NAMIBIA
SI AMMAZZAN ELEFANTI PER DAR DA MANGIARE AGLI ESSERI UMANI
(27 Settembre 2024)
WINDHOEK. In Namibia, da alcune settimane è partito un progetto d’eliminazione d’un certo numero di elefanti per dar da mangiare agli esseri umani.
Il Paese dell’Africa australe è interessato da una grave siccità che riduce drasticamente i raccolti, mettendo a rischio il regime alimentare di 1,4 milioni di namibiani (già da maggio le autorità han decretato lo stato d’emergenza).
Perciò, il Ministero dell’Ambiente ha autorizzato l’uccisione d’oltre 700 esemplari d’animali selvatici, per fornir carne a chi ha fame.
Finora sarebbero stati abbattuti 30 ippopotami, 83 elefanti, 60 bufali, 100 gnù blu, 300 zebre, 100 eland e 50 impala (due tipi di antilopi).
La maggior parte di loro viveva nei parchi nazionali: la carne di 157 abbattuti, già macellata, ha prodotto 56.875 chilogrammi di cibo, secondo un portavoce governativo.
La Namibia, con questo progetto, spera di raggiunger anche un altro obiettivo:
alleggerire la pressione che gli animali selvatici esercitan su un ambiente già fortemente impoverito dalla mancanza di piogge.
In linea col divieto globale del commercio d’avorio, le zanne degli elefanti macellati saran conservate nei magazzini governativi.
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FAME IN NAMIBIA
Secondo il PAM (Programma Alimentare Mondiale dell’ONU) 1,4 milioni di namibiani, su una popolazione che supera di poco i 2 milioni, è a forte rischio fame a causa delle condizioni climatiche che stan fortemente riducendo i raccolti: la produzione di grano nel 2024 s’è ridotta del 53%, mentre le riserve idriche son crollate del 70%.
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LE REAZIONI
Non tutti han accolto con entusiasmo la decisione presa dal governo:
People for the Ethical Treatment of Animals (PETA), un’associazione che si batte per i diritti degli animali, ha pubblicato sul suo sito web una lettera indirizzata al governo per spingerlo a «riconsiderare» questa misura, «non solo crudele, ma anche pericolosa a breve termine e che non avrà alcun effetto sul lungo periodo». Jason Baker, vicepresidente dell’organizzazione, sostiene che il massacro d’animali selvatici potrebbe, inoltre, squilibrare gli ecosistemi.
Un gruppo di ricercatori e difensori dell’ambiente in un comunicato stampa ha sostenuto che questo massacro di massa costituisce un precedente che autorizza i governi «a sfruttare la fauna selvatica protetta e i parchi nazionali col pretesto di bisogni umanitari».
Per questo si è chiesto:
1. se prima di dar il via alla “caccia grossa” sian stati condotti degli studi sull’impatto che questo provvedimento potrebbe aver sull’ecosistema;
2. se sia stato effettuato un censimento della selvaggina e un’indagine sulla sicurezza alimentare della popolazione namibiana.
Insinua, inoltre, che all’origine d’un provvedimento così radicale vi sia anche il desiderio d’ingraziarsi la popolazione in vista delle elezioni generali di novembre: la maggior parte della carne verrebbe distribuita in aree dove l’opposizione alla SWAPO è più forte.
Di più: i proventi delle licenze di caccia concesse dall’autorità son destinati a rimpinguare le esangui casse dello Stato.
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ELEFANTI, SPECIE A RISCHIO
Secondo alcune stime gli elefanti in Africa sarebbero 415.000 (Fonte WWF) e in Namibia 20.000: all’inizio del XX secolo eran in tutto il continente tra 3 e 5 milioni.
Gli elefanti africani e asiatici sono considerati a rischio d’estinzione, con l’eccezione dell’Africa australe dove i pachidermi abbondano.
Altrove invece devon esser protetti anche a causa del bracconaggio e del commercio clandestino d’avorio.
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LA NAMIBIA
Stato dell’Africa meridionale incastonato fra Angola, Botswana e Sud Africa, ha conseguito la sua indipendenza nel 1990 dopo 25 anni di guerriglia condotta dalla SWAPO contro l’esercito sudafricano che occupava il territorio.
Ex colonia tedesca[1] vien assegnata al Sud Africa nel 1920 dalla Società delle Nazioni: Pretoria vi esporta la politica di Apartheid, ma soprattutto mette le mani sulle risorse minerarie costituite principalmente dai diamanti, scoperti nel 1908.
divenuto una repubblica indipendente, la scena politica è stata fin qui dominata dalla SWAPO (South West Africa People’s Organisation) che da movimento di guerriglia si trasforma in partito.
Il territorio, prevalentemente desertico, occupa una superficie di 825.615 kmq ed ospita una popolazione di 2.5 milioni d’abitanti.
PIER LUIGI GIACOMONI
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NOTA:
[1] Durante la dominazione tedesca (fine XIX secolo-1918) la popolazione degli Herero fu oggetto d’una pulizia etnica, perché i coloni inviati da Berlino volevan impadronirsi delle loro terre. Gli Herero si opposero e furon massacrati.