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GERMANIA

IL BUNDESTAG SI SCIOGLIE
(18 Dicembre 2024)

BERLINO. Il Bundestag, rifiutando di rinnovar la fiducia al Cancelliere Olaf Scholz, si è di fatto sciolto: la mozione avanzata dal Capo del Governo ha raccolto solo 207 voti, contro 394 e 116 astensioni.

Conseguenza: il Presidente Frank-Walter Steinmeier può congedar la 20° legislatura ed indire nuove elezioni anticipate (23 Febbraio 2025).

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CRISI POLITICA

Come noto, dopo la destituzione del Ministro federale per le Finanze Christian Lindner, FDP, avvenuta il 6 Novembre, entra in crisi il governo “semaforo”: in breve: i maggiori partiti a Berlino decidon d’affidare al parlamento il compito d’uscire dall’impasse.

Il 16 Dicembre, perciò, discorso del Cancelliere, bbreve dibattito, fiducia.

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SETTE PARTITI

Anche se si presenteran numerose liste, son al massimo sette i partiti che han serie possibilità d’oottener seggi nel prossimo Bundestag:

1. l’Unione Cristiano-Democratica (CDU) insieme agli alleati bavaresi della CSU: al momento i sondaggi attribuiscon loro un terzo delle intenzioni di voto;

2. l’SPD accreditato d’un modesto 17%;

3. Alternative für Deutschland, formazione d’estrema destra, che potrebbe diventar il secondo partito tedesco, poiché i sondaggi le assegnano poco meno del 20%;

4. in calo, rispetto a quattro anni fa, die Grünen, gli ecologisti, secondo partner della coalizione “semaforo”.

I demoscopi riconoscon loro l’11-12%.

Poco sopra la quota capestro del 5% che esclude dall’assegnazione dei seggi:

1. l’FDP, che si è già offerto come junior partner d’una coalizione nero-gialla;

2. die Linke, che in passato raccoglieva consensi soprattutto nell’ex DDR e che pare declinante.

Totalmente imprevedibile è il risultato che può ottenere il Bündniss Sara Wagenknecht (BSW): a settembre, nelle elezioni regionali in Brandeburgo, Sassonia e Turingia ha messo a segno lusinghiere percentuali, ma ora la scommessa è diventar una forza politica d’importanza nazionale.

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QUALE GOVERNO?

Se quanto s’è detto sarà confermato dalle urne, toccherà alla CDU-CSU formare una nuova coalizione che possa regger quattro anni: l’Unione proporrà il 69enne Friedrich Merz come capo del Governo, che dovrà trovar dei partner collaborativi.

Escludendo sia l’estrema destra che l’ultrasinistra, rimangon forse disponibili i socialdemocratici, i Verdi e forse i liberali.

Come avviene sempre, le trattative per la stesura del documento programmatico saran lunghe e laboriose, i negoziatori discuteran riga per riga finché non raggiungeranno un accordo: il nuovo gabinetto poi dovrà dimostrartsi sufficientemente coeso per affrontar le numerose sfide che aspettan Berlino e l’Europa.

Già, perché la Germania sta attraversando una difficile condizione economica e forti tensioni sociali, perciò ha bisogno presto d’un governo nella pienezza delle sue funzioni.

Lo stesso vale per l’Unione europea: mentre scriviamo, sei Paesi UE, oltre a Berlino, son guidati da esecutivi dimissionari: Austria, Belgio, Bulgaria, Francia. Irlanda, Romania.

E’ ovvio che questa congiuntura, destinata in parte ad esser risolta nei prossimi mesi, oggi indebolisce l’Unione europea nel momento in cui avrebbe bisogno d’esser più forte ed incisiva.

PIER LUIGI GIACOMONI

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