.
Mugabe, messo all’indice dalla comunità internazionale, diceva spesso: «Se non abbiamo soldi, li stamperemo».
così era accaduto, provocando una svalutazione record.
Ora, il governatore della banca centrale di Harare promette che non sarà stampato più denaro del necessario, ma naturalmente non bisogna creder a tutto ciò che vien dichiarato, dati anche i precedenti.
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CAMBIAR MONETA
Nei tempi antichi, re e imperatori facevano graffiar via un po’ d’oro o d’argento alle monete per risparmiar il metallo prezioso: così fece Nerone dopo l’incendio di Roma del 64 d.C.: l’obiettivo era finanziare in modo meno oneroso per le casse dello Stato le enormi spese da sostenere per ricostruire l’urbe.
Nei tempi moderni, diversi governi applicarono la misura più classica: la cancellazione degli zeri:
• nel 1958, ad esempio, De Gaule, in Francia, emise un nuovo franco per 100 vecchi franchi, eliminando due zeri;
• qualcosa di simile fece il governo turco nel 2006: furono emesse nuove lire che valevano mille delle vecchie.
in Sud America, ci si spinse oltre ma con risultati alterni:
• In Brasile, Fernando Henrique Cardoso (1994 – 2002) varò il “plan real” per sostituire Cruzeiro e Cruzado, divise il cui potere d’acquisto s’era polverizzato tra gli anni 80 e 90 del 900; la misura ebbe successo perché l’economia brasiliana mise a segno dei buoni risultati nel primo decennio del 2000;
• In argentina, dopo la fine della dittatura militare (1976-83), si varò l’Austral, ma l’inflazione presto lo divorò.
Si tornò al Peso, salvo poi dollarizzare l’economia durante la presidenza di Carlos Saul Menem (1989-99): un Peso argentino equivaleva a un dollaro USA.
Nel 1998, però, cominciarono a manifestarsi i sintomi della crisi che avrebbe portato al Corralito nel dicembre 2001.
Di conseguenza, non sempre i cambi di moneta sirivelan proprio risolutivi, se non vengon rimosse le ragioni strutturali che favoriscon l’inflazione galoppante: anzi, la misura dibuttar via la vecchia valuta per adottarne una nuova spesso è un semplice pannicello caldo e presto l’inflazione, nascosta sotto il tappeto come la polvere, riemerge più violenta di prima.
PIER LUIGI GIACOMONI