FRANCIA
DOPO IL VOTO, L’INCERTEZZA
(20 Luglio 2024)
PARIGI. Le elezioni legislative del 30 Giugno-7 Luglio 2024 han fatto precipitare la Francia in una fase d’incertezza politica rara nella storia della quinta repubblica.
In passato, soprattutto quando le elezioni eran decretate lontano dalla corsa presidenziale, vi son state coabitazioni tra un Presidente ed un gabinetto d’orientamento politico diverso, ma stavolta non è uscita dalle urne una maggioranza chiara, bensì tre minoranze.
Poiché nessuno dei tre blocchi principali ha conseguito la maggioranza assoluta (289 seggi su 577) sarà necessaria molta pazienza per costruire una coalizione capace di governare il paese e l’Assemblea nazionale, tenuto conto che per un anno questa non può esser sciolta di nuovo.
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DOPO LE EUROPEE
Come già scritto, il 9 giugno, di fronte ai risultati delle elezioni europee, il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha sciolto la camera bassa del parlamento e fissato le date del nuovo scrutinio.
Quell’iniziativa, aspramente criticata da una parte della stampa perché si temeva che consegnasse il paese all’estrema destra, ora pone nelle mani dell’inquilino dell’eliseo tutte le carte per ricomporre il quadro politico francese, superando forse la contrapposizione destra-sinistra e gettare le basi per una nuova maggioranza centrista che emargini gli oltranzisti.
Comunque, a seguito di questa decisione, la scena politica nazionale è come impazzita: i partiti vecchi e nuovi son andati in tilt e si son create combinazioni almeno in parte impreviste.
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1. I REPUBBLICANI
I Repubblicani (LR) son il partito uscito più malconcio dall’inatteso passo del Presidente: dopo le legislative del 2022, gli eredi del gollismo e del neogollismo si eran accomodati in una posizione ambigua, né all’opposizione né al governo.
Peraltro, la loro consistente diffusione sul territorio, permetteva loro d’agire su diversi tavoli.
Annunciate le elezioni, Eric Ciotti, loro presidente, ha concluso in poche ore un accordo col Rassemblement Nationale per presentare candidati comuni in tutto l’esagono.
Questo atto ha fatto esplodere il partito che fu di Chirac e Sarkozy: la maggioranza dell’ufficio politico ha sfiduciato Ciotti ed ha dichiarato che per nessuna ragione coopererà, né ora né mai, con gli eredi di Vichy.
Così, i repubblicani proCiotti han corso sotto le bandiere del RN, mentre altri si son presentati per conto loro, coalizzandosi con altri piccoli gruppi di centro-destra.
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2. IL NUOVO FRONTE POPOLARE
Le diverse formazioni della sinistra han costituito il Nuovo Fronte Popolare (NFP) che metteva insieme La France Ensoummise (LFI) capeggiata da Jean-Luc Mélenchon, il Partito Socialista (PS), il comunista (PCF) ed Europa Ecologista (ECO).
Questa “lista di scopo” aveva certo l’obiettivo di sbarrare il passo al RN, ma anche di gettar le basi per un eventuale governo di sinistra sul modello di quello che si costituì nel 1936.
I rapporti però tra i diversi soggetti che componevan la coalizione eran pessimi soprattutto a causa del radicalismo che caratterizza la retorica del leader di LFI Mélenchon, dichiaratamente anticapitalista e proPalestina.
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I diversi leader del quadrilatero han fatto capire fin dall’inizio che dopo il voto ciascuno si sarebbe tenuto le mani libere e sarebbe andato per la propria strada.
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3. ENSEMBLE POUR LA FRANCE
I “macroniani”, le forze più o meno vicine al Presidente della Repubblica, si son coalizzate in Ensemble pour la France, mettendo insieme candidati proposti da Renaissance, Horizont e MoDem.
Durante la campagna pre primo voto han attaccato la sinistra, in particolare Mélenchon, ma poi…
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4. L’ESTREMA DESTRA
Il Rassemblement Nationale ha presentato perlopiù propri candidati a parte i già citati proCiotti.
Recopnquete, altra formazione d’estrema destra guidata da Eric Zemmour è scomparsa: infatti la nipote di Le Pen, Marine Maréchal, è tornata in RN. .
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IL SISTEMA ELETTORALE
Com’è noto, il sistema elettorale in vigore in Francia è uninominale secco a doppio turno: il territorio, compreso l’oltremare, è suddiviso in 577 collegi: ciascuno elegge un deputato[1].
Al primo turno vince il seggio chi ottiene il 50,1% dei voti, se sostenuto da almeno il 25% degli elettori.
Se non avviene, dopo una settimana si tiene il ballottaggio, cui posson esser ammessi tutti i candidati che abbian ottenuto almeno il 12,5% delle preferenze al primo turno.
Posson così verificarsi dei duelli bi, tri o quadrangolari: risulta eletto il nominativo più votato.
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I RISULTATI
1. IL PRIMO TURNO (30 GIUGNO)
Il quadro che esce dalle urne dopo il primo turno non è dissimile da quanto già emerso in occasione delle europee: RN+Alleati ottengon il 33,2%, il NFP IL 28%, Ensemble il 20% e i Repubblicani il 6,6%.
Son eletti complessivamente 76 deputati (RN 38, NFP 32, Ensemble 2, Repubblicani 1, altri 1)[2].
Restan da attribuire complessivamente 501 seggi.
A questo punto, scatta dall’Eliseo la parola d’ordine: “desistenza!”. Dove possibile, i terzi e i quarti concorrenti ammissibili delle liste NFP e ensemble devon ritirarsi e far convergere sul competitore meglio piazzato, dell’uno o dell’altro schieramento, i propri voti.
E’ indispensabile, dice Macron, che l’RN non conquisti né la maggioranza assoluta né la relativa.
L’appello è accolto, per cui invece di più di 300 ballottaggi triangolari se ne realizzano solo 85 perché i repubblicani ed alcune altre forze minori non ci stanno a farsi da parte.
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2. IL SECONDO TURNO (7 LUGLIO)
La suspense è per le ore 18 di martedì 2 Luglio: entro quell’ora i terzi o i quarti classificati che però potrebbero mantenersi in corsa devon notificare il loro eventuale ritiro.
Il meccanismo della desistenza scatta quasi dappertutto e di lì si capisce che probabilmente il RN non ce la farà a vincere.
Si ipotizza che possa prendere tra 170 e 220 seggi, ben lontano da quei 289 che regalerebbe loro la presidenza del consiglio.
Per di più, vengon commessi alcuni errori, come promettere che se andrà al potere l’ultradestra sfavorirà nell’assegnazione dei posti quei francesi che han la doppia nazionalità. Inoltre, alcuni candidati risultan davvero impresentabili a causa del loro orientamento ideologico fortemente ispirato al fascismo e venato d’antisemitismo.
Questi sbagli verranno ammessi a urne chiuse dal candidato premier di RN, il ventottenne Jordan Bardella.
Il 7 Luglio, dunque, alle 18, chiudono i seggi in provincia e i primi sondaggi diffusi in Svizzera e Belgio, ma non in Francia, indicano che il partito di Marine Le Pen è in difficoltà.
Alle 20, quando terminan le operazioni di voto a Parigi e nelle altre grandi città, il quadro si chiarisce: l’ultradestra è dietro all’NFP e ad Ensemble, mentre i Repubblicani fan un buon risultato.
D’ora in ora, le cifre si stabilizzano ed emerge che nella nuova Assemblea Nazionale non c’è una maggioranza: l’NFP conquista 182 seggi (LFI 74, PS 59, ECO 28, PCF 9, ALTRI 12).
Ensemble ne conquista 168 (Ren 102 MoDem, 33, Hor 28, altri 5).
L’RN+alleati ne raccoglie 143 (rn 126, proCiotti 17).
I Repubblicani eleggon 45 parlamentari cui si aggiungono 15 provenienti da gruppi politici minori di centro-destra.
Da notare che sia al primo turno che al secondo la partecipazione è stata molto alta: complessivamente ha votato quasi il 67% dell’elettorato.
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3. GRANDE CONFUSIONE
La sera del secondo turno, alla luce degli esiti che van emergendo, il Presidente fa sapere che deciderà il nome del nuovo primo ministro solo dopo che sarà definita la composizione della 17ª Assemblea Nazionale che terrà la sua prima seduta il 18 Luglio[3]; il premier, dal canto suo, comunica che presenterà le proprie dimissioni dall’incarico che, offerte l’8 Luglio, vengon accettate solo il 16, ma con l’invito a rimaner in carica per la gestione dell’ordinaria amministrazione.
Parigi, infatti, ospiterà le Olimpiadi dal 26 Luglio all’11 Agosto ed è interesse di tutti che vada tutto liscio.
Solo dopo la fine dei giochi, si capirà meglio in quale direzione s’incamminerà la repubblica transalpina: grande coalizione di centro che taglia fuori le estreme o governo tecnico che guida il paese a nuove elezioni entro un anno?
PIER LUIGI GIACOMONI
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NOTE:
[1] Un certo numero di seggi son riservati ai francesi all’estero: i diversi continenti o subaree geografiche son collegi che funzionano esattamente come quelli della metropoli.
[2] un deputato è eletto tacitamente per mancanza d’avversari.
[3] In occasione della seduta costitutiva della 17ª Assemblea Nazionale del 18 Luglio ci son volute tre votazioni per eleggere la Presidente.
L’Ha spuntata Yaël Braun-Pivet, proveniente dalle file macroniane: con 220 voti ha sconfitto sia il candidato del NFP André Chassaigne (207 voti) che del RN Sébastien Chenu (143 voti).
Questa votazione sembra prefigurare una possibile coalizione tra Ensemble e Repubblicani (228 seggi): secondo la stampa francese questo sembra esser l’orientamento dell’Eliseo.
Si tratta d’una coalizione che non ha la maggioranza assoluta, ma che conta sulle divisioni delle opposizioni per andar avanti, almeno per un po’, magari ricorrendo in più occasioni all’art. 49.3 della costituzione, come più volte accaduto nella 16ª Legislatura.