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NON TENETE ARMI IN CASA
(7 Luglio 2018)

 pistola BerettaROMA. Non tenete armi in casa, dice in un appello pubblicato su Facebook Luca di Bartolomei, figlio di Agostino, ex

giocatore della Roma che si tolse la vita nel 1994, utilizzando una pistola che aveva in casa.

Eppure in Italia c’è una gran voglia di autodifesa e di disporre d’un’arma da fuoco con la convinzione che serva ad

evitare furti e intrusioni nelle proprietà e nelle abitazioni.
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Il rapporto Censis-Federsicurezza. secondo il primo Rapporto sulla filiera della sicurezza, realizzato dal Censis

in collaborazione con Federsicurezza) i reati sono diminuiti, ma i «rischi» connessi alla «pistola facile»

divengono sempre più elevati per la «pericolosa propensione» degli italiani a difendersi con le armi da fuoco. E’

infatti diffusa la convinzione che stia aumentando l’insicurezza: la criminalità è la principale preoccupazione per

un italiano su quattro e il 39% vorrebbe requisiti meno stringenti per avere la pistola, (nel 2015 era il 26%).

Al momento, nel nostro Paese, ci sono poco meno di 1,4 milioni di licenze (il 20% in più che nel 2014): per difesa

personale sono circa 18.500. Le altre sono soprattutto per «uso caccia» (740mila) e per «uso sportivo» (585mila),

aumentate rispettivamente del 7,2% e del 47,2% negli ultimi due anni. Si tratta di 200mila italiani, osserva

l’istituto di ricerca, che «negli ultimi 3 anni hanno scoperto la passione per i poligoni di tiro»: «difficile non

mettere in relazione quest’aumento della voglia di sparare anche con la diffusione della paura» e, al tempo stesso,

con la «tranquillità» di saper maneggiare un’arma da fuoco. Infatti, la ricerca rileva come il 31,9% delle famiglie

italiane percepisce il rischio di criminalità nella zona in cui vive, una percentuale che sale al 50,8% nelle aree

metropolitane. La criminalità continua ad essere ritenuta un problema grave, segnalato dal 21,5% degli italiani,

dopo la mancanza di lavoro, l’evasione fiscale e le tasse eccessive. Per questo ben il 92,5% ha adottato un

accorgimento per difendersi da ladri e rapinatori, che va dalla videosorveglianza (il 19,4%) alla porta blindata

(il 66,3%). Considerando anche chi l’arma ce l’ha per lavoro – come le guardie giurate e, naturalmente, mezzo

milione di agenti delle Forze dell’Ordine – 1,9 milioni di italiani possiedono fucili e pistole. La normativa

stabilisce che chi ha la licenza può tenere fino a 3 armi da sparo, 6 armi da tiro, 8 armi antiche. Quindi, si può

ritenere che, considerando i familiari, ci sono 4,5 milioni di italiani che hanno una o più armi in casa, tra

questi 700mila minori. Cosa succederebbe se l’Italia fosse come l’America? Il Censis propone un parallelo con gli

Usa dove, da una recente ricerca Gallup, risulta che il 42% delle famiglie possiede un’arma, per un totale di 137

milioni di statunitensi che ci convivono. Nel 2016 negli Stati Uniti ci sono stati 14.415 omicidi volontari con

arma da fuoco: 4,5 ogni 100mila abitanti. Contro 150 avvenuti in Italia: 0,2 ogni 100mila abitanti. Il Censis si

chiede quindi se con l’allentamento delle prescrizioni per ottenere un’arma ci si dovrebbe abituare a tassi di

omicidi simili a quelli d’oltreoceano.
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Le norme in vigore. Consapevole del clima che si respira nel Paese il nuovo Vice Ministro per l’Interno
Nicola Molteni, della Lega, spiega: «Bisogna dare al cittadino la possibilità di potersi difendere

dall’aggressione. Oggi la valutazione della proporzionalità tra difesa e offesa è troppo discrezionale da parte del

magistrato».

e nel “contratto di governo” sottoscritto dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega si legge:

«In considerazione del principio dell’inviolabilità della proprietà privata, si prevede la riforma ed estensione

della legittima difesa domiciliare, eliminando gli elementi di incertezza interpretativa (con riferimento in

particolare alla valutazione della proporzionalità tra difesa e offesa) che pregiudicano la piena tutela della

persona che ha subito un’intrusione nella propria abitazione e nel proprio luogo di lavoro.»

Quindi, il Governo sta studiando la possibilità di rivedere la normativa sulla legittima difesa che attualmente,

nel codice penale, è disciplinata dall’art. 52 che recita:

«Non  è punibile chi ha commesso il fatto [cioè ha usato un’arma a scopo di difesa, ndr],  per esservi stato

costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od  altrui  contro  il
pericolo  attuale  di  un’offesa  ingiusta,  sempre  che la difesa sia
proporzionata all’offesa.»

Il successivo art. 55 aggiunge però

«Quando, nel commettere alcuno dei fatti […] si  eccedono colposamente i limiti stabiliti dalla legge o
dall’ordine dell’Autorità ovvero imposti dalla necessità, si applicano
le disposizioni concernenti i delitti colposi, se il fatto è preveduto
dalla legge come delitto colposo.»

Quindi, anche la «difesa legittima» non può superare i limiti stabiliti dalla legge perché in questo caso si

commette un «eccesso di difesa» sanzionabile dal giudice.
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L’appello. Agostino di Bartolomei, popolare calciatore e capitano della Roma a cavallo tra gli anni ’70 e ’80,

decise di porre fine alla sua vita il 30 maggio del 1994. Lo fece con un colpo di pistola, una Smith & Wesson 38

special. Un momento di malessere profondo lo portò a compiere questo gesto che ha cambiato per sempre la vita della

sua famiglia. Dei suoi bambini Luca e Gianmarco e di sua moglie Marisa.

In occasione della pubblicazione dei dati riguardanti l’aumento delle richieste del porto d’armi da parte

degl’italiani (4 su 10 sono favorevoli al diritto di possedere una pistola per la propria difesa personale), il

figlio Luca, che aveva ai tempi solo 11 anni, rievoca a distanza di 25 anni il gesto del padre e invita a

riflettere sull’utilità di possedere un’arma. Anche suo padre la comprò per la sicurezza della propria famiglia, ma

la usò per suicidarsi.

«Al 41% degli italiani che oggi vorrebbe acquistare un’arma più semplicemente per sentirsi più protetto vorrei

raccontare – dati e studi alla mano – di come più pistole in giro significheranno solo più morti, più suicidi, più

incidenti.

Ed alla obiezione che chi vuole suicidarsi lo fa comunque vorrei solo dire che, per andare oltre il burrone che

pensiamo di avere davanti, basta un attimo.
E in quell’attimo non avere accesso ad un’arma può fare la differenza. Non lo dice una vittima lo dicono tutti gli

studi disponibili.

Pensate ai vostri figlie ed ai vostri nipoti.
Una pistola non produce alcuna sicurezza.
Credetemi.»

Perciò non tenete un’arma in casa: aumenta prima di tutto la vostra insicurezza ed anche quella degli altri.

PIER LUIGI GIACOMONI

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