ITALIA. LE CRISI D’AGOSTO
(24 Agosto 2019)
ROMA. Le crisi di governo in Italia sono avvenute in tutti i mesi dell’anno, in tutte le stagioni ed agosto in
questo senso non fa eccezione.
Certo, questo mese dai tempi del divino imperatore augusto è dedicato alle vacanze, alle ferie, ma può succedere
che i governi cadano anche nel mese della tintarella e dei bagni di mare.
Vediamo alcuni precedenti, senza avere la pretesa di esaurirli tutti.
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IN ETA’ MONARCHICA.
Nel 1922 il primo governo presieduto da Luigi Facta (1861-1930), insediatosi il 26 Febbraio, mostra tutta la sua
debolezza: non riesce a fronteggiare lo squadrismo fascista che da Nord a Sud commette aggressioni contro le case
del popolo e le sedi dei partiti antifascisti, per cui pare necessaria la creazione d’un nuovo Ministero.
a luglio la Camera sfiducia Facta, ma nelle consultazioni che seguono le dimissioni, nessuno vuole assumersi la
responsabilità di guidare un esecutivo in una situazione così problematica. di conseguenza il 1° Agosto Vittorio
Emanuele III conferma in carica il debole Premier che condurrà lo stato fino alla Marcia su Roma (28 Ottobre) con
le conseguenze che son note a tutti.
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IN EPOCA REPUBBLICANA.
La prima crisi agostana della storia repubblicana avviene nel 1953: le elezioni politiche del 7 giugno non hanno
fatto scattare il premio di maggioranza previsto dalla cosiddetta “legge truffa”: DC, PLI, PRI, PSDI non riescono
nelle elezioni per la Camera dei Deputati a raggiungere la maggioranza assoluta dei voti, quindi è indispensabile
trovare una combinazione che porti allaformazione di un nuovo governo.
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IL GOVERNO PELLA.
Il 4 Luglio, il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi incarica Alcide de Gasperi di formare un ennesimo
Ministero, questi il 16 presenta una squadra composta da soli democristiani che tuttavia il 28 non ottiene la
fiducia alla Camera con 263 sì e 282 no. De Gasperi si dimette ed il Capo dello Stato deve riaprire le
consultazioni. Dopo il fallimento del mandato affidato ad Attilio Piccioni, la nomina viene conferita a Giuseppe
Pella che il 17 Agosto presenta un esecutivo composto da tecnici e democristiani. Stavolta il Parlamento concede la
fiducia: tuttavia il Ministero Pella cadrà il 5 gennaio 1954.
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PRIMO GOVERNO SPADOLINI: CRISI A FERRAGOSTO.
Corre l’anno 1982, la nazionale italiana di calcio si aggiudica i campionati mondiali con la celebre finale di
Madrid contro la rappresentativa della Germania Occidentale. Presidente della Repubblica è Sandro pertini,
Presidente del Consiglio dei Ministri Giovanni Spadolini, il primo non democristiano a giungere a palazzo Chigi dai
tempi di Ferruccio Parri (1945). Il suo governo si costituisce il 28 Giugno 1981.
Il gabinetto comprende ministri DC,PSI, PSDI, PRI e PLI, ossia il “pentapartito”, la formula politica che avrebbe
governato l’Italia fino al 1993.
«Il presidente Pertini – scrive Denis mack Smith – parlando come capo dello Stato e come socialista, attirò
l’attenzione dell’opinione pubblica sulle pratiche corrotte che erano alla base dell’uso improprio delle risorse, e
nel 1981 reagì alle rivelazioni sulla corruzione designando per la prima volta dal 1945 un non democristiano alla
presidenza del Consiglio. La sua scelta cadde su Giovanni Spadolini, storico, professore universitario e direttore
di giornali appartenente al Partito repubblicano, largamente rispettato malgrado raccogliesse il consenso di appena
il 3 per cento dell’elettorato. Spadolini, più onesto e disinteressato dei suoi predecessori, ruppe con le
abitudini consacrate: egli non solo cercò di scegliere i suoi ministri senza tener conto delle indicazioni delle
varie segreterie di partito, ma nominò altresì specialisti di vecchia esperienza alla testa dei conglomerati
industriali di proprietà pubblica, anziché utilizzare questi posti per ricompensare accoliti politici. Un’altra
decisione fu di indagare sui massoni della misteriosa loggia P2, dichiarandola illegale e destituendo gli alti
ufficiali delle forze armate che vi risultavano iscritti.
Un altro problema per Spadolini era che la mafia siciliana stava dimostrandosi molto più micidiale e difficile da
sconfiggere del terrorismo politico. Si cominciava a capire che, se il Mezzogiorno rimaneva povero e
sottosviluppato, una ragione importante erano la mafia e le organizzazioni affini. Gli industriali settentrionali
riluttavano a investire in aree in cui la criminalità organizzata non solo imponeva alle loro fabbriche la sua
“protezione” profumatamente pagata, ma prelevava regolarmente una fetta cospicua delle ingenti sovvenzioni inviate
da Roma e da Bruxelles per incoraggiare lo sviluppo delle regioni arretrate. Non meno allarmante era il fatto che i
vari clan mafiosi si facevano la guerra da anni per mettere le mani sulla fetta più grossa di questa torta, nonché
sul lucrosissimo traffico di stupefacenti. Ogni anno centinaia di persone continuavano a morire ammazzate in questa
guerra civile. Pochi avevano abbastanza coraggio da spezzare il tradizionale codice mafioso del silenzio e
presentarsi a testimoniare nei tribunali. I giudici e i poliziotti che cercavano di far prevalere il dominio della
legge continuavano a morire. Altrettanto allarmante era il fatto che singoli individui all’interno degli organi
incaricati d’imporre il rispetto della legge si erano talvolta lasciati indurre – dal terrore o dal denaro – a
farsi complici dei criminali.
Spadolini reagì nominando un alto ufficiale dei carabinieri prefetto di Palermo. Il prescelto fu il generale Carlo
Alberto Dalla Chiesa, che aveva già saputo elaborare una strategia vittoriosa contro i terroristi nell’Italia
continentale. Alcuni politici locali attirarono i sospetti, protestando contro quello che definirono un tentativo
del governo di “criminalizzare” la Sicilia; e ancora una volta un’assurda leggenda cercò di dipingere la mafia come
un mito inventato dai settentrionali per screditare il Mezzogiorno. Ma Dalla Chiesa scoprì ben presto che queste
proteste locali erano una messinscena e avevano motivi e scopi politici. A suo avviso, la causa principale della
povertà della Sicilia era che a Palermo e a Roma i politici proteggevano questo micidiale flagello in cambio di
appoggi elettorali. Egli chiese pertanto maggiori poteri per poter indagare su questi legami occulti. Purtroppo, la
risposta di Roma tardò a causa di un aspro conflitto in seno all’eterogenea coalizione di Spadolini, e pochi mesi
dopo Dalla Chiesa fu assassinato insieme con la moglie (3 Settembre 1982 [NDA]) da criminali che vedevano messo a
repentaglio un tipo di vita che procacciava loro guadagni enormi. Malgrado il suo carattere tragico, questo eccidio
fu però forse un errore di calcolo da parte della mafia, perché attirò l’attenzione degli italiani e della stampa
straniera su fatti orribili che fino ad allora erano stati trascurati od occultati. Furono immediatamente adottate
tre contromisure che si erano rivelate efficaci negli Stati Uniti, ma che i precedenti governi italiani avevano
preferito evitare: fu nominato un Alto Commissario con il compito di coordinare tutte le attività antimafia; fu
introdotto il reato di associazione mafiosa; e i conti bancari privati furono finalmente aperti alle indagini di
polizia.»
(D. Mack Smith: Storia d’Italia (1861-1997), ed. Laterza, Roma-Bari, 1997).
Malgrado la soddisfazione per la vittoria riportata ai mondiali di calcio, in seno alla maggioranza di pentapartito
tira aria di crisi: il 1° Giugno la Confindustria denuncia l’accordo siglato nel 1975 con le confederazioni
sindacali CGIL, CISL e UIL per la regolazione della scala mobile.
Altrettanto fa l’Intersind, l’associazione delle imprese a partecipazione statale, allora molto presenti
nell’economia nazionale.
Spadolini, in luglio, si sforza di salvare l’esecutivo,ma tra il segretario socialista Bettino Craxi e quello
democristiano Ciriaco de Mita cominciano a correre parole grosse. La tensione giunge al limite quando il 4 Agosto
la Camera dei Deputati boccia il disegno di legge di conversione del decreto-legge 10 luglio 1982, n. 430, già
approvato dal Senato, recante Disposizioni in materia di imposte di fabbricazione e di movimentazione dei prodotti
petroliferi, di imposte dirette e di imposta sul valore aggiunto e relative sanzioni. Norme sui servizi ispettivi
delle imposte di fabbricazione.
Il giorno successivo si dimettono i ministri socialisti ed il 7 anche il Premier rimette il mandato. Seguono giorni
di frenetiche trattative ed aspre polemiche finché il 23 agosto spadolini, che aveva ottenuto il reincarico l’11,
propone al capo dello Stato di nominare un nuovo gabinetto, uguale nella sua composizione partitica e ministeriale
rispetto a quello dimessosi il 7: i giornali parlano di “governo fotocopia”.
Il secondo Ministero Spadolini si dimetterà definitivamente l’11 novembre di quello stesso anno.
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ALTRI GOVERNI AGOSTANI.
Nella V Legislatura (1968-1972) si succedono ben cinque governi, di cui due giurano in Agosto.
Sono anni di tensione: nelle università e nelle fabbriche scoppiano proteste contro il sistema e nel 1969 si
verificano l'”Autunno caldo” e la strage di Piazza Fontana (12 Dicembre 1969). Nel 1970, dopo le elezioni nelle 15
regioni a statuto ordinario scoppia a Reggio Calabria la sommossa dei movimenti neofascisti contro il trasferimento
della sede della regione a Catanzaro. La classe politica è terremotata da diversi avvenimenti: in particolare le
elezioni politiche del 1968 hanno dato risultati deludenti al PSU, la formazione nata dall’unificazione del PSI e
del PSDI.
In Parlamento si comincia a discutere della legge sull’introduzione del divorzio che vede favorevoli i partiti
laici, dai comunisti ai liberali, mentre DC, MSI e monarchici sono contrari.
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SECONDO GOVERNO RUNMOR.
Il 5 Agosto 1969 Mariano Rumor, esponente vicentino della DC forma il suo secondo Ministero. Il Precedente,un
gabinetto di coalizione composto da DC, PSU e PRI è entrato in crisi quando le due componenti che formano il
Partito Socialista Unitario, creato nel 1966, si separano: i socialisti ridanno vita al PSI, Francesco de Martino
segretario, mentre l’ala socialdemocratica, capeggiata da Mario Tanassi e Luigi Preti, fonda il PSU che nel ’71
riprenderà il nome di PSDI, Mauro Ferri, Segretario.
In seguito a questa scissione il 3 luglio si dimettono i ministri socialisti ed il 5 Rumor rimette il mandato nelle
mani del Capo dello Stato che l’11 Luglio gli conferisce il mandato di formare un nuovo governo.
Il 5 Agosto giura un monocolore DC che in parlamento avrà l’appoggio di PSI e PSDI, ma l’astensione dei
repubblicani. L’esecutivo si dimetterà il 7 Febbraio 1970 all’indomani dell’Autunno Caldo” e della strage di Piazza
Fontana che dà inizio alla “strategia della tensione”.
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GOVERNO COSSIGA 1.
Nell’VIII Legislatura (1979-1983) si succedono sei governi e, come nelle precedenti,si giungerà alle elezioni
anticipate.
il 4 Agosto 1979 Francesco Cossiga forma il suo primo gabinetto composto da DC, PSDI e PLI con la partecipazione di
due tecnici di area socialista.
L’esecutivo nasce a due mesi dalle elezioni politiche anticipate del 3 giugno nelle quali il PCI ha perso alla
Camera 26 seggi, mentre i partiti dell’area di governo hanno guadagnato terreno.
Prima di giungere alla fumata bianca, però, si consumano diverse fumate nere: falliscono i tentativi di Giulio
Andreotti (2-7 Luglio), Bettino Craxi (9-24 Luglio) e Filippo Maria Pandolfi (26 Luglio-1 Agosto).
In sede di voto di fiducia l’esecutivo sarà sostenuto dai tre partiti di governo, mentre PSI e PRI si asterranno.
Il Governo Cossiga 1 durerà fino al 4 aprile 1980 quando sarà sostituito dal Cossiga 2.
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IL GOVERNO CRAXI 1.
Nella IX Legislatura (1983-1987), il 4 agosto ’83 giura il primo Ministero Craxi: è formato da rappresentanti di
DC, PSI, PRI, PSDI, PLI, rimarrà in carica fino al 1° agosto 1986,tuttavia subirà una breve crisi nel 1984, quando
dovrà dimettersi in seguito alle polemiche scoppiate dopo il rapimento della nave da crociera Achille Lauro e
l’uccisione per opera dei terroristi d’un passeggero americano d’origine ebraica.
Il governo nasce a quasi quaranta giorni dalle elezioni politiche anticipate del 26 giugno 1983: in esse la DC ha
subìto gravi perdite elettorali soprattutto nelle grandi città ed è cresciuto l’astensionismo. Per questo motivo i
dirigenti democristiani non si oppongono alla designazione alla presidenza dell’esecutivo del leader socialista
Bettino Craxi, che riceve dal Presidente pertini l’incarico il 21 luglio, sciogliendo la riserva quindici giorni
dopo. Ad esso, succederà un ulteriore Ministero Craxi, che giurerà il 1° Agosto 1986: avrà vita breve e tormentata
e si dimetterà nella primavera 1987. Seguiranno le elezioni politiche anticipate del 14 Giugno di quell’anno e
l’avvio della X legislatura nel corso della quale esploderanno gli scandali del ciclo “mani pulite” che condurranno
alla fine della cosiddetta “prima Repubblica”.
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MORALE DELLA FAVOLA.
Sulla base degli esempi che abbiamo proposto, dunque, si può dire che l’agosto è un mese che può recare con sé
delle crisi, ma che la loro soluzione è spesso temporanea e ciò che nasce è fragile, inadeguato, privo di solidità:
accadrà lo stesso col governo che si sta tentando di formare?
PIER LUIGI GIACOMONI