NICARAGUA. ORTEGA EMULO DI SOMOZA
(5 Aprile 2023)
MANAGUA. Daniel Ortega Saavedra, 76 anni, eterno Presidente del Nicaragua ormai emula Anastasio Somoza, il “patriarca” del Nicaragua che fu rovesciato con la rivoluzione del ’79.
In un crescendo, che sembra non aver mai fine, in gennaio ha privato della cittadinanza nicaraguense 222 persone che aveva fatto incarcerare negli anni precedenti, li ha espulsi dal territorio nazionale, deportandoli negli Stati Uniti, ha chiuso la Caritas nazionale, l’università cattolica, due canali TV, diverse stazioni radio, espulso il nunzio apostolico e, dopo la pubblicazione d’un’intervista in cui il Papa lo definiva un “tiranno nazista”, ha sospeso le relazioni con la santa Sede.
L’obiettivo di tutta questa manovra è terrorizzare i critici ed imporre un regime di terrore che lo conservi a lungo al potere.
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DANIEL ORTEGA
Chi è davvero Daniel Ortega? Di lui dice un ex dirigente della guerriglia che vuol mantenere l’anonimato, intervistato da el País: «La sua mancanza di scrupoli l’ha condotto al potere. Chiunque parli male di lui, lo irriti o dispiaccia alla moglie, Rosario Murillo, finisce in carcere o ammazzato.
I suoi beni sono confiscati, il suo parentado perseguitato. Non importa se sia giovane o anziano, un vecchio compagno di lotte o altro.»
Per altri, la biografia umana di Ortega è una pagina bianca: secondo una narrazione da lui stesso promossa, è descritto come un importante dirigente del Fronte Sandinista, in prima linea nei combattimenti contro i somozisti.
Della sua infanzia non si sa quasi nulla: poco brillante negli studi e nella militanza, cresce all’ombra del fratello Humberto, che sarà a lungo Ministro della difesa nel governo postrivoluzionario.
Dopo la rivoluzione del ’79, prevale su altri esponenti del sandinismo ed assume la presidenza della Repubblica, dapprima in una giunta, poi da solo.
sconfitto alle urne nel 1990, torna al potere nel gennaio 2007, rimanendovi fin ai nostri giorni.
Padrone assoluto del Fronte Sandinista, il partito-stato, viene proposto candidato alla presidenza in tutte le occasioni elettorali. Oggi Ortega considera il Nicaragua una sua proprietà personale di cui può fare ciò che vuole.
Tuttavia, è ricattabile: negli anni Novanta è stato accusato d’aver abusato sessualmente della figlia della moglie, nata da una precedente unione, quand’era adolescente.
Rosario Murillo, pur ripudiando la ragazza, potrebbe, rivelando ciò che sa, far scoppiare uno scandalo che potrebbe decretare la fine del tiranno. Ortega lo sa, perciò l’ha ricolmata di onori, affidandole un ruolo paragonabile a quello d’un primo ministro.
Nelle occasioni pubbliche la definisce invariabilmente “copresidente” del Paese invece che vicepresidente.
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ISOLAMENTO INTERNAZIONALE
La svolta autoritaria imposta al regime nicaraguense ha finito per isolare il paese nel contesto internazionale e latinoamericano: è uno dei più poveri del continente e può contare sull’amicizia di Cuba e Venezuela, mentre tutti gli altri governi della regione, anche quelli di sinistra, ne hanno preso le distanze.
Come nel gioco dell’oca, dunque, il Nicaragua è tornato decisamente alla casella numero uno: se la rivoluzione del 1979 aveva fatto sperare che questo paese potesse liberarsi definitivamente dei regimi patriarcali che hanno segnato a lungo la sua storia, oggi possiamo dire che ortega e il suo clan emulano i Somoza che ne furono i padroni per oltre quarant’anni.
Si conferma qui ancora una volta la terribile parabola del comunismo che, nato per liberare l’uomo dallo sfruttamento d’un suo simile, finisce per imporgliene uno ancora più duro, con l’aggravante che per salvaguardarlo dalle nefaste influenze straniere, gli impone anche l’autarchia, condita da una propaganda asfissiante, permeata d’un disgustoso nazionalismo.
Il guaio è che nei paesi comunisti, mentre chi vive all’ombra del regime gode di enormi benefici, capitali depositati in banche straniere, auto e ville di lusso, il popolo, quello vero, si ciba degli avanzi e combatte ogni giorno con la miseria.
Il Nicaragua, come tutti gli altri esempi che la storia del Novecento ci ha proposto, non fa eccezione.
PIER LUIGI GIACOMONI