IL FRANCO CFA VA IN PENSIONE, ARRIVA L’ECO
(24 Dicembre 2019)
ABIDJAN. Il Franco CFA va in pensione, almeno in otto Paesi dell’Africa occidentale, arriva l’Eco: l’annuncio è stato dato il 21 dicembre scorso dal Presidente della Repubblica della Costa’d’Avorio Alassane Ouattara al termine d’un vertice ai massimi livelli dei Paesi dell’Unione Economica e Monetaria dell’Africa Occidentale (UEMOA, presente il Capo dell’Eliseo Emmanuel Macron in tourné in Africa.
A partire dal luglio 2020, Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo adotteranno la nuova moneta unica che sarà stampata nei prossimi mesi.
Il Franco CFA rimarrà tuttavia almeno per il momento la moneta di altri Paesi africani, quelli della Comunità Economica e Monetaria dell’Africa Centrale (CEMAC), OSSIA Camerun, Ciad, Congo (Brazzaville), Gabon, Guinea Equatoriale e Repubblica Centrafricana).
In realtà, almeno nell’immediato, in concreto sembra cambiare poco: L’Eco continuerà ad essere ancorato all’Euro, come oggi il CFA, e la banca di Francia si farà in futuro garante delle economie ovest africane in sede internazionale, soprattutto in caso di crisi finanziaria degli otto.
Il mantenimento del cambio fisso Euro-Eco se da un lato presenta vantaggi di stabilità (soprattutto in termini inflazionistici), dall’altro rischia di penalizzare anche in futuro le esportazioni dei Paesi africani elevando i prezzi delle materie prime in uscita dalla regione.
Pare sicuro che la nuova moneta avrà una parità di 1-1 nei confronti del CFA, ma non è escluso che in futuro i Paesi contraenti dell’accordo possano decretare svalutazioni nel tentativo di rendere più competitive le loro esportazioni.
i membri dell’UEMOA non dovranno più versare al tesoro francese metà delle loro riserve, anzi Parigi dovrebbe restituire il 50% di quanto consegnato in questi anni (7,5 miliardi di euro) in ragione della forza economica dei singoli Stati e la Francia dovrebbe uscire dal board della Banca Centrale della Comunità ovest africana (BCEAO).
***
LE REAZIONI.
La notizia è stata accolta positivamente a livello internazionale. Per Kristalina Georgieva, nuova direttrice generale del Fondo monetario internazionale (Fmi), si tratta di «una tappa essenziale nella modernizzazione di accordi di lunga data» fra l’Uemoa e Parigi. Macron ha molto enfatizzato il senso della svolta: «Ho ascoltato le critiche, vedo la vostra gioventù che ci rimprovera di proseguire una relazione che giudica post-coloniale. Dunque molliamo gli ormeggi». Al suo fianco, Ouattara ha parlato di una decisione «storica».
«In sordina – scrive Avvenire – le trattative fra Macron e Ouattara duravano da un semestre, con l’obiettivo di approdare a un risultato ben prima delle elezioni presidenziali ivoriane dell’anno prossimo. Come ha ammesso Macron, la riforma mira a smorzare le polemiche sempre vivissime sulla <Francafrica>, ovvero l’opaco sistema affaristicoistituzionale che ha di fatto preservato situazioni di egemonia, o quanto meno di privilegio, per gli interessi industriali e finanziari francesi in Africa. Parigi spera che l’Eco possa essere adottato presto come moneta unica pure dai Paesi anglofoni vicini già inclusi nella Cedeao (Comunità economica degli Stati d’Africa occidentale), come il Ghana e soprattutto la popolosa Nigeria. Ma quest’ultima ha un Pil che supera da solo quello di tutti gli altri Stati della Cedeao: uno squilibrio che complicherà certamente ogni possibile accordo.»
Vedremo nei prossimi anni se quanto pattuito sarà un’innovazione o un semplice maquillage di ciò che esiste già.
PIER LUIGI GIACOMONI