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IL VANGELO DI OGGI

Pace a voi
(14 aprile 2024)

VANGELO

Luca, cap. 24, Vv. 35-48

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.

Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

***

COMMENTO

«Pace a voi!», questo è il saluto che Gesù rivolge ai discepoli ogni volta che si presenta loro. Non è che usi quest’espressione perché pensa che tra di loro ci sia guerra, ma perché è il saluto che si rivolgono l’un l’altro ebrei e arabi, due popoli che han molte cose in comune.

La pace oggi è in discussione: per molti decenni ci siam illusi che la guerra, dopo gli orrori del secondo conflitto mondiale, non ci sarebbe più stata. Invece, eccola qui: in Ucraina, in Medio Oriente, in Africa, in Birmania…

In diversi stan chiedendo che i conflitti armati si fermino e che si apran tavoli di trattative: se però uno dice “la pace ci sarà solo quando il mio nemico sarà sconfitto” è ovvio che non si va da nessuna parte.

Se invece si è disponibili a negoziare condizioni di pace, partendo magari da un armistizio per poi provare ad appianare i contrasti, ecco allora in quel modo si aprono spiragli di pace.

E’ molto utile salutar gli altri augurando «Pace a voi!», perché in questo modo si gettan germi di pace che posson fecondare e dar frutto, invece che alimentar conflitti, contenziosi, odii.

Ecco, in un giorno come questo, diamo spazio a pensieri di pace.

PIER LUIGI GIACOMONI

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