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TOPI, VETRI ROTTI ED INTEGRAZIONE PROBLEMATICA
(23 Settembre 2016)

BOLOGNA. Partecipare ad un incontro di inquilini di case ACER significa toccar con mano problematiche sociali immense, perché chi vive in questi caseggiati deve far fronte a problemi piuttosto grossi, che si connettono con le grandi questioni dell’economia, dell’integrazione tra genti diverse, della sicurezza e della giustizia sociale.

Ieri, giovedì 22 settembre, sono stato, in qualità di consigliere di quartiere, ad una riunione di inquilini di case ACER delle zone di via Rimesse, via Bentivogli, via Sante Vincenzi.

I problemi. Nel corso di oltre due ore di dibattito, di domande-risposte, d’interventi, sono state evidenziate le seguenti situazioni:
• anziani soli che vivono perennemente in casa;
• tempi lunghi per la manutenzione degli edifici;
• tensioni tra famiglie d’origine italiana e d’origine straniera;
• non tempestiva manutenzione degli edifici e delle facciate;
• presenza di ratti e di tombini intasati;
• scarsa manutenzione delle strade e dei marciapiedi;
• scarso rispetto delle regole da parte di ciclisti che vanno a tutta velocità sui marciapiedi;
• scarsa presenza di agenti della polizia municipale;
• tensioni tra famiglie straniere e coppie gay;
• necessità d’interventi contro la morosità;
• abbandono di negozi ACER o bar che divengono poi luoghi di degrado e d’abbandono.
• microdelinqquenza, furti ed aggressioni;
• non esiste un trasporto pubblico efficiente che permetta ai cittadini della Cirenaica di recarsi alla sede del nuovo Quartiere, senza fare il giro del mondo.

La testimonianza. Il momento più toccante del pomeriggio è stata la narrazione fatta da una signora piuttosto anziana che ha raccontato di vivere in casa con un marito invalido costretto in carrozzina.

Lei cerca d’assisterlo e quando lo vuol portare fuori lo carica nell’ascensore, Ma quando in questo è entrato l’uomo e la carrozzina non c’è più posto per nessuno.

Giunti a terra, poi, vi è il problema di scendere otto gradini per arrivare al livello stradale.

Per tutti questi motivi, la signora ha chiesto ad ACER un cambio d’alloggio per andar a vivere vicino a sua figlia.

La richiesta viene inoltrata: dopo del tempo le vien detto che si trova in undicesima posizione in graduatoria, poi in terza, poi di nuovo in quattordicesima ed, infine, un brutto giorno, un impiegato, evidentemente in vena di scortesie, le dice a brutto muso:
«Abbiamo dato la casa a chi ne aveva più bisogno di lei!»

Il Presidente di ACER, ha garantito che:
1. prima di tutto, verrà fatta una verifica sul personale per vedere se effettivamente è stata data la risposta soprariportata;
2. poi si cercherà di vedere se ci sono davvero le condizioni per far traslocare questa coppia di anziani invalidi in una nuova abitazione.

Coop risanamento. L’incontro si è svolto presso la sala Montanari che appartiene alla Coop Risanamento. Questa cooperativa è presente in città con oltre 2.000 appartamenti dati in affitto ad un canone che va dai 200 ai 700 euro mensili, a seconda delle dimensioni dell’alloggio.

Per avere la casa dalla cooperativa ci si deve associare e ci si deve mettere in fila: appena possibile il candidato all’appartamento viene convocato e gli vengono fatte delle proposte.

Se ne accetta una, riceve l’alloggio di cui però non diverrà mai proprietario: lo statuto della Risanamento, infatti, prevede che gli abitanti degli alloggi, siano sempre degli affittuari.

Se pagherà l’affitto e non si dimetterà dalla copperativa, non riceverà mai lo sfratto.

Se un ospite di una di queste case muore e c’è con lui un convivente, questi eredita l’alloggio: altrimenti, questo viene messo a disposizione per eventuali persone interessate.

Non è consentito il subaffitto e la morosità è combattuta con ogni mezzo:la cooperativa, peraltro, può venir incontro con delle agevolazioni a degl’inquilini che hanno difficoltà a pagar l’affitto.

La casa è, col cibo ed il vestiario, un bene primario: dopo la fine dell’ultima guerra i governi hanno finanziato programmi volti ad assicurare al maggior numero di persone possibile l’acquisizione d’un alloggio. In Italia, più che in altri Paesi europei, è prevalsa l’opzione della casa di proprietà: infatti pare che l’80% degli Italiani sia proprietario dell’appartamento in cui abita.

Per coloro che non si potevano permettere l’acquisto, sono stati promossi programmi di edilizia residenziale pubblica.

Questi programmi avevano due finalità:
1. offrire la casa a chi non poteva acquistarla;
2. calmierare il mercato dell’affitto.

I difetti di questo complesso progetto di evidente matrice socialdemocratica emergono in questo genere di incontri:
• L’ACER, che ha ereditato gli IACP è un ente troppo burocratizzato che non riesce davvero a controllare tutte le complesse dinamiche che si verificano nei diversi caseggiati;
• le metodologie di assegnazione degli alloggi lasciano aperta la porta ad abusi e ad irregolarità, spesso denunciate dai giornali ed oggetto di dibattiti in consiglio comunale.

Scoppiano così le guerre tra poveri e le rivednicazioni sulla presenza di topi, vetri rotti e conflitti tra genti d’etnia diversa: insomma, forse un paradigma dei conflitti che serpeggiano nella nostra società.

PIER LUIGI GIACOMONI

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