J. S. Bach ed Antonio Vivaldi
(28 luglio 2015).
Johann Sebastian Bach ed Antonio Vivaldi hanno vissuto più o meno nello stesso periodo, hanno composto un’enorme quantità di musica per diversi generi, sono morti nello stesso giorno (28 luglio) anche se in anni diversi, ma non si sono mai incontrati.
Eppure Bach ha avuto per le mani diverse composizioni del “prete rosso” e le ha rielaborate.
E’ ad esempio il caso del concerto op. 3 n. 10 di Vivaldi, incluso nella raccolta dell'”estro armonico”.
“È – scrive Giacomo Manzoni – Una Pagina ispirata,Tutta Vibrante Delle Voci Dei Cinque Solisti, Che Dialogano Tra Loro E Con L’Orchestra Con Scioltezza E Varietà Di Fantasia Degna Del Migliore Vivaldi.”
la trascrizione bachiana è un concerto in la minore per quattro cembali, archi e continuo.
Oltre ad aver abbbassato d’una nota la tonalità d’impianto, Bach, ha affidato a quattro clavicembali il ruolo di solista ed ha reso più essenziale l’aporto dell’orchestra d’archi,
al punto che il tempo centrale, “largo, larghetto”, vede come protagonisti assoluti i quattro cembali ed il basso continuo.
Nella versione bachiana di questo concerto (numero di catalogo BWV. 1065) i quattro cembali dialogano fra di loro con scale in moto retto e moto contrario, con contrappunti, con arpeggi che rendono davvero suggestiva questa pagina.
Se già Vivaldi aveva creato un brano assai suggestivo, Bach lo ha valorizzato straordinariamente.
PIER LUIGI GIACOMONI