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PD. UN PARTITO IN PERDITA D’ADESIONI E CREDIBILITA’
(9 Dicembre 2021)

BOLOGNA. Sabato 4 dicembre ho illustrato la mozione Mantovani al congresso del circolo Pilastro del PD: pubblico lo schema d’intervento che vi ho svolto.
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vorrei attirare la vostra attenzione su due numeri che mi paiono indicativi del momento che sta vivendo il partito democratico.

7.000, cioè gl’iscritti al PD bolognese;
156.000, cioè i cittadini che non hanno votato alle ultime amministrative.

Questi due dati sono la fotografia della situazione che stiamo vivendo e che corriamo il rischio di metter sotto il tappeto, dicendoci magari l’un l’altro che malgrado tutto abbiamo vinto, siamo maggioranza e così via.

In realtà, il PD bolognese è ai suoi minimi storici sia sotto il profilo delle adesioni, sia sotto quello della presenza sul territorio.

Qui siamo ad esempio in un circolo che ha cercato di difendere la propria presenza con le unghie e coi denti, ma non ha una sede fisica dove riunirsi e dove incontrare i cittadini.

A che serve o dovrebbe servire un circolo?

spesso ci diciamo, non so se ci crediamo veramente, che un circolo, in un determinato territorio, è un importante presidio democratico, serve per avere continuamente il polso della situaizione. Dovrebbe anche tenere i rapporti con gli eletti al fine di seguire l’attività amministrativa e pungolare le autorità affinché intervengano quando necessario.

dovrebbe essere anche un luogo di dibattito, di scambio d’opinioni, anche diverse: se non ha una sede e quindi non dispone degli strumenti minimi per svolgere la propria attività come può esser un circolo vitale?

«la domanda, da porsi con definitiva sincerità ora, – scrive dario Mantovani – è la seguente: i circoli della Federazione del Partito democratico di Bologna sono sempre questo, ovvero luoghi di riflessione, attività politica, discussione e azione?
Sono sempre luoghi aperti a chi li voglia frequentare, senza limitazioni di nessun tipo?
Assolvono tutti al loro compito, senza zone d’ombra e problematiche?
è necessario cambiare il modello, o no? – occorre riflettere sulla nostra struttura» ed aggiungo io, sul nostro stare insieme.

Così veniamo al secondo dato: il calo della partecipazione al voto.

Qualcuno ha sostenuto, a mio parere improvvidamente, che coloro che non hanno votato son tutte persone di destra.

Non è così: vi sono anche soggetti che han disertato le urne perché non han ritrovato nelle liste candidati che volentieri avrebbero sostenuto e che sicuramente sarebbero stati eletti.

Perché? Perché è stata fatta una scelta gravissima che ha creato un conflitto ben lungi dall’esser risolto. son stati esclusi dalla lista del PD persone che avevano sostenuto alle primarie isabella Conti, creando un pericolosissimo precedente.

come ha detto a Bologna in settembre il Ministro Guerini, comportandosi nel modo sopra descritto «viene meno il senso delle primarie: devono essere vissute liberamente, non con la preoccupazione su cosa succede poi.»

Il PD è nato per includere, non per escludere; per accogliere, non per emarginare; non è nemmeno il seguito d’una storia conclusa per la quale qualcuno può provare nostalgia, è una cosa nuova, simile a tanti altri partiti della sinistra democratica occidentale.

si parla spesso male delle correnti, per quanto ne so esse erano presenti anche nei partiti della prima repubblica, nessuno escluso e il loro rapporto non è stato sempre facile.

Negli altri partiti della famiglia socialista europea, quella di cui il PD fa parte, convivono nello stesso schieramento oopzioni ideologiche anche molto diverse: nessuno mette da parte nessuno.

«È necessario – scrive ancora Mantovani – aggiornare l’agenda politica: ai diritti civili va accompagnata una robusta integrazione di diritti sociali, che peraltro sono da sempre le basi per costruire un progresso delle condizioni di vita dentro una società. A questo va accompagnata una sana riflessione, mai centrale come ora considerato lo sconvolgimento mondiale dato dalla pandemia, su come il Partito Democratico debba essere l’alfiere di chi dice che esistano anche i doveri. Una parola scomparsa nell’ultimo decennio dal nostro vocabolario.
E i cittadini che questi doveri di civiltà rispettano e osservano, sono molti di più di chi ha uno strano quanto sbagliato concetto di libertà: non esiste la libertà di fare quello che si vuole, quando si danneggia qualcun altro.»

Proprio la pandemia, mostrando tutte le nostre fragilità e le nostre inadeguatezze, ha anche messo in evidenza che per una parte non piccola della popolazione, contano di più i diritti dell’individuo rispetto a quelli della collettività.

Eppure vi sono persone che a causa del covid19 han perso il lavoro, la casa, gli affetti, per mangiare e difendersi dal freddo si rivolgono alla Caritas. Cresce la solitudine, la disperazione, l’angoscia per un domani vieppiù incerto.

di questo e di molto altro deve occuparsi il PD se vuole tornare ad essere un partito credibile invece di spegnersi malinconicamente.

PIER LUIGI GIACOMONI

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