SPAGNA. LE tre SPINE DI SANCHEZ
(28 Aprile 2022)
MADRID. Sono almeno tre le spine nel fianco che affliggono Pedro Sánchez e il suo fragile governo sinistra: la questione del Sahara occidentale, l’invio di armi all’ucraina e lo scandalo dello spionaggio compiuto dal CNI, il servizio segreto spagnolo ai danni di 63 esponenti dell’indipendentismo catalano.
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Il tutto mentre la Spagna sta entrando in un intenso anno elettorale che si è aperto a febbraio con le elezioni a Castilla y León, che proseguirà a giugno col voto anticipato in Andalusia ed avrà il suoculmine con le amministrative in primavera e le generali in autunno.
Proviamo a riassumere i fatti.
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SAHARA OCCIDENTALE.
Nel 1975, la Spagna si ritira dal Sahara occidentale, suo ultimo possedimento coloniale IN Africa. Poco dopo, il Marocco, che ne rivendica il possesso, organizza la “marcia verde”: Re hassan II (1961 – 1999) mobilita una parte della popolazione affinché emigri nel territorio e lo abiti.
Questo, sebbene nel sahara Occidentale e nel Rio de Oro operi la guerriglia del Fronte Polisario che rivendica l’indipendenza. La Spagna, per decenni, auspica che venga indetto nell’area un referendum per consentire alla popolazione d’esprimersi sul suo futuro. Nel frattempo vien proclamata la Repubblica del Sahara Occidentale, riconosciuta dall’Algeria. Questa situazione rimane immobile fin a quando il Presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump, poco prima di lasciar la Casa Bianca, riconosce al Marocco il diritto di controllare l’ex colonia spagnola, ricca di fosfati ed altri minerali.
anche Francia e Germania, dal canto loro, fan capire a Madrid che è tempo d’adeguarsi alla situazione.
Così, il 14 Marzo, il Presidente del Governo spagnolo invia una lettera al Re marocchino Mohamed VI per comunicargli che Madrid considera “seria e ragionevole” la proposta di Rabat di concedere al Sahara un’autonomia speciale nell’ambito dello Stato marocchino.
L’obiettivo è anche quello di ridurre la pressione migratoria, tanto sulle isole Canarie, quanto sulle enclavi spagnole di Ceuta e Melilla. Frequentemente infatti dalle coste marocchine partono barconi diretti all’arcipelago, mentre gli sbarramenti eretti fuori dalle due città autonome sono oggetto d’assalto dei migranti che tentano d’entrare in territorio spagnolo.
conseguenze:
1. Rabat gradisce l’iniziativa preparata da mesi dal nuovo ministro degli esteri di Madrid Albares, rimanda nella capitale spagnola un proprio ambasciatore, in precedenza richiamato in patria per consultazioni, infine invita sánchez ad un incontro col Re.
2. L’Algeria, invece, congela le relazioni con la spagna mettendo a repentaglio le forniture di gas di cui il Paese ha bisogno, dopo che in settembre aveva rotto i rapporti diplomatici col regno di Mohamed VI;
3. Podemos, partner di coalizione del premier socialista, l’accusa di non aver informato il governo delle proprie iniziative diplomatiche e denuncia per bocca di pablo Iglesias il voltafaccia del PSOE che nella sua piattaforma elettorale del 2019 si era schierato col Polisario, sostenendo il diritto per i Saharawi di decidere autonomamente il proprio futuro.
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INVIO DELLE ARMI ALL’UCRAINA.
Tutto questo avviene nelle settimane in cui esplode il conflitto in Ucraina: in un primo momento Madrid si schiera dalla parte di Kiev e Zelensky, ma promette solo aiuti umanitari, non armi.
Poi, il 25 Marzo, dopo un vertice NATO, Pedro Sánchez annuncia che anche la spagna invierà in Ucraina armamenti a sostegno della resistenza antirussa.
Podemos non è d’accordo, ma Yolanda Díaz, vicepremier e candidata alla guida del “partito viola” prende le distanze dalla sua stessa formazione politica.
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SCANDALO PEGASUS.
La grana però che rischia di mandare in frantumi la fragile coalizione su cui si regge il governo Sánchez è la rivelazione fatta da CitizenLab, un’organizzazione canadese che difende i diritti dell’uomo, secondo cui tra il 2017 e il 2020 una sessantina di dirigenti del movimento separatista catalano sono stati spiati grazie ad un software di produzione israeliana chiamato Pegasus.
Questo programma prende possesso d’un cellulare se l’utente scarica un sms che ne è il veicolo.
In questo modo è possibile da remoto controllare tutte le attività che l’utente svolge col suo apparecchio.
Il presidente catalano Pere Aragonès annuncia di conseguenza la sospensione di ogni collaborazione con il governo spagnolo finché Madrid non avrà fornito chiarimenti.
L’esecutivo centrale sta cercando di limitare i danni anche perché ha bisogno in parlamento dei voti dei diversi partiti regionali catalani e baschi per sopravvivere. rimane però il dubbio che all’interno dell’apparato governativo ci sia chi sta operando al fine di demolire la coalizione.
In particolare, non è chiaro il ruolo svolto dal CNI (Centro Nacional de Inteligencia), il servizio segreto di madrid.
tutto questo oscura sia l’insediamento a valladolid del primo governo regionale composto da ministri del PP e di Vox, una formazione politica d’ultradestra, nostalgica del franchismo, sia gli scandali che coinvolgono dirigenti locali del PP relativi all’acquisto di mascherine FFP2 pagate ad un prezzo esagerato con denaro pubblico.
riuscirà Pedro Sánchez a tener in piedi il suo governo fin alla scadenza naturale del mandato (dicembre 2023)?
PIER LUIGI GIACOMONI