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N RIVOLTA

(1° Aprile 2017)

 

CAIENNA. Nella campagna elettorale francese, già piuttosto caotica, irrompe la protesta della Guyana Francese, uno dei Dipartimenti d’Oltremare, cioè una provincia della Francia, fuori dal territorio metropolitano.

 

I Guyanesi, circa 250.000, protestano per tutto: lamentano carenze nei settori dell’istruzione, della sanità, delle infrastrutture, della sicurezza, dell’economia…

 

Per questo motivo, già la scorsa settimana, Parigi aveva inviato una delegazione interministeriale formata però da funzionari statali, senza la presenza d’alcun politico.

 

I collettivi che hanno organizzato la protesta si sono rifiutati d’incontrarli, chiedendo che venisse inviato almeno il Ministro per l’Oltremare, Ericka Bareigts, che in un primo momento ha respinto la richiesta.

 

Dopo che il 28 marzo si è verificato lo sciopero di tutte le categorie, sia Bareigts che il nuovo Ministro dell’Interno Matthias Fekl si sono recati a Caienna per intavolare trattative coi rivoltosi.

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La Guyana Francese. Grande 83.000 kmq., abitata da 250.000 persone, situata nell’America Meridionale, la Guyana Francese, per tre secoli, (1676 – 1946), è stata luogo di destinazione di schiavi, detenuti, coloni e funzionari governativi.

 

(Famigerato fu il bagno penale di Caienna dove venivano confinati i criminali più pericolosi che la madrepatria non voleva più avere fra i piedi).

 

Tutte queste persone erano inviate fin là, ad oltre 7.000 chilometri dalla metropoli, per popolarla e svilupparne l’economia.

 

La Guyana, prevalentemente ricoperta da foreste, non era disabitata: vi risiedevano delle popolazioni amerindie che furono emarginate.

 

Nel 1946, al momento della “départementalisation”, ossia della trasformazione dell’area in un dipartimento d’oltremare (DOM), i discendenti degli schiavi divennero dei cittadini a pieno titolo ed ebbero accesso alle responsabilità politiche.

 

Negli anni Sessanta si verificarono due avvenimenti d’importanza capitale:

 

  1. a Kourou venne inaugurato un centro spaziale dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea: da lì sarebbero partiti decine di razzi Arianne con a bordo satelliti militari e per telecomunicazioni;
  2. si registrò un dirompente incremento demografico, in parte alimentato da un flusso di migranti provenienti da Brasile, suriname ed Haiti.

 

Oggi, le tensioni intercomunitarie si sono acutizzate, anche a causa d’una crisi economica che ha messo a nudo le debolezze strutturali del dipartimento: i Guyanesi si considerano Francesi di Serie B e ritengono che Parigi li trascuri.

 

In più, è notevolmente cresciuta la criminalità: rapine, spaccio di stupefacenti ed omicidi sono all’ordine del giorno.

 

In Guyana, inoltre, operano i cercatori d’oro clandestini, i Garimpeiros, soprattutto d’origine brasiliana, che penetrano nel Paese alla ricerca del prezioso metallo.

 

I garimpeiros, pur d’impadronirsi d’oro, non esitano ad usare metodi violenti sia contro l’uomo che contro la natura, disboscando, avvelenando i corsi d’acqua col cianuro, eliminando chi si oppone loro.

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Le promesse di Parigi. Secondo notizie diffuse in queste ore, il governo ha promesso l’invio d’un miliardo di euro per aprire un tribunale, una prigione, ristrutturare un ospedale e compiervi altri lavori di manutenzione.

L’intenzione di Parigi è evidente: calmare le acque ed evitare che la protesta si radicalizzi a tre settimane esatte dal primo turno delle elezioni presidenziali, perché la vicenda guyanese, stavolta, ha fatto davvero rumore.

 

I collettivi, promotori della rivolta, non sono soddisfatti, ma si segnalano già smobilitazioni nella protesta: in particolare, riferiscono fonti di stampa locali, sarebbero già state smantellate alcune delle barricate erette nei giorni scorsi a Caienna e si prevede di far partire il razzo Arianne che doveva decollare lunedì scorso.

 

PIER LUIGI GIACOMONI

 

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