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VIA LE BANCHINE IN MEZZO ALLA STRADA
(12 Ottobre 2016)

BOLOGNA. Io l’ho sempre detto fin dall’inizio: le bancine costruite in mezzo alla strada sono pericolose. Siccome,
però, non conto nulla, le banchine sono ancora lì dai tempi di Cofferati, del Civis e dei sogni su un aumento della
scorrevolezza del traffico.

In realtà, quei rialzi costruiti appunto dove avrebbe dovuto fermarsi il Civis, si sono dimostrati per quello che
sono: pericolosi per i pedoni, per i disabili e per gli anziani.

E poi restringendo le carreggiate di via Marconi, via dei Mille e via Irnerio, contribuiscono all’intasamento di
vie fondamentali per l’entrata e l’uscita da Bologna Centro.

Raccolta firme. «Sono pericolose le banchine” delle fermate dei bus al centro della carreggiata, perciò andrebbero
rimosse. E’ l’appello del Comitato Palasport e di Confcommercio Ascom Bologna, che hanno avviato una raccolta firme
appunto affinché vengano eliminate.» Parola di Bologna Today.

La raccolta delle firme verrà avviata nei prossimi giorni per convincere l’amministrazione comunale
a demolire le fermate rialzate, situate in mezzo alla via.

«E’ evidente – dice Renato Nucci, Presidente del Comitato Palasport che riunisce molti commercianti e cittadini
della zona Porto – che il progetto di nuova viabilità di Via Marconi non era adeguato ed avrebbe creato problemi di
incidentalità. Ora è arrivato il momento di cambiare e ci impegneremo nei prossimi mesi a raccogliere le firme dei
cittadini, coinvolgendo residenti e commercianti, perché vogliamo riportare le fermate dove erano prima. I portici
di Bologna sono infatti delle pensiline naturali, proteggono dal rischio investimento e dalle intemperie, ed
evitano ai cittadini di salire sulle attuali fermate strette e lunghe posizionate in Via Marconi, Via dei Mille ed
in Via Irnerio, creando gravissimi problemi ad anziani, disabili e utenti deboli.»

Peraltro, in questi anni, ne abbiamo sentite di tutti i colori: anche il sindaco attualmente in carica, (giuro che
l’ho udito con le mie orecchie e non in campagna elettorale), aveva promesso che sarebbero state rimosse perché
pericolose per pedoni, disabili ed anziani. Poi però non è accaduto nulla.

Cosa non va. Per la confcommercio queste banchine:
– accrescono il rischio d’incidentalità;
– non è aumentata in modo apprezzabile la velocità commerciale dei mezzi pubblici
– creano un grave disservizio per gli utenti dei mezzi pubblici,
– determinano un incremento del traffico e dell’inquinamento;
– contribuiscono al congestionamento delle vie interessate.

A questi difetti, che ho sperimentato di persona, avendo lavorato per anni nella zona di via Irnerio aggiungo.
– le banchine sono strette ed il gradino tra piano stradale e banchina è molto alto;
– se qualcuno è seduto o fermo sulla banchina, il pedone transitante deve scendere o farsi strada a forza;
– la pavimentazione, specie nei giorni di pioggia è scivoloso, specialmente sugli scivoli che son stati realizzati
per favorire la mobilità delle carrozzine;
– se nevica, i cumuli vengono collocati sulle banchine e, comunque, col ghiaccio si formano delle lastre assai
insidiose;
– la banchina vincola l’utente non vedente a servirsi dei semafori acustici per attraversare il breve braccio di
strada che la separa dal portico: se però il semaforo acustico è stato danneggiato o si è rotto, magari a causa
delle intemperie, il pedone privo della vista corre rischi letali.
– accade anche che qualcuno parcheggi il proprio mezzo vicino al portico, magari in corrispondenza di un’arcata,
costringendo il pedone a costeggiare il mezzo fino a trovare un pertugio dove entrare: nel frattempo scade il verde
per i pedoni e si rischia d’esser travolti dalle auto in arrivo.
(giuro che mi è capitato sempre in via Irnerio).

Insomma, questo brutto capitolo della recente storia bolognese rappresentato dal Civis, con tutti i suoi
addentellati, andrebbe proprio chiuso per sempre, facendo sparire quelle fermate rialzate che aumentano inutilmente
il rischio di farsi del male.

Se fossi un consigliere comunale ci farei su questa questione un intervento d’inizio seduta, un ordine del giorno,
un’interrogazione od un’interpellanza: insomma qualcosa per far capire a pedoni, disabili ed anziani che si pensa
anche a loro.

PIER LUIGI GIACOMONI

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