IL TRAM: UNA GRANDE OPPORTUNITA’ PER BOLOGNA
(26 Maggio 2019)
BOLOGNA.
Il progetto di tram a Bologna è una grande opportunità che non deve essere buttata via: abbiamo l’occasione di fare un salto in avanti come città sotto i seguenti aspetti:
1. miglioramento dell’efficienza e della puntualità del trasporto: il tram ha una velocità commerciale più elevata rispetto all’autobus su gomma, (17 KM/H anziché 11 KM/H), si muove su sede propria, permette risparmi di gestione perché trasporta più persone (ogni mezzo lungo 42 M. è GUIDATO DA UN UNICO CONDUCENTE);
2. maggiore sostenibilità: il tram non consuma combustibili fossili, perché è alimentato o con batterie o mediante corrente elettrica, perciò non emette gas di scarico e può muoversi anche nel centro storico senza deturparne l’immagine. Inoltre è più silenzioso, perciò non produce inquinamento fonico;
3. assorbimento di traffico veicolare: dove la tranvìa è stata implementata molti utenti hanno lasciato a casa l’automobile per servirsi dei mezzi pubblici.
A Firenze, dove di recente è stata inaugurata la prima linea, calcolano che il numero quotidiano di passeggeri che usa il mezzo è pari a 100mila unità per un totale di 14 milioni all’anno: una misura doppia rispetto a quanto previsto dai progettisti;
4. Impulso alla riqualificazione delle zone attraversate dal mezzo, grazie alla sua maggiore compatibilità con aree pedonali, piste ciclabili e dehors, rispetto ai mezzi su gomma: il tram ha una traiettoria precisa ed immutabile perché si muove su binari, quindi non crea nessun pericolo per le presenze appena fuori dal percorso.
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C’è CHI DICE NO.
C’è chi si oppone al tram, sostenendo che siano preferibili o il filobus o il metrò.
a parte il fatto che questa discussione ha impegnato bologna per decenni senza produrre nulla, gli inconvenienti dei due sistemi proposti come alternativa sono abbastanza evidenti:
A. L’autobus, non può:
1. Esser più lungo di 18 metri, carica meno gente e occupa più spazio urbano (da cui le file, nelle ore di punta, di mezzi in coda: non è possibile incrementarne la frequenza, pena il superintasamento delle strade
2. Con l’andar del tempo rompe l’asfalto, sobbalza, non ha una traiettoria propria, occupando maggior spazio urbano, inquina coi gas di scarico l’aria ed è più rumoroso.
3. Espone i passeggeri a bordo ad acrobazìe, perché non di rado i conducenti per rispettare le tabelle orarie devono correre compiendo frenate e ripartenze brusche, pericolose per l’utenza.
4. Per chi ha una disabilità motoria o problemi alle gambe, – non dimentichiamoci che il 30% della popolazione bolognese è anziana – salire e scendere dai mezzi è difficoltoso.
Il filobus, pur non inquinando l’aria perché alimentato elettricamente, ha caratteristiche simili ai bus oggi in circolazione.
B. La metropolitana:
1. Richiede grossi lavori nel sottosuolo, estremamente costosi e crea delle barriere architettoniche difficilmente superabili.
2. Trasporta più passeggeri, ma necessita di una domanda sopra i 10mila utenti/H, che a Bologna è pura utopia, ha costi altissimi e su tratte brevi non è competitivo per i tempi di discesa e risalita.
Il tram, quindi, è il mezzo più adeguato per i numeri di Bologna, flussi intorno ai 5mila utenti/h: inoltre consuma meno energia per passeggero, ha i costi di esercizio più bassi e una vita utile molto lunga e non richiede frequenti lavori di manutenzione.
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I RISCHI.
Non vanno sottaciuti, però, i rischi che la realizzazione del progetto tram presenta:
1. Occorre evitare che il suo impatto oggettivamente importante sul tessuto urbano venga gestito male dall’Amministrazione e vissuto peggio dai cittadini: quindi la protesta e l’opposizione al tram, che accompagna sempre la fase di proposta e cantierizzazione soffochi il progetto nella culla o ne ritardi l’esecuzione.
2. Porti a dei compromessi, come sarebbe la sede promiscua e non riservata, che ne ridurrebbe drasticamente l’efficacia, senza arrecare al traffico alcun miglioramento.
Una linea tranviaria funzionale necessita di limitare al minimo le interferenze col traffico su gomma. Questo assicura strada libera, preferenza semaforica quindi rapidità ed appetibilità del mezzo. Ma questo richiede che le strade interessate dai binari siano profondamente modificate, come aspetto e come utilizzo dello spazio urbano. Su questi percorsi, i veicoli privati non potranno convivere col tram, come avviene col trasporto pubblico attuale: il che significa prevedere, per i mezzi su gomma, una rete di percorsi alternativi (quindi nuovi spazi) per poter svolgere compiti ineliminabili, come consegna merci, soccorsi, mezzi per disabili.
Ecco perché diciamo, con l’esperienza delle città che sono partite 20 o 30 anni fa, che il tram costringe ad una riprogettazione totale della viabilità, degli assetti e degli arredi di interi quartieri.
Solo se avremo politici, tecnici e cittadini consapevoli di questo potremo trarre dal progetto di tramvia (anzi, di rete tramviaria) tutti i benefici.
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IL PROGETTO E IL PERCORSO DI DISCUSSIONE.
Come ha garantito più volte l’Assessore Priolo, il progetto elaborato dai tecnici, oggi relativo alla Linea n. 1 (rossa) che dovrebbe collegare Borgo Panigale col Pilastro sarà oggetto di innumerevoli incontri fino al 2021, in modo da introdurvi tutti i cambiamenti che possano rendere il percorso più compatibile con le esigenze della collettività cittadina. Lo stesso progetto ha anche un respiro metropolitano perché diversi comuni limitrofi chiedono d’essere inseriti nella linea tranviaria di Bologna, dato che molti dei loro abitanti vengono nella nostra città a lavorare la mattina e tornano a casa la sera.
Varato il progetto esecutivo, nel 2022 inizieranno i lavori che coinvolgeranno progressivamente le aree della città interessate.
Certo, ci sarà il disagio dei cantieri, ma questi saranno presenti con gradualità e non investiranno contemporaneamente tutto il tessuto urbano.
L’inaugurazione della Linea 1 è prevista per il 2026 ed è augurabile che questa data venga rispettata.
Se altre città hanno tratto giovamento dalla reintroduzione del tram, perché Bologna non ci deve provare? e’ questa l’occasione giusta e forse irripetibile di dare una smossa a una città che da decenni non realizza nulla di nuovo e si dilania inutilmente in discussioni che non producono nulla.
PIER LUIGI GIACOMONI
(Ha collaborato Andrea de Pasquale)