IL SISTEMA ELETTORALE TEDESCO
(5 Giugno 2017)
BERLINO. Dal momento che nel nostro Parlamento è in discussione una legge che pare si rifaccia al sistema elettorale tedesco, ci sembra utile compilare una scheda che riassuma, senza addentrarci in troppi ed inutili dettagli, gli aspetti fondamentali del meccanismo che in Germania porta all’elezione del Bundestag.
Anzitutto, è bene tener presente che nella Repubblica Federale Tedesca l’elettorato elegge solo i membri della Camera Bassa, ossia il Bundestag (camera federale),mentre i membri del Bundesrat (senato federale) sono designati dalle maggioranze che si formano presso i 16 Länder. In pratica il Bundesrat è la sede di rappresentanza dei governi regionali ed i Primi Ministri degli stati federali, anno dopo anno, presiedono il Senato.
Il Bundestag, invece, è eletto ogni quattro anni ed esprime il Governo Federale, designando a maggioranza il Cancelliere che provvede a formare e presiedere l’esecutivo.
Il Bundestag può revocare il Cancelliere, approvando una mozione di sfiducia che contiene il nome del nuovo capo dell’esecutivo e può essere sciolto in anticipo, su proposta del Capo del Governo, quando questi ritenga che non vi sian più le condizioni per proseguire il proprio mandato.
***
La legge tedesca. Il sistema elettorale in vigore in Germania è un misto di proporzionale ed uninominale.
1. Proporzionale: L’elettore col proprio voto determina la forza che le singole liste in campo avranno nel nuovo Parlamento;
2. Uninominale: L’elettore ha la possibilità di eleggere 299 deputati in altrettanti collegi, secondo il metodo del first-past-the-post in vigore in Gran Bretagna.
L’elettore concretamente dispone di due voti.
1. Col primo, esprime una preferenza per uno dei concorrenti al mandato diretto: il più votato di ciascuna circoscrizione farà parte del Bundestag.
In caso di parità di preferenze, l’ufficio elettorale circoscrizionale estrae a sorte il nominativo del vincitore.
Il suo seggio sarà sottratto dal numero totale spettante al suo partito d’appartenenza.
2. Col secondo, si determina la suddivisione dei seggi tra le diverse liste in campo, ma è utile anche per consentire alle forze minori d’aver accesso alla camera, giacché si può supporre che i partiti minori fatichino a conseguire dei mandati diretti.
Il cittadino esprime il proprio voto per una lista a livello regionale,senza la possibilità d’attribuire preferenze.
Tutti i seggi della quota proporzionale sono attribuiti tra le liste proposte a livello nazionale, tenuto conto della percentuale di secondi voti raccolti in tutta la Germania.
Sono escluse dalla ripartizione dei seggi le forze politiche che non hanno raggiunto il quorum minimo del 5% o che non hanno conseguito almeno tre mandati diretti col primo voto.
I seggi a disposizione nella quota proporzionale sono complessivamente 299.
Siccome può accadere che non vi sia una perfetta corrispondenza tra la percentuale di voti raccolti da ciascuna forza politica ed il numero di seggi attribuiti a livello regionale, somando i posti ottenuti col primo voto a quelli vinti col secondo, è prevista la possibilità che vengan aggiunti un certo numero di mandati compensativi in modo da far coincidere la ripartizione finale con la percentuale di secondi voti ottenuti.
Questa compensazione può incrementare notevolmente i componenti del bundestag fino ad un totale di 672 membri o più.
Per cui il numero di deputati eletti col metodo proporzionale risulta sempre maggiore rispetto a quelli eletti col metodo uninominale.
***
Considerazioni conclusive. Il sistema elettorale in vigore in Germania non determina in anticipo chi concretamente governerà, anche se il risultato complessivo delle elezioni può già dare delle indicazioni sulle pprobabili coalizioni.
In generale, nella storia della Repubblica Federale di Germania dal 1949 ad oggi, si sono sempre formati dei governi di coalizione, perché la legge elettorale non favorisce il raggiungimento della maggioranza assoluta e non sono previsti dei premi alla lista più votata.
La soglia di sbarramento ha ridotto la frammentazione politica, anche se negli ultimi decenni i partiti in grado di superare l’asticella del 5% o di ottenere tre mandati diretti sono decisamente aumentati di numero.
Diversamente da quanto accadde ai tempi della Repubblica di Weimar, in cui erano frequenti sia le crisi di governo che il ricorso ad elezioni anticipate, non sono mancati né le une né le altre: tuttavia si può dire che finora il sistema politico tedesco è risultato notevolmente stabile ed i governi sono durati quasi sempre fino alla fine della legislatura.
Nondimeno, al loro interno, le coalizioni hanno vissuto spesso una dialettica piuttosto vivace ed anche veri conflitti. Inoltre, il governo centrale deve spesso contrattare molti progetti di legge coi Länder che sono molto gelosi delle loro forti prerogative.
Per cui, per la politica tedesca, è molto importante praticare l’arte del compromesso e del dialogo, pena l’ingovernabilità e l’inconcludenza, tutte cose che fanno orrore all’opinione pubblica locale.
PIER LUIGI GIACOMONI