IL PORTOGALLO HA VOTATO
(6 ottobre 2015)
LISBONA. Una volta tanto i sondaggi della vigilia ci han preso: domenica scorsa i portoghesi hanno riconfermato la fiducia alla coalizione di centro-destra che governa il Paese dal giugno 2011.
Nonostante la cura da “lacrime e sangue” imposta dall’esecutivo di Pedro Passos Coelho, nonostante la disoccupazione, seppur in calo, sia ancora superiore al 12%, nonostante che negli ultimi anni 500 mila portoghesi, perloppiù giovani abbian dovuto emigrare per trovar lavoro, nonostante che un quinto dei portoghesi viva al di sotto della soglia di povertà e le spese sociali sian ridotte all’osso,
la lista “Portugal” che raggruppava il PSD ed il CDS-PP ha ottenuto il 38,3% dei voti e 99 seggi all’Assemblea della Repubblica, il parlamento di Lisbona.
Il Partito Socialista ha raccolto il 32,4%, mentre il Blocco di sinistra e la CDU, ambedue formazioni d’estrema sinistra, il 18,5%.
Sulla carta si potrebbe anche formare una coalizione delle sinistre, ma i rapporti tra i socialisti e gli altri non sono buoni ed il primo segretario del PS Antonio Costa ha detto domenica sera, riconoscendo la sconfitta, che il suo partito non formerà una coalizione “contro”.
Questo lascia intendere che il PS rimarrà all’opposizione, senza far accordi col Bloque e con la CDU, ma nemmeno coi partiti di governo.
Quanto ai partiti aderenti alla lista “portugal” dovranno far fronte alla diminuzione di voti e seggi: rispetto al 2011 sono scesi dal 52 al 38% ed hanno perso 33 seggi.
La parola passa ora al Capo dello Stato Aníbal Cavaco Silva che nei prossimi giorni avvierà le consultazioni per la formazione del nuovo governo.
Il vero banco di prova di questa strana legislatura sarà il dibattito sul bilancio: se il governo di Passos Coelho dovesse esser rovesciato da una votazione contraria dell’Assemblea sarebbe obbligatorio nella primavera 2016 riconvocare gli elettori.
Va aggiunto che a gennaio i portoghesi saranno di nuovo convocati alle urne per l’elezione del Presidente della Repubblica, poiché il secondo mandato di Cavaco Silva scade in marzo.
Un dato significativo di queste elezioni è quello della partecipazione al voto che è risultata pari al 57%, un livello simile a quello registrato quattro anni fa, mentre infuriava la crisi debitoria del Paese.
PIERLUIGI GIACOMONI