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STATI UNITI

LE ELEZIONI PIU’ CONTROVERSE
(6 Novembre 2024)

WASHINGTON D. C. Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti han spesso avuto un esito controverso: storicamente, ve ne son state alcune particolarmente contestate.

In due casi, ad elegger il Presidente è stata la Camera dei Rappresentanti, in altri le vertenze tra i contendenti si son trascinate per settimane, facendo aumentar la tensione.

Nel 1861, poi, a seguito dell’elezione di Abraham Lincoln, noto per la sua avversione alla schiavitù, diversi Stati del sud si staccan dall’Unione per formare la confederazione con a capo Jefferson Davis. Conseguenza: la guerra di secessione che si conclude nel 1865 con la sconfitta degli Stati meridionali.

Tra le più controverse abbiamo scelto cinque tornate, precisando che nel corso dei secoli le modalità di elezione di Presidente e vice son cambiate e son stati apportati diversi aggiustamenti.

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1800: THOMAS JEFFERSON ALLA CASA BIANCA

Nell’autunno 1800, occorre sceglier il successore di John Adams, secondo presidente, che si propone per un secondo mandato per i Federalisti.

Scende in campo anche il suo vice Thomas Jefferson, ricco possidente della Virginia che corre per i democratici repubblicani.

Le elezioni del collegio elettorale tenutesi fra ottobre e dicembre[1] non decretan alcun vincitore perché Jefferson ed Henry Burr raccolgon 73 voti elettorali su 140: la parola passa quindi alla Camera dei Rappresentanti.

Ci voglion 36 scrutini perché i deputati scelgan il virginiano che tra l’altro è uno degli estensori della Dichiarazione d’indipendenza, pubblicata a Filadelfia il 4 Luglio 1776.

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1824: JOHN QUINCY ADAMS

Anche le elezioni del 1824 non permetton di elegger un presidente: nessun candidato ottiene i 131 voti elettorali su 260 che gli permetterebbero d’esser eletto.

Tocca nuovamente alla Camera: qui grazie ad un patto tra i sostenitori di John Quincy Adams e quelli di Henry Clay si arriva all’elezione del primo mentre il secondo diventa Segretario di Stato.

Lo sconfitto, Andrew Jackson, si ripresenta quattro anni dopo e viene eletto.

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1960: KENNEDY VS NIXON

L’8 Novembre 1960, il giovane senatore del Massachusetts John F. Kennedy deve confrontarsi con Richard M. Nixon. Il primo è molto ricco, il secondo, il vice presidente uscente.

I pronostici della vigilia son molto incerti: infatti alla fine Kennedy prevarrà di pochissime schede su Nixon, anche se il suo vantaggio in termini di voti elettorali è più consistente.

I repubblicani, però han intenzione d’impugnare l’esito del voto soprattutto a Chicago e nell’Illinois, ma i democratici fan capire che potrebbero far lo stesso in Florida.

Alla fine, Kennedy va alla Casa Bianca e Nixon ci prova con successo nel 1968.

Fra l’altro, quella campagna elettorale è la prima in cui i due principali candidati presidenziali si confrontan in TV in un celebre dibattito: Kennedy appare disinvolto, mentre Nixon è agitato e poco a suo agio.

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2000: BUSH JR. CONTRO GORE

Le presidenziali del 2000 vedono, uno di fronte all’altro, il repubblicano George W. Bush, governatore del Texas e soprattutto figlio del già presidente George bush Sr. e Albert Gore, vice di Clinton.

Al termine d’una campagna molto tirata entrambi i contendenti sono sul filo di lana: in particolare, lo stato decisivo è la Florida dove per votare si usano delle macchine perforatrici.

L’elettore, premendo un pulsante sul candidato provoca il distacco di piccoli coriandoli.

Alcuni di questi si staccano altri no.

Chi vince la Florida va alla Casa Bianca: per diverse settimane i coriandoli son contati e ricontati.

Alla fine, la Corte Suprema ordina di interromper i conteggi assegnando di fatto la vittoria a Bush: Gore accetta il verdetto, evitando uno scontro politico dagli esiti imprevedibili.

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2020: L’ASSALTO AL CONGRESSO

Il 3 Novembre 2020, gli americani van alle urne o per confermare Donald J. Trump o per elegger Joseph R. Biden Jr.

Già durante la campagna elettorale Trump fa capire che non accetterà l’esito delle elezioni a meno che non lo riconosca vincitore: quando si aprono le urne emerge che Biden ha vinto con 306 voti elettorali contro 232 dell’avversario.

In termini di voti popolari al democratico van 81 milioni di schede contro 74 milioni al repubblicano.

Nelle settimane successive Trump prova in tutti i modi di sovvertire il risultato, i repubblicani presentan più di 60 ricorsi sostenendo che vi son stati irregolarità e brogli: il 6 Gennaio 2021, quando il Congresso deve ratificare l’esito delle elezioni, alcune migliaia di scalmanati dan l’assalto a Capitol Hill, aizzati dal Presidente.

Alla fine però Biden è proclamato eletto e il 20 Gennaio presta giuramento.

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1948: LA SORPRESA

Nel 1948 tutti prevedon che Thomas Dewey, repubblicano, batta Harry S. Truman, democratico. il giorno dopo il voto il Chicago Tribune titola “Truman sconfitto da Dewey”.

Presto si scopre che è vero il contrario: il democratico che nei sondaggi è dietro 5 punti dal repubblicano, ha vinto un secondo mandato.

Cosa accadrà nelle prossime ore? Chi dei due principali concorrenti vincerà? Lo sconfitto accetterà l’esito del voto o farà fuoco e fiamme? Si vedrà: l’incertezza però è molta ed anche iltimore che possa scoppiare la violenza tra fazioni rivali.

PIER LUIGI GIACOMONI

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NOTA:

[1] Solo dal 1845 si stabilisce che le elezioni presidenziali si tengan
in un’unica data.

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