ITALIANO LA LINGUA DELLA BUROCRAZIA
(27 luglio 2016).
ROMA. Qualche anno fa, Sabino Cassese, per un breve periodo ministro per la funzione pubblica, tentò di riformare l’italiano della burocrazia nel tentativo di renderlo più accessibile ai comuni mortali.
Il Corriere di oggi ci informa che, a seguito dell’approvazione della legge “sblocca Italia” è stata costituita una commissione che da ventun mesi sta tentando di varare un regolamento sull’edilizia valido in tutto il territorio nazionale, dalle Alpi a Pantelleria, dalla Sardegna al Friuli Venezia-Giulia.
La commissione si è messa d’accordo, non senza contrasti ed accanite discussioni, su alcune definizioni di fondo relativamente ad alcuni concetti base.
Ecco alcuni esempi:
– Sottotetto: «lo spazio compreso tra l’intradosso della copertura dell’edificio e l’estradosso del solaio del piano sottostante».
– Veranda: «locale o spazio coperto avente le caratteristiche di loggiato, balcone, terrazza o portico, chiuso sui lati da superfici vetrate o con elementi trasparenti e impermeabili, parzialmente o totalmente apribili»
– Superficie: superficie lorda, totale, complessiva, utile, calpestabile e accessoria.
Da notare che la differenza fra superficie «totale» e «complessiva», parole che, a prima vista, sembrerebbero indicare la stessa cosa, è che la seconda è la somma della superficie «utile» (differente da quella «calpestabile», ovvio) più il 60 per cento di quella «accessoria».
E così via.
«Il regolamento edilizio unico comunale, – nota il quotidiano milanese – previsto dalla cosiddetta legge Sblocca Italia approvata dal Parlamento l’11 novembre 2014, potrebbe rappresentare un’autentica rivoluzione mettendo fine una volta per tutte al dedalo incredibile di norme locali in un Paese dove ognuno degli oltre ottomila Comuni ha proprie regole per stabilire come si tirano su i muri, quanto può essere grande una stanza da letto o un cortile, come si deve calcolare la grandezza di un ambiente.»
Sarà che noi discendiamo da Greci e Romani, gente che spaccava volentieri il capello in quattro, ma che era in grado anche di esibire, quand’era necessario, un ruvido pragmatismo, sarà che gli agenti segreti dell’UCAS (Ufficio complicazione Affari Semplici) son sempre all’opera, ma il tentativo che fu di Cassese di render la lingua della burocrazia più vicina a quella di tutti noi pare avviarsi ad un malinconico fallimento.
PIERLUIGI GIACOMONI