KENYA. LA CHIESA DELLA “BUONA NOVELLA” PORTA LA MORTE
(1 Maggio 2023)
NAIROBI. la Chiesa della Buona Novella del reverendo Paul Makenzie Nthenge, 51 anni, già tassista, scopertosi predicatore carismatico, ha portato alla morte per fame almeno un centinaio di persone: uomini, donne e bambini.
«Se volete incontrare presto Gesù» diceva lo pseudo pastore «lasciatevi morire di fame».
La vicenda è venuta a galla nelle ultime settimane e ha fatto rivivere la tragica storia degli adepti della chiesa del reverendo Jim Jones che nel 1979 in Guyana praticò un suicidio collettivo.
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I FATTI
Dal 21 aprile, le forze di sicurezza kenyane stanno scavando nella foresta di Shakahola, 800 acri di superficie, nei pressi di Malindi, nota meta turistica frequentata anche da molti occidentali, per riesumare i cadaveri degli adepti della Good News International Church
La polizia ha da tempo messo nel suo mirino il reverendo Nthenge che si autodefinisce “il profeta”. Questi nel 2003 fonda la sua chiesa e raccoglie adepti soprattutto nel sottoproletariato kenyano: due annipiù tardi si trasferisce a Shakahola, perché, come dichiara in un’intervista, una rivelazione gli ha ordinato d’interrompere il suo ministero.
In realtà, non è così, perché nel 2017 apre un canale youtube nel quale ordina di non portare la parrucca e di non trasferire denaro per via digitale perché sono comportamenti satanici; inoltre, si batte contro la scuola, perciò vien arrestato perché induce dei genitori a non far studiare i figli. La Bibbia infatti, dice, proibisce la scuola.
Ai seguaci predica che la salvezza si ottiene mediante il digiuno fin alla morte, perché la fine del mondo è vicina: avverrrà il 15 Aprile 2023.
Il giorno prima, però, è arrestato perché una donna, gravemente debilitata, fa venire a galla la tragica verità: il 2 maggio, perciò, Ntenghe comparirà dinanzi a un magistrato per rispondere alle pesanti accuse rivoltegli.
L’inchiesta intanto s’allarga: il 27 aprile è arrestato Ezekiel Odero, telepredicatore del New Life Prayer Centre and Church, sospettato di collusione col “profeta” e inoltre d’aver collaborato all’eccidio di massa.
«Secondo l’inchiesta preliminare – dichiara la polizia – Odero, avrebbe collaborato con Makenzie nel nascondere i corpi di alcune vittime della sua chiesa di Kilifi.»
Salme che sarebbero state trasportate a Shakahola dallo stesso complice con l’aiuto del “profeta”.
«Si ritiene – aggiunge la stessa fonte – che i corpi siano stati rimossi dal locale obitorio di Milele dopo un disaccordo tra Odero e i responsabili della casa funeraria sul prezzo da pagare».
In seguito a ciò, caricati i cadaveri su un camion, Ezekiel li avrebbe segretamente trasportati a Shakahola, dove proseguono le ricerche di altre sepolture e dove è stato imposto un coprifuoco di 30 giorni.
Si moltiplicano intanto le richieste di aiuto di famiglie alla ricerca di parenti scomparsi: 178 persone, secondo la Croce rossa kenyana.
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«DOVE SONO I MIEI FIGLI?»
Yimbo ha perso tre figli: «Si chiamavano Vincent Lihanda, 21 anni; Godwin Maxwell, 17, e Collins Lijodi, 14 – racconta l’uomo a the Nation, un importante quotidiano kenyano.
«Tre anni fa, Lihanda è scomparso. Un giorno, durante una telefonata, la madre lo convince a tornare a casa, ma giuntovi dichiara d’essere deciso a lasciare la scuola per dedicarsi alla predicazione del Vangelo».
Due mesi più tardi scompaiono anche gli altri due fratelli: la loro sparizione è denunciata alla polizia, ma dalle ricerche nulla emerge.
Successivamente, si scopre che lo zio ha indotto i ragazzi a raggiungere la foresta di shakahola.
«Ogni tanto telefonavano da numeri sconosciuti per chiedere soldi, ma quando chiamavamo noi, quei numeri non rispondevano – continua Yimbo – era difficile riuscire a vederli perché eravamo in piena pandemia di Covid-19. Poi mi è stato detto che i miei ragazzi erano morti».
Alcuni sopravvissuti della setta, che li conoscevano, han raccontato che il 15 marzo il trio vuole fuggire dalla comunità, ma è catturato, strangolato e sepolto in una fossa comune.
Per averne conferma occorrerà attendere le indagini sul loro DNA.
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LE REAZIONI
«I terroristi usano la religione per fare affari e porre in atto le loro azioni criminali. Persone come il signor Makenzie Nthenge usano la religione per fare esattamente la stessa cosa».
Il presidente denuncia le modalità operative di molti movimenti religiosi in Kenya e il fallimento degli sforzi finora fatti per regolare chiese e culti guidati da persone senza scrupoli che se ne servono per operazioni criminali, operate sulla pelle dei più fragili.
Le parole di Ruto sono dure, ma Makenzie, pur indagato più volte, è sempre riuscito a farla franca perché i giudici l’han sempre rilasciato dietro pagamento di cauzioni: la Good News International Church ha aperto nel Paese africano 85 filiali diverse ed è presente inuna quindicina di paesi.
Dietro Ntenghe c’è un’organizzazione su cui solo in queste settimane si è fatta luce: ad esempio, grazie ad uno scoop dei giornalisti di al Jazeera si è scoperto che un altro “profeta”, pare molto vicino al kenyano sia coinvolto in un traffico internazionale d’oro e di “denaro sporco”.
Si tratta di uebert Angel, al secolo Uebert Madzanire, 44 anni, munito della doppia cittadinanza del Regno Unito e dello Zimbabwe, vero leader della chiesa della Buona Novella. Lo definiscono uno spregiudicato uomo d’affari e un istrione.
Nel 2007, nel Regno Unito, fonda la congregazione pentecostale Spirit Embassy, diventata Good News Church nel 2015. La società madre dei suoi interessi commerciali si chiama The Angel Organisation.
Ha scritto una quindicina di libri diventati best-seller tra i quali Il denaro sta arrivando, Il più grande segreto che Dio mi ha rivelato sul denaro, Come sconfiggere il demone della povertà. Titoli che i suoi credenti comprano aspettando il miracolo.
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LO SCOOP
Il miracolo, angel cerca di realizzarlo al servizio del governo dello Zimbabwe: «Abbiamo un uomo di Dio che lavora per noi. È il mio primo ambasciatore itinerante incaricato di promuovere il marchio Zimbabwe», così si esprime nel marzo 2021 il leader di harare durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo diplomatico.
«È stato necessario sottoporre questo giovane a una formazione diplomatica. È difficile formare un profeta e ci ha sorpreso che lo abbia fatto bene», continua il presidente Emmerson Mnangagwa, fiero del suo prezioso collaboratore.
Il compito del nuovo ambasciatore speciale è trovare soldi: lo Zimbabwe infatti è un paese con l’acqua alla gola. Corruzione, iperinflazione, sanzioni internazionali, disastro del settore agricolo fanno dell’ex Rhodesia uno dei paesi peggio governati dell’africa.
Gold Mafia – un’inchiesta ad ampio raggio di Al Jazeera – svela che ci sono diverse bande di contrabbandieri d’oro nell’Africa australe. I centri più importanti sono Zimbabwe e Sud Africa.
In Zimbabwe si accendono i riflettori su Uebert Angel: l’ambasciatore è uno dei protagonisti principali degli sporchi traffici e del riciclaggio di denaro sporco.
Due giornalisti dell’emittente qatarina si fingono uno un gangster cinese, l’altro il suo consigliere finanziario.
Costoro dicono ad angel che hanno ingenti quantità di denaro da riciclare. Costui replica d’essere ambasciatore plenipotenziario del presidente e d’aver il mandato di stipulare un accordo col duo.
L’obiettivo è scambiare denaro con oro, mettendosi in contatto con Henrietta Rushwaya, presidente della Federazione dei minatori zimbabwesi, ma soprattutto nipote del Presidente.
Una volta conclusa la transazione l’oro verrà trasferito a Dubai e lì venduto nel mercato in cambio di denaro pulito.
Emersa la verità sulle vere attività di Angel, Mnangagwa LO licenzia, ma non è detto che la mossa segni la fine di questo “profeta”, faccendiere, e businessman privo di scrupoli.
PIER LUIGI GIACOMONI