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IL VANGELO DI OGGI

I pastori
(1 Gennaio 2024)

Oggi è il primo dell’anno: parte il 2024. Alcune nazioni festeggiano la loro indipendenza:

– Haiti, nei Caraibi, dopo anni di guerra contro i francesi, nel 1804 diventa il primo stato al mondo governato da gente che fin a poco tempo prima era schiava e lavorava duramente nelle piantagioni di zucchero e cacao.

– Il Sudan segue le orme di altri Stati nordafricani e si libera (1956) della tutela angloegiziana: la sua storia sarà caratterizzata da feroci e prolungate guerre interne, come quella in corso da aprile 2023.

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VANGELO

Luca, Cap. 2, Vv. 16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

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COMMENTO

Prima di tutti gli altri, son i pastori che vedono Gesù bambino e la sua famiglia: sono stati istruiti dagli angeli che li han informati che quel neonato che sta nella mangiatoia è il Messia, il Cristo, quella persona attesa da “mill’anni” come dice il Gozzano. Essi sono meravigliati perché il Messia nasce nella povertà, al freddo come spiega bene S. Alfonso Maria de’ Liguori in “tu scendi dalle stelle”:

«A te, che sei del mondo il Creatore, Mancano panni e fuoco, o mio Signore».

Non un bel palazzo pieno di servitori; non un bambino ben alimentato, riscaldato e vezzeggiato, ma una povera stamberga che la tradizione vuol popolata, oltre che da Giuseppe, Maria e Gesù, anche da un bue e un asinello che col loro fiato alleviano il gelo.

Da qui comincia l’avventura terrena del Messia e i primi che l’adorano son degli anonimi pastori che, m’immagino, conducon anche loro una vita grama dovendo spostarsi di oasi in oasi per far pascolare pecore e capre.

Ecco, in questa giornata che fa da inizio d’anno per tutta l’umanità, auguriamoci che i dimenticati del mondo, come i pastori del tempo di Gesù, possano migliorare la loro condizione di vita.

PIER LUIGI GIACOMONI

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