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LA CECITA’ DELLA BUROCRAZIA.
(20 Ottobre 2016).

AULLA (Massa-Carrara). Nel nostro Paese c’è uno Stato nello Stato che applica le norme di legge come pare a lui.

In sigla si chiama UCAS (Ufficio Complicazione Affari Semplici): tutti coloro che aderiscono all’UCAS fanno il
possibile per complicarvi la vita sollevando continui ostacoli, richiedendo fasci crescenti di documenti,
obbligandovi a nuove perizie, non bastando quelle che già avete dovuto sostenere.
Così, si legge su “La nazione” che il comune di aulla, in provincia di Massa-Carrara, sta facendo di tutto perché
un ragazzo non vedente di 29 anni non possa votare al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.

«TUTTO È iniziato il 17 aprile quando andai in Comune ad Aulla per ottenere la tessera elettorale. C’era il
referendum “sulle trivelle” e volevo votare. Nessun problema finchè non rivelai che, essendo affetto da grave
disabilità visiva, necessitavo del timbro per il voto assistito. Qualcuno
mi deve accompagnare nell’urna e dirmi dove sono i simboli. Poi io scelgo e voto. Non mi hanno dato il documento
timbrato perché non potevano credermi
sulla parola. Mi hanno però suggerito di andare al seggio e chiedere per favore al presidente se mi faceva votare.
Ho risposto no. Era una sorta di elemosina.
Mi hanno però detto che se tornavo in Comune con la vecchia tessera elettorale, quella che usavo a Massa, mettevano
anche loro il timbro. Ho fatto così
ma quando mi sono ripresentato in Municipio una seconda persona mi ha detto che non andava bene. Potevo essere
guarito. Sono tornato una terza volta portando
il certificato di invalidità attestato dalla commissione medica dell’Asl. Sono tre fogli con tutti i dati medici
del mio caso. L’impiegata ha detto che non capiva i termini medici, di tornare col certificato che rilascia il
medico legale dell’Asl che attesta che ho bisogno dell’accompagnatore. Lo stesso
giorno sono andato all’Asl, ho trovato l’ufficiale sanitario che ha chiamato il medico legale e il 5 settembre
avevo tutto. Sono tornato in Municipio il 3 ottobre e ho approfittato per portare anche i documenti per le
agevolazioni sulle bollette. Ho trovato la stessa donna che mi ha riconosciuto ma mi ha
detto di tornare il 4 dicembre. Otto mesi per un timbro… A quel punto ho chiesto di parlare con il Commissario
che regge Aulla dopo la caduta del sindaco. Niente. Il 12 ottobre ho rinnovato la richiesta con una raccomandata.
Due giorni dopo mi hanno telefonato dicendomi che il ritardo era causato dalla temporanea
assenza del commissario e mi hanno promesso l’appuntamento il 17 ottobre. Ma prima mi avrebbero telefonato. Il 17
ottobre non mi hanno chiamato e allora mi sono rivolto al giornale».

Fin qui la storia: eppure in questo Paese il voto assistito è previsto dalla legge: non lo sanno ad aulla?
Addirittura la normativa stabilisce da alcuni anni che sulla tessera elettorale viene apposto un timbro che indica
che l’elettore ha bisogno d’esser accompagnato nel seggio e nella cabina.

Non è nemmeno obbligatorio che l’accompagnatore sia iscritto nelle liste elettorali del comune dove vota in non
vedente: basta che sia una persona di cui il privo di vista si fida.

e’ questo un piccolo episodio che dimostra una volta di più che oltre alle assolutamente necessarie riforme
istituzionali, di cui discettiamo ormai da decenni, abbiamo anche bisogno d’una profonda riforma della burocrazia
che deve divenire al servizio dei cittadini, non un ostacolo alla loro vita ed all’espletamento dei loro diritti,
come quello al voto.

PIER LUIGI GIACOMONI

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