ZAMBIA. HICHILEMA PRESIDENTE, UPND MAGGIORANZA
(4 Settembre 2021)
LUSAKA. Lo Zambia volta pagina: il 12 Agosto scorso elegge alla presidenza della repubblica Hakainde Hichilema e consegna nelle mani del suo partito l’UPND la maggioranza in Parlamento.
Ha così termine la presidenza di Edgar Lungu che durava dal 2015 e che aveva assunto negli ultimi tempi tonalità autoritarie.
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I RISULTATI.
La suspense generatasi nelle ore successive alla chiusura dei seggi si è sciolta il 15 agosto quando la commissione elettorale centrale ha reso noti i risultati delle presidenziali.
Hakainde Hichilema, 59 anni, vince con un margine di oltre un milione di voti: a lui vengono riconosciuti 2,8 milioni di schede contro 1,8 milioni al suo principale rivale Edgar Lungu: in termini percentuali al primo va il 57,9% contro il 37,3% del secondo.
In lizza c’erano altri 14 candidati che si sono dovuti accontentare delle briciole: non era previsto ballottaggio, perché avrebbe vinto il nominativo con più preferenze.
Già nei giorni precedenti, dopo la giornata elettorale, alcune anticipazioni avevano lasciato intendere che la bilancia del favore popolare pendeva verso HH.
Nelle contemporanee elezioni legislative, l’UPND consegue 81 seggi su 156, mentre il PF ne raccoglie 63, completano l’assemblea 10 indipendenti.
Il 24 Agosto Hichilema ha prestato giuramento e pochi giorni dopo ha varato il suo primo governo.
La transizione, quindi, tra un Presidente e l’altro è avvenuta senza problemi: nessuno ha denunciato brogli o ha richiesto l’annullamento delle elezioni: anzi, il Presidente uscente, che pure nelle ore incerte dello scrutinio aveva denunciato alcune violenze avvenute in circoscrizioni fedeli al People’s Front, il suo partito, si è congratulato col vincitore, come avviene nelle democrazie mature.
Non si è assistito, dunque, a quel triste spettacolo che di recente ha avuto luogo negli Stati Uniti o in Perù, dove i candidati sconfitti, Donald Trump e Keiko Fujimori hanno per settimane sparso crescenti dubbi sulla contesa elettorale col fine d’invalidarla o per mantenersi al potere ben oltre la scadenza del mandato.
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HAKAINDE HICHILEMA.
Ricco imprenditore, in passato aveva presentato la propria candidatura alla massima carica ben cinque volte: alla sesta è arrivata la vittoria.
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Su di lui pesa un difficile compito: anzitutto eredita un Paese in piena crisi economica, benché sia il primo produttore mondiale di rame, metallo ricercatissimo perché ottimo conduttore d’elettricità ed utilizzatissimo dall’industria. Lo scorso anno, però, lo Zambia ha dichiarato default, non essendo in grado di rimborsare una parte del proprio debito estero.
Vi sono poi da risolvere le profonde diseguaglianze che colpiscono gli 11 milioni di zambiani, superare la povertà diffusa e creare posti di lavoro per ridimensionare l’enorme disoccupazione.
Da ultimo, si deve rimetter in piedi un sistema sanitario al collasso, trovare fondi per far funzionare l’istruzione pubblica e via di questo passo: è improbabile che tutto questo fardello possa essere ridotto nei cinque anni di mandato che hichilema ha a disposizione, ma i suoi sostenitori che l’hanno festeggiato il 16 Agosto ripongono su di lui molte aspettative.
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RISPETTARE I DIRITTI UMANI.
«La presidenza di Edgar Lungu, terminata il 24 agosto, è stata caratterizzata – scrive Riccardo Noury, portavoce di amnesty International su corriere.it – da gravi violazioni dei diritti umani: esponenti politici dell’opposizione e attivisti arrestati, mezzi d’informazione chiusi tra cui il prestigioso quotidiano The Post, repressione delle proteste e morti in piazza, almeno cinque dal 2016, da parte della polizia.
Per Hichilema fare i conti con questo passato e affermarsi come rappresentante di una nuova leadership sui diritti umani, significherà rimuovere le limitazioni al diritto di manifestazione pacifica e alla libertà di stampa e porre fine alla cultura dell’impunità attraverso indagini indipendenti e processi nei confronti dei responsabili delle violazioni dei diritti umani.»
In effetti, come hanno denunciato diverse organizzazioni che si battono per la difesa dei diritti umani, Lungu ha gestito lo Stato zambiano con piglio autoritario, limitando notevolmente le libertà civili e dando l’impressione di voler imporre allo Zambia una dittatura personale. Una deriva autoritaria che diveniva vieppiù marcata a mano a mano che il Paese sprofondava nel baratro del default.
»Lo stesso neo presidente – continua Noury – ne sa qualcosa. Il 22 dicembre 2020, quando era il leader del Partito unito per lo sviluppo nazionale (UPND), all’opposizione, era stato convocato per interrogatori al quartier generale della polizia della capitale Lusaka.» Questa »aveva aperto il fuoco contro una piccola e pacifica folla radunatasi fuori dall’edificio in segno di solidarietà, uccidendo un manifestante e un procuratore, Nsama Nsama, che stava acquistando cibo da asporto in un ristorante della zona. Il giorno prima il governo aveva pubblicamente invitato la polizia a “usare ogni mezzo per mantenere la legge e l’ordine”. La Commissione per i diritti umani dello Zambia ha stabilito che l’ordine di sparare contro i manifestanti era stato dato dal commissario di polizia Nelson Piri. Che è stato, sì, rimosso dall’incarico ma non ancora incriminato.»
Lo Zambia ha una tradizione democratica piuttosto consolidata: dopo l’uscita di scena di Kenneth Kaunda, primo Presidente dopo l’indipendenza rimasto al potere per 27 anni, si sono succeduti ben quattro leader, tutti eletti liberamente dalla popolazione: ora si tratta di vedere se Hakainde Hichilema riuscirà a mantenere una parte delle promesse fatte in campagna elettorale e si dimostrerà in grado di governare questo Paese dell’Africa australe, rispettando le regole della Costituzione senza cadere nei vizi tipici di parecchi leader africani.
PIER LUIGI GIACOMONI
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PS. Il nuovo parlamento di Lusaka ha eletto il 3 Settembre nella sua prima seduta, per la prima volta nella sua storia, una donna al posto di speaker: si tratta di Nelly Mutti, eletta senza opposizione.
I suoi vice sono Attracta Chisanga e Frank Moyo.
Il nuovo Presidente della Repubblica si è congratulato con lei scrivendo su Facebook: «Hai un compito immane davanti a te, ma sono sicuro che sarai in grado di svolgerlo con equanimità.»
Lo speaker ha l’obbligo di dirigere i lavori della camera, mantenervi l’ordine e imporre un comportamento consono ai parlamentari indisciplinati.