LA SOLITUDINE PUO’ UCCIDERE
(10 Novembre 2018)
BOLOGNA. La solitudine può uccidere o può spingere ad uccidere: è la morale che si può trarre dallatriste vicenda di Bruno Grandi, 58 anni, che è arrivato a sopprimere la madre di 91 anni perché non ce la faceva più.
La donna invalida aveva bisogno di continua assistenza e Bruno deve aver pensato che spettasse a lui prestargliela, ma poi evidentemente qualcosa si è rotto e l’uomo è arrivato a sopprimere una vita.
Ora Bruno è in carcere sotto l’accusa di omicidio volontario.
Agli agenti che l’hanno interrogato, cui, ad un certo punto ha confessato il delitto, ha detto «Meno male che voi mi avete ascoltato.»
Già, perché evidentemente Bruno da tempo non parlava con nessuno se non con sua madre. Forse amici non ne aveva, era privo di colleghi di lavoro perché disoccupato, imprigionato dentro una realtà che evidentemente per lui non aveva vie d’uscita.
Una storia amara, figlia dei nostri tempi neiquali gli esseri umani sono sempre più soli ed isolati: i ragazzi tendono ad isolarsi dagli amici perché eternamente connessi al web, ma in realtà drammaticamente soli; gli adulti isolati nelle loro abitazioni, pur se inserite in condomini dove però raramente ci si parla ed ancora più raramente si condivide qualcosa; gli anziani rinchiusi nelle proprie stanze per timore della criminalità.
Siamo tutti delle monadi che viaggiamo nello spazio o degli atomi che si rifiutano d’entrare gli uni in relazione con gli altri. Eppure Aristotele, filosofo del IV secolo a.C. definiva l’uomo un animale sociale ed altri han detto che l’essere umano non ha senso senza la relazione col suo simile e con l’ambiente che lo circonda.
Già, ma l’epoca che stiamo vivendo è quella dell’isolamento o dell’autoisolamento e questo alla lunga può uccidere o spingere ad uccidere per disperazione.
PIER LUIGI GIACOMONI