L’ISLANDA ATTENDE L’ERUZIONE
(15 Novembre 2023)
GRINDAVIK. L’Islanda, il territorio con più vulcani in tutta Europa, attende l’eruzione di Fagradalsfjall che sta dando da giorni eloquenti segnali di risveglio.
***
I FATTI
Da ottobre, la cittadina di Grindavík, nel sud ovest dell’isola, è interessata da migliaia di scosse telluriche: nella notte tra il 10 e l’11 novembre le autorità han ordinato alla popolazione d’evacuare le case per timore che il magma sotterraneo potesse improvvisamente arrivare in superficie: nei giorni successivi è stato permesso alla gente di tornare a prendere oggetti e animali d’affezione rimasti nelle case.
***
FIUME SOTTERRANEO
il fatto è che sotto questa località c’è un fiume sotterraneo di lava, lungo circa 15 km. che vuol salire alla superficie.
La sua foce è in mare, per cui i vulcanologi temono che il magma incandescente, a contatto con l’acqua marina produca nubi di cenere esplosive.
Per intanto, per la popolazione, il rischio è che si formino “fontane di fuoco” o emissioni di gas tossici.
***
I PRECEDENTI
Una delle eruzioni più estese in Islanda risale al 1783, quando si verificò un’alluvione di lava che durò otto mesi e produsse estese nubi di zolfo che incombettero sul Nord Europa per più di cinque mesi e si stima che abbiano causato un raffreddamento di circa 1,3 gradi centigradi per i successivi due anni, cosa che avrebbe provocato le carestie che poi generarono la Rivoluzione francese del 1789.
Nell’aprile 2010, l’eruzione vulcanica dell’Eyjafjallajokull, causò la più grande chiusura dello spazio aereo europeo dalla seconda guerra mondiale, a seguito di un’estesa nube di cenere che impedì agli aerei di sorvolare il centronord d’Europa fin all’America settentrionale.
Quell’eruzione scatenò quei fenomeni perché si trattava d’un vulcano a scudo sormontato da un ghiacciaio.
Il magma, risalendo insuperficie scagliò in alto il ghiaccio provocando le ceneri che rimasero sospese in aria per mesi.
***
L’ISLANDA E I VULCANI
L’Islanda ha una storia di convivenza coi suoi vulcani: in un territorio di 103.000 kmq. ve ne sono 33, quasi tutti attivi, e le eruzioni sono frequenti.
L’isola si trova sulla dorsale medio-atlantica che separa le placche continentali eurasiatica e nordamericana che si allontanano l’una dall’altra di pochi centimetri all’anno.
Le spaccature che si generano nella crosta terrestre favoriscono la risalita del magma.
La natura delle eruzioni vulcaniche varia a seconda del tipo di roccia e di come si muovono le placche: le più pericolose sono quelle esplosive come quella del 2010.
Il Paese ha imparato a convivere coi fenomeni geotermici: nella zona interessata dagli eventi che stiamo descrivendo ci sono la Laguna Blu, la famosa piscina geotermale all’aperto che è una delle principali attrazioni turistiche e la centrale geotermica di Svartsengi che appunto sfrutta l’energia prodotta dal calore sotterraneo per alimentare la rete elettrica nazionale.
L’ufficio meteorologico islandese (IMO) stima che attualmente il magma si trovi a 800 metri dalla superficie e quindi che la probabilità di un’eruzione del vulcano Fagradalsfjall sia alta, per questo sta monitorando da vicino l’evoluzione degli eventi per evitare vittime: è possibile che Grindavík venga completamente distrutta e che la sua popolazione debba esser ricollocata.
PIER LUIGI GIACOMONI