INDIA
LA VITTORIA MUTILATA DI NARENDRA MODI
(8 Giugno 2024)
DELHI. Narendra Modi, il 9 Giugno giurerà per la terza volta come primo ministro indiano, ma la sua è una “vittoria mutilata”.
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I RISULTATI.
Le elezioni per il rinnovo della XVIII Lok Sabha, camera del popolo, si sono tenute dal 19 Aprile al 1 giugno ed hanno mobilitato 976 milioni di elettori e 15 milioni di operatori che han sovrainteso alle diverse fasi dello scrutinio.
Eran in palio i 543 posti di deputato federale, oltre che quelli delle assemblee di Odisha e Andra Pradesh.
Il 4 Giugno si è proceduto allo spoglio dei voti e all’assegnazione dei seggi:
• NDA (National Democratic Alliance), la coalizione che appoggiava la candidatura Modi, ha ottenuto 293 seggi;
• INDIA (Indian National Developmental Inclusive Alliance) ha conseguito 234 seggi, dimostrando una vitalità insospettata e non prevista dai sondaggisti, uno dei quali è scoppiato a piangere per “non aver visto arrivare” il partito del Congresso.
Nel dettaglio:
• il BJP (Bharatiya Janata Party), che cinque anni fa aveva da solo eletto 303 deputati, ne ha vinti 240 e potrà governare con l’appoggio d’una serie di partiti regionali che per il momento gli han giurato fedeltà ma che un domani potrebbero passare dall’altra parte.
In ogni caso Modi, che il capo dello stato ha confermato in carica, invitandolo a formare e presiedere il nuovo Consiglio dei Ministri, dovrà nel distribuire gl’incarichi ministeriali tener conto della nuova situazione.
• Sul fronte opposto, l’INCP (Indian National Congress Party), la formazione politica che fu di Jawarlal Nehru e Indira Gandhi, all’opposizione dal 2014, passa da 52 a 99 seggi e il suo leader parlamentare sarà il capo ufficiale dell’opposizione.
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COSA CAMBIA NEL SUBCONTINENTE
Facendo un bilancio, per forza di cose provvisorio, su quest’anno elettorale nel subcontinente indiano, si può dire che mentre per Pakistan e Bangladesh le elezioni sono state una conferma per le coalizioni al potere in un clima interno reso più incandescente dalle accuse di brogli, arresti ed interferenze della casta militare, soprattutto in Pakistan, in India, la più popolosa democrazia del pianeta, l’elettorato a sorpresa è stato capace di bloccare la pericolosa deriva autoritaria imposta dal BJP e dal suo leader.
Si era detto durante la campagna prevoto che il governo aveva sottomesso ai suoi voleri i media, l’apparato statale ed aveva imbavagliato le voci critiche e messo in difficoltà il Congresso e i suoi alleati.
Modi ha condotto una campagna d’odio nei confronti dei Musulmani (210 milioni di persone) sognando di far del paese la repubblica degli indù a spese di tutte le altre minoranze.
Dal voto esce un India molto più plurale articolata in decine di partiti regionali e in grado di limitare le velleità dittatoriali di chiunque.
Ora, per il gigante sudasiatico, membro dei BRICS e del G20, il cui PIL cresce del 7-8% all’anno, si apre una fase politica molto interessante che potrebbe proporre presto cambiamenti assai importanti che meritan d’esser seguiti.
PIER LUIGI GIACOMONI