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TANZANIA. I MAASAI DEVON SLOGGIARE
(17 Aprile 2024)

DODOMA. I Maasai devon sloggiare dai parchi nazionali: la decisione è presa e la polizia ce la sta mettendo tutta per far applicare la volontà del governo.

Infatti, gli agenti piomban nei villaggi, prelevano le persone, le fan sparire nel nulla, ne uccidon alcune, ne violentan altre, brucian le capanne, ammazzan il bestiame.

Secondo diverse relazioni pubblicate da ong che difendon i diritti delle popolazioni indigene, è un crescendo di violenza: «Fin dai primi giorni [dell’anno] – scrive Bruna Sironi[1] – si sono verificati diversi abusi contro le comunità stanziate nei parchi e nelle riserve naturali o nelle loro vicinanze allo scopo di sfrattarle dalla loro terra, destinata ad essere inclusa nelle aree protette.»

Così, il 14 Gennaio 2024, i rangers «della Tanzania National Park Authority (TANAPA), hanno preso d’assalto un villaggio maasai nelle vicinanze del parco Tarangire, nel nord del paese, hanno sparato a diversi abitanti, ne hanno arrestati otto e hanno sequestrato 800 capi di bestiame.»

Nel Ruaha stesse scene, stessi soprusi: è evidente che si voglion regolar i conti coi Maasai, popolo orgoglioso, ancorché molto povero, che intende difender le terre dove vive da generazioni.

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ESPANDERE I PARCHI

Perché tanta ferocia?

Prima di tutto, per questo paese dell’Africa orientale, il turismo ambientale è una delle fonti di reddito più importanti, anche se c’è l’alto rischio che oltre ai visitatori arrivino i bracconieri.

Poi perché la Banca Mondiale ha stanziato 150 milioni di dollari per sostenere progetti d’ampliamento dei parchi e per la realizzazione di infrasttrutture di sostegno al turismo.

Tuttavia le notizie che giungon dal paese e la pubblicazione d’una serie di rapporti che segnalan quali siano i comportamenti della polizia tanzaniana han indotto la World Bank ad una pausa di riflessione.

Intanto 852 Maasai han inoltrato una petizione alla Corte suprema affinché blocchi gli sfratti e fermi la violenza.

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I MAASAI

Popolo d’origine nilotica, sarebbe giunto nei territori dove vive ora tre secoli fa circa dall’Etiopia. Nomade o seminomade, è dedito prevalentemente alla pastorizia e all’allevamento del bestiame.

Suddiviso in cinque clan maggiori e in diversi sottoclan minori: vive prevalentemente tra Kenya e Tanzania e si sposta attraversando le frontiere senza difficoltà.

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TANZANIA

GEOGRAFIA

La Repubblica Unita di Tanzania è uno stato dell’Africa orientale, situato a sud dell’Equatore.

Bagnata ad est dall’Oceano Indiano, possiede anche le isole di Zanzibar e Pemba.

Confina a Nord e nord-ovest con Kenya e Uganda, ad ovest con Ruanda, Burundi e RD Congo, a sud e sud-ovest con Mozambico, Malawi e Zambia.

Occupa una superficie di 947mila chilometri quadrati ed è popolato da 61,7 milioni d’abitanti.

Dodoma è capitale dal 1996,mentre Dar Es Salaam, sul mare, è il centro abitato più popolato, nonché capitale economica.

Lingue più parlate: Ki-Swahili, Inglese e, a Zanzibar, arabo; religioni più diffuse: Islam, cristianesimo e culti tradizionali.

L’economia si fonda sul turismo e in futuro forse sull’estrazione dai fondali marini di gas naturale, materia prima finora non sfruttata.

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STORIA

DAL TANGANIKA ALLA TANZANIA

Nel 1888, la Germania comincia ad occupare le terre del futuro Tanganika e la sua espansione arriva a comprendere anche i futuri Ruanda e Burundi.

Berlino però perde la prima guerra mondiale e le potenze vincitrici si spartiscono l’impero coloniale tedesco: il Tanganika va ai britannici, che possiedon già Uganda e Kenya e son interessati a Zanzibar, mentre Ruanda e Burundi diventan possedimenti belgi.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, anche in Tanganika fiorisce il movimento per l’indipendenza: nel 1954 è fondato il TANU (Tanganyika African National Union) che ha come leader Julius Nyerere (1922 – 1999).

Il 9 dicembre 1961, il paese diventa un dominion e Nyerere assume la guida del governo: l’anno dopo diventa Presidente della Repubblica, carica che mantiene fin al 1985.

Il 12 dicembre 1963, i britannici concedono l’indipendenza anche a Zanzibar: il mese seguente una rivoluzione spodesta il sultano e proclama la repubblica.

I rivoluzionari chiedon di fondere i due territori in un unico stato: il 26 aprile, un plebiscito sancisce la fusione del Tanganika con Zanzibar: nasce così la Tanzania.

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DOPO L’INDIPENDENZA

Nyerere introduce il “socialismo africano” che punta molto sul principio di “contare sulle proprie forze” e sull’Ujamaa, la creazione di villaggi dove la popolazione, invece di vivere sparsa qua e là, sperimenta la vita comunitaria.

In politica estera, Nyerere si batte contro l’Apartheid in Sud Africa e Rhodesia ed appoggia il movimento dei non allineati.

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UGANDA VS TANZANIA

Nel 1978, l’Uganda aggredisce il vicino: dopo sei mesi di combattimenti, le forze tanzaniane entrano a Kampala, ponendo fine alla brutale dittatura di Idi Amin Dada, l’uomo che ha probabilmente ucciso migliaia di persone durante gli otto anni di potere assoluto.

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DAL PARTITO UNICO AL PLURALISMO

Il TANU e l’Afro-Shirazi, il partito dominante a Zanzibar, si fondono (1977), creando il Chama Cha Mapinduzi (CCM) che fin agli anni Novanta è l’unica forza politica legalmente ammessa.

Nel 1995, il paese si apre al multipartitismo, ma il CCM rimane la forza politica dominante.

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UNA DONNA PRESIDENTE

Dal 2021 la presidenza della repubblica è esercitata da Samia Suluhu Hassan, la prima donna ad aver conquistato questa carica:vice presidente del dispotico John Magufuli, gli succede dopo che questi muore, forse di Covid, malattia di cui ha negato l’esistenza.

Nella storia dell’Africa post coloniale è la quarta donna ad arrivare così in alto: in precedenza sono state presidente Joyce Banda, Malawi, Ellen Sirleaf Johnson, Liberia, Sahle-Work Zewde, Etiopia.

Vi son state donne premier: come AGathe Uwilingyimana, Ruanda, uccisa il 7 aprile 1994, davanti ai figli ed a sei caschi blu belgi che non avevan il mandato di difenderla; Silvie Kinigi, Burundi; il 1 Aprile ha si è insediata Judith Suminwa come capo del governo della RD Congo.

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BELLEZZE NATURALI

La Tanzania è famosa per le sue bellezze naturali, oltre ai diversi parchi che son al centro dello scontro coi Maasai, vi è anche il Kilimanjaro, la montagna più alta d’Africa coi suoi quasi 6mila metri d’altitudine.

PIER LUIGI GIACOMONI

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NOTA:

[1] B. Sironi, Tanzania: il governo accanito contro i maasai, nigrizia.it, 23 Febbraio 2024.

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