5 Novembre 2022
S. NICOLO’ DI VILLOLA. L’Albero di Cirene, (associazione di volontariato che persegue la promozione e la valorizzazione della persona, in qualunque condizione essa si trovi), ha messo radici anche nel nostro territorio.
Grazie a Simone e Federica, che dal 2012 abitano coi figli presso la parrocchia di S. Nicolò di Villola. La coppia, infatti, ospita nei locali della parrocchia un gruppo di giovani, stranieri e italiani, che studiano o lavorano, ma non hanno i mezzi per pagar l’affitto d’un alloggio.
Lui lavora al villaggio del fanciullo, lei è medico di base.
L’ESPERIENZA
Nella comunità ci sono albanesi, camerunesi, cristiani, musulmani…,tutte persone che, entrate in contatto con l’associazione, accettano di
vivere insieme, perché ciò che è richiesto loro è convivere fianco a fianco coi Marchesini, grandi e piccoli, condividendo almeno un pasto al giorno, momenti d’incontro e di preghiera, secondo le tre parole chiave
dettate da don Mario Zacchini, a lungo missionario in Africa, parroco di S. Antonio di Savena e fondatore dell'”Albero di Cirene”. Le tre parole chiave sono «accoglienza, tavola e preghiera».
ACCOGLIENZA
L’«accoglienza», spiega Simone «si realizza facendo posto a qualcun altro invece che blindare i propri spazi privati.»
Così, negli anni, individui provenienti da una trentina di paesi, han vissuto nella comunità: chi per qualche mese, chi per anni, impegnati
nello studio, nel lavoro, ma anche nel tentativo di costruire un’esistenza aperta all’incontro col vicino. «Non è uno studentato –
prosegue Simone – dove ognuno vive per conto proprio, ma un’esperienza di vicinato, dove ognuno deve relazionarsi con gli altri, organizzando
il proprio privato in modo da renderlo compatibile con quello altrui.»
TAVOLA
Il momento del pasto in comune è quindi molto importante: perché «a
tavola – aggiunge simone – cadono tutte le barriere.»
PREGHIERA
Questo terzo elemento si realizza mediante brevi momenti dopo i pasti nei quali ciascuno, pur seguendo uno schema comune cristiano, prega il proprio Dio. Ovviamente nessuno viene costretto ad
abbracciare una fede che non sente sua. Questo momento insieme diventa invece spesso lo spunto per parlare di un aspetto importante della vita ed aprirsi al confronto.
Inoltre, per amalgamare meglio la comunità, almeno una volta al mese si tengono incontri all’interno del gruppo per conoscersi di più e leggere qualche testo insieme su cui avviare una riflessione comune.
COME SI SOSTENTA LA COMUNITA’?
Per le necessità materiali la comunità di S. Nicolò di Villola si appoggia all’Albero di Cirene:
1. Il cibo è in buona parte assicurato dal banco alimentare e da altri enti presenti sul territorio che forniscono prodotti alimentari a prezzi contenuti;
2. I ragazzi sono assistiti per i documenti e l’assistenza sanitaria: la signora Federica può assicurare un primo intervento in caso d’emergenza;
3. Per l’apprendimento dell’italiano ci sono i corsi di lingua presso la sede principale dell’associazione in via Massarenti;
DOVERI
Agli ospiti è chiesto di svolgere con impegno le proprie occupazioni di studio e di lavoro, fare i propri turni di cucina e di pulizia degli spazi comuni e di versare, se possibile, un contributo mensile
CRITICITA’
Le principali criticità evidenziatesi negli anni sono state:
1. riuscire ad integrare gli spazi ed i tempi di vita familiare con quelli della vita comunitaria. A volte, soprattutto con i figli piccoli, non è stato facile incontrarsi e capire le reciproche esigenze.
2. Un altro problema che ciclicamente viene fuori è quello dell’individualismo: spesso, anche non rendendosene conto, ognuno tende pian piano a ritirarsi e a scollegarsi dagli altri: a cucinare o farsi
la spesa per conto proprio e a vivere come se gli altri non ci fossero.
Proprio per evitare questo è importante – osserva il nostro interlocutore – essere presenti, parlare, comunicare, far saltar fuori i problemi;
3. Al momento vi è negli operatori il timore che il notevole aumento registratosi ultimamente nei prezzi di gas, luce, acqua e telefono possa pregiudicare il prosieguo dell’esperienza: «Abbiamo già detto – conclude Marchesini – di mettersi addosso un maglione in più, quando farà freddo,
di risparmiare acqua e d’usare l’elettricità senza sciuparla.
Ma ciò potrebbe non bastare.»
L’ALBERO DI CIRENE
L’Albero di Cirene è, si legge sul sito, un’«associazione di volontariato che persegue la promozione e la valorizzazione della
persona, in qualunque condizione essa si trovi.»
Svolge progetti in diversi ambiti: educativo, sociale, medico. Sono promossi corsi d’italiano per stranieri, doposcuola per alunni
dell’obbligo, interventi a sostegno dei clochard… La sede principale è in via Massarenti 59.
PIER LUIGI GIACOMONI
NOTA:
[1] Quest’articolo è pubblicato anche sul sito del blog del pilastro con cui ho cominciato a collaborare.
Il testo, corredato di foto, si trova qui:
L’ALBERO DI CIRENE HA MESSO RADICI ANCHE NEL NOSTRO TERRITORIO